Di “Schiaccianoci” ne circolano tanti e, con l’avvicinarsi del Natale, l’offerta del balletto natalizio per antonomasia cresce a dismisura, con qualità variabile. Optare per questa produzione Made in Italy è una scelta sicura.
È Lo Schiaccianoci italiano più bello, uno dei più interessanti della storia della danza, senz’altro uno dei più incantevoli: sulle familiari note di Piotr Ilych Ciaikovsky e, con le variopinte scene e costumi di Emanuele Luzzati, Daniele Cipriani ripropone Lo Schiaccianoci di Amedeo Amodio.
Dopo il successo della prima nazionale a Modena, e un record di 5.950 spettatori che hanno assistito alle recenti rappresentazioni al Teatro Petruzzelli di Bari (nell’ambito della stagione della fondazione lirico sinfonica, con musica dal vivo suonata dall’Orchestra del Teatro Petruzzelli diretta da Alessandro Ferrari), la lunga tournée prosegue fino al 15 gennaio 2017 (vedi in calce). Prossima tappa al Teatro degli Arcimboldi, Milano (dal 2 al 4 dicembre: 2 e 3 alle 21; 4 alle 16). In seguito lo spettacolo sarà a Trieste (in collaborazione con la fondazione lirico sinfonica del Teatro Verdi, con musica suonata dalla rispettiva orchestra diretta sempre dal M° Ferrari), Bologna, Firenze, Ancona, Reggio Emilia, Pordenone, Ravenna. Il cast prevede, in alternanza, le prime ballerine Ashley Bouder (New York City Ballet), Rebecca Bianchi Teatro dell’Opera di Roma) e Anbeta Toromani, affiancate dai primi ballerini Andrew Veyette (New York City Ballet), Vito Mazzeo (Balletto Nazionale Olandese), Alessandro Macario (Teatro San Carlo di Napoli) e Alessio Rezza (Teatro dell’Opera di Roma). Con il corpo di ballo e i solisti della Daniele Cipriani Entertainment. Vedi in calce per dettagli tournée e nomi protagonisti per le varie date.
Si tratta di una produzione su grande scala, paragonabile per dimensioni e qualità solo a quelle dei più importanti teatri lirici: in scena ben 40 artisti (37 ballerini, 2 artisti del teatro d’ombre e un trampoliere); dietro le quinte una quindicina di persone, tra maîtres, staff tecnico, sarte ecc. Uno spiegamento di talenti che fa di questo Schiaccianoci è uno degli eventi principali della stagione.
Lo spettacolo coincide con il 10° anniversario della scomparsa di Emanuele Luzzati che ha fatto risplendere le scene italiane e del mondo con i colori della sua tavolozza e l’arcobaleno della sua fantasia, nonché con il 200° anniversario della pubblicazione della novella di E.T.A. Hoffmann da cui deriva la trama del balletto. Se la maggior parte degli “Schiaccianoci” – a partire dall’ originale del coreografo Marius Petipa (San Pietroburgo, 1892) – si rifanno all’adattamento e addolcimento del racconto da parte dello scrittore Alexandre Dumas, il balletto di Amodio ci restituisce le ombre e le tinte forti di Hoffmann, sottolineando il confine labile tra immaginazione e realtà.
In questo Schiaccianoci, creato per Elisabetta Terabust e Vladimir Derevianko da Amodio nel 1989 durante gli anni d’oro dell’ATER Balletto di cui egli era allora direttore, lo Schiaccianoci del titolo non è il prodotto di un sortilegio, bensì della fantasia di una bambina la quale (come tutti i bimbi) gioca e parla coi suoi giocattoli, facendoli vivere nel mondo magico dell’immaginazione, che è quello della “sua” realtà: uno schiaccianoci può benissimo essere un principe, un’ombra sulla parete può diventare un drago in quel mondo dove desiderio e paura, sogno e incubo si sovrappongono in continuazione. Una rivisitazione in chiave psicologica del balletto normalmente popolato di fate, che lascia tuttavia intatto l’elemento fiabesco poiché nulla vi è di più magico della fantasia infantile.
Lo Schiaccianoci di Amodio/Luzzati si rivolge a grandi e piccini e s’inserisce nell’ambito dell’impegno personale di Daniele Cipriani a recuperare il repertorio italiano del balletto della seconda metà del ‘900. Questa produzione è una delle sue colonne portanti, esempio delle vette artistiche toccate quando alla robustezza del pensiero tedesco e all’anima russa che impregna la partitura, si uniscono anche l’estro e la fantasia italiani: la coreografia di Amodio, le scene e costumi di Luzzati, le “ombre” ideate dal Teatro Gioco Vita e qui realizzate della Compagnia teatrale L’Asina sull’Isola, gli inserimenti musicali di Giuseppe Calì volti a dare risalto all’odore sulfureo che, ogni tanto, s’insinua tra le note di Ciaikovsky.
L’impegno di Daniele Cipriani si rinnoverà con una seconda tournée, dall’8 gennaio al 18 febbraio 2017, di un altro gioiello del balletto italiano: Coppélia. Si tratta ancora di un balletto del binomio Amodio/Luzzati, ancora ispirato ad un racconto di Hoffmann e ancora in occasione di un bicentenario: nel 1817, infatti, vide i tipi la novella Der Sandmann, da cui fu poi tratto il balletto ottocentesco.
Come sottolinea Cipriani: “Sono felice quando i sogni diventano realtà. Non sopportavo l’idea che un allestimento importante come Lo Schiaccianoci di Amedeo Amodio/Emanuele Luzzati, fosse da anni nei depositi di Aterballetto, destinato a perdersi: ho avuto il coraggio di acquistarlo, insieme ad altri allestimenti importanti tra cui la Coppélia di Amodio/Luzzati /Spinatelli, e li ho fatti ristrutturare e rivivere. Sono lavori che fanno parte della storia del balletto italiano”.
Daniele Cipriani Entertainment è la seconda produzione a livello nazionale riconosciuta dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo.
LO SCHIACCIANOCI
Balletto in due atti di Amedeo Amodio dal racconto di E.T.A. HOFFMANN “Schiaccianoci e il Re dei Topi”
musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
coreografia e regia Amedeo Amodio
direttore Alessandro Ferrari*
scene e costumi Emanuele Luzzati
ideazione ombre Teatro Gioco Vita
realizzazione ombre L’Asina sull’Isola
voce Gabriella Bartolomei
luci Marco Policastro
assistente alla coreografia Stefania Di Cosmo
produzione Daniele Cipriani Entertainment
solisti e corpo di ballo Daniele Cipriani Entertainment
2,3,4 dicembre 2016
LO SCHIACCIANOCI
TEATRO ARCIMBOLDI DI MILANO
Primi ballerini: Ashley Bouder e Alessandro Macario (2, 3) / Rebecca Bianchi e Alessio Rezza (4)
A cura dell’Ufficio Stampa Daniele Cipriani Entertainment – Simonetta Allder
Crediti fotografici: La fotografia di Massimo Danza