Genova – Si è conclusa recentemente la prima edizione del Festival internazionale di Nervi, rassegna estiva che si svolge nella splendida location sul mare dei Parchi di Nervi e che viaggia sulla scia del ricordo del glorioso format ideato e diretto da Mario Porcile negli anni ’50 noto a tutti come il primo festival del balletto italiano, che ha reso Genova città della danza. La nuova edizione, realizzata grazie alla sinergia tra diverse realtà locali (Regione, Comune, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Carlo Felice, Rotary Club, Duemila Grandi Eventi…) e supportata da grandi sponsor ha permesso la realizzazione di un programma misto destinato ad un pubblico trasversale, tra musica pop, d’autore, prosa e la danza fruibile in quattro appuntamenti di alto livello che ho seguito per voi:
THE TOKYO BALLET – La prima serata di balletto è stata quella del 7 luglio che ha visto una delle migliori compagnie del mondo in scena con Il Regno delle Ombre dal secondo atto de La Bayadère, il Grand pas de deux di Don Quixote e Tam tam et percussion, capolavori che non hanno bisogno di presentazione. La compagnia, a Genova dopo la tappa di Caracalla, prima di partire alla volta di Milano dove era attesa al Teatro alla Scala, ha dimostrato un alto livello tecnico, omogeneità dell’ensemble, pulizia del gesto e capacità di adattarsi ad uno spazio certamente non ideale per un intero corpo di ballo (evidente ne La Bayadère). Volendo trovare qualche punto debole possiamo dire che i primi due titoli, e Don Quixote in particolare, richiedono un’interpretazione e un’espressività maggiore, più marcata. Forse sono semplicemente troppe le edizioni di riferimento con grandi interpreti russi e occidentali che non ci permettono di approcciarci a questo repertorio come se lo affrontassimo per la prima volta. La compagnia ha indubbiamente dato il meglio di sé in “Tam Tam et percussion”, in cui erano presenti in scena anche i musicisti Vincent Bauer e Nicolas Leroy, trascinando ed entusiasmando ogni singolo spettatore che ha applaudito energicamente con mani e piedi a fine spettacolo.
In platea è stato facile riconoscere oltre alle autorità e agli esponenti del mondo del teatro e della cultura non solo ligure, moltissimi insegnanti di danza con i loro allievi. C’era anche Jacopo Bellussi, genovese, Principal dancer dell’Hamburg Ballett. Nell’attesa che iniziasse lo spettacolo (non annunciato, come si spiegherà in seguito) si è creata un’atmosfera gioiosa tra persone che finalmente si riunivano a Nervi per celebrare la danza, con la grande emozione di chi ha nel cuore quel luogo magico.
LES BALLETS TROCKADERO DE MONTE CARLO – La celebre compagnia americana che porta in scena il repertorio classico “en travesti”, è stata a Nervi il 12 luglio. Questo gruppo di danzatori straordinari che unisce la tecnica maschile (che emerge nei salti e nei giri) a quella femminile con tanto di punte ai piedi, è in grado di far divertire il pubblico offrendo uno spettacolo di altissima qualità, nel rispetto della tradizione, curato in ogni dettaglio (inclusi costumi e trucco strepitosi). Personalmente avevo visto i Trocks in scena diversi anni fa a Milano ed ho trovato il livello ancora più alto. Nella serata nerviese hanno presentato Il II atto del Lago dei cigni, Tarantella, Go for Barocco, La morte del cigno e Raymonda’s wedding tutto danzato e recitato in modo eccellente esagerando le manie delle ballerine e con tanto di virtuosismi (fouetté inclusi) che hanno strappato gli applausi al pubblico, presente in buon numero. Lo spettacolo era corredato da annuncio iniziale in lingua italiana ad opera degli stessi Trocks che hanno elencato con il loro stile i pezzi presentati e le interpreti che avremmo visto in scena. Speriamo di riavere presto questa compagnia a Genova, di sicuro permette di riempire i teatri con un pubblico misto che va dal professionista della danza al curioso. Da ricordare che tra i Trocks ci sono due italiani: Alberto Pretto, che abbiamo visto in scena e Raffaele Morra, il primo italiano ad entrare nella compagnia, oggi Maître de Ballet.
GALA DI DANZA BRAZZO VOLPINTESTA – Un gala, quello del 14 luglio, offerto dai Rotary genovesi come punto di arrivo di un’operazione iniziata qualche anno fa a favore del ritorno della danza a Nervi. L’ingresso era perciò gratuito previo ritiro di un coupon ma non siamo in grado di definire l’affluenza di pubblico della serata perché la pioggia e il vento potrebbero aver scoraggiato alcuni spettatori. Sono arrivati invece fino in fondo allo spettacolo, accolti da molti applausi, gli artisti in scena ovvero l’étoile Sabrina Brazzo e il primo ballerino Andrea Volpintesta che hanno danzato sia in coppia che con i giovani della loro compagnia, la Jas Art Ballet Company e la Jas Art Ballet junior in OPERA DANZA FESTIVAL vale a dire un omaggio alla lirica con coreografie in stile classico, neoclassico e contemporaneo su note arie del repertorio operistico eseguite dal vivo (con voci però non sempre a fuoco). Coreografie di Massimiliano Volpini, Francesco Ventriglia, Giorgio Azzone, Alessio Di Stefano. Alla compagnia si è unito per questa serata Gabriele Fornaciari, bravissimo giovane danzatore genovese di appena 15 anni, allievo del Russian Ballet College. Ospite d’eccezione della serata, la pianista genovese Elisa Tomellini, Ambasciatrice di Genova nel mondo. Lodevole il supporto ai giovani talenti che Brazzo e Volpintesta offrono da anni e va anche sottolineato che questo era l’unico spettacolo portato in scena da esponenti della danza italiana. Questo appuntamento nerviese è stato anche occasione di formazione grazie alle masterclass e ai workshop coreografici gratuiti con Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta, Giorgio Azzone e Damiano Bisozzi.
SERGEI POLUNIN – L’ultimo spettacolo del Festival di Nervi, in programma il 20 luglio, ha portato a Genova un’acclamata star del balletto, personaggio mediatico discusso e affascinante. Una scelta azzeccata per chiudere in bellezza la rassegna, non solo perché la sua fama di bad boy della danza ha attirato molti spettatori che non lo conoscevano ma perché tutti abbiamo potuto assistere ad una soirée di altissimo livello. Sergei Polunin è un ballerino tecnicamente eccellente, che ha saputo spingersi oltre il balletto classico, da cui proviene, e oltre la danza in generale. La sua carriera ha incontrato i video musicali, la moda, il cinema, ed è in continua evoluzione perché a Polunin piace sperimentare e scappare dagli schemi. Tutto questo arrichisce notevolmente le sue performance durante le quali rapisce lo sguardo dello spettatore per lasciarlo libero solo alla fine. E’ magnetico. A Nervi lo abbiamo visto in SACRE’, spettacolo prodotto da Polunin Ink e diviso in due atti: Fraudulent Smile e Sacré. La prima parte, con la coreografia di Ross Freddie Ray, ha visto in scena con Polunin un gruppo di bravissimi danzatori che meritano di essere menzionati a partire dal meraviglioso Johan Kobborg (ex principal del Royal Ballet, ex direttore artistico del Balletto Nazionale Romeno e coreografo) con Julia Baro Claveria, Estelle Bovay, Marian Furnica, Nikolas Gaifullin, Liam Morris, Killian Smith e Samuel Zaldivar. Visi bianchi, petto nudo, pantalone e bretelle per gli uomini, body neutro e reggicalze per le donne, scena spoglia, tutto ridotto al minimo in questa coreografia fatta di assoli, passi a due, a tre, ensemble e tanta mimica ed espressività che si avvicina alla dimensione del teatro-danza. Il secondo quadro è Sacré, coreografia di Yuka Oishi che reinterpreta il personaggio di Nijinskij in chiave moderna. La musica è ovviamente quella de “La sagra della primavera” di Igor Stravinskij e in scena c’è solo Polunin che regge benissimo, forse anche perché il personaggio gli è particolarmente congeniale. Il pubblico è entusiasta, la danza piace e speriamo di assistere ad un ritorno di altri grandi interpreti e compagnie.
Il bilancio delle quattro serate è positivo, abbiamo visto danza di qualità e abbiamo di nuovo il Festival di Nervi, al momento non potremmo chiedere di più. O forse sì. Perché agli esperti del settore non sarà sfuggito che il palcoscenico e la platea non erano concepiti per la danza, (nonostante si sia montato un palco più grande di quanto previsto, per accogliere i ballerini) ma per i concerti. A corredo del tutto, anche due mega schermi laterali. La platea, piatta nella prima metà, in pendenza negli ultimi settori, non concedeva a tutti un’ottima visuale, fatto che è stato lamentato da molti e, aggiungo io, i posti laterali erano troppo laterali, vale a dire che andavano troppo oltre i confini del palcoscenico (anche nel I settore). Fastidiosa è stata l’assenza di un direttore di scena o per lo meno di un responsabile addetto agli annunci e, salvo per i Trockadero che si presentano da soli, gli spettacoli sono iniziati sempre all’improvviso quando non tutti avevano preso posto. Allo stesso modo, nessuno dava la durata degli intervalli così che non era chiaro se fosse possibile allontanarsi, se si trattasse di una pausa, di un breve cambio scena o di un intervallo vero e proprio. Ultima nota poco positiva: non è stato mai in alcun modo possibile attendere gli artisti dopo la performance. Chi ha provato ad aspettare per una foto, un autografo o semplicemente un utlimo applauso, è stato allontanato a suon di “Dobbiamo chiudere! Sgomberare! Signori dovete uscire!” Per evitare che venga detto, come è successo, che questa è la tipica accoglienza ligure, si dovrebbe cambiare modalità e dare la possibilità ai fan, tra cui anche alcuni turisti, di attendere i loro beniamini, come succede nei teatri di tutto il mondo, magari invitando con cortesia ad attendere oltre il cancello d’ingresso del parco. Queste piccole osservazioni, più che critiche, vogliono essere un incoraggiamento a Genova a fare sempre meglio visto il grande risultato già ottenuto con la prima edizione del Festival Internazionale di Nervi. Per l’anno prossimo è stato promesso l’inserimento di più serate di danza. Noi di Dance Hall News ci speriamo e vi terremo aggiornati!
Leggi anche: www.dancehallnews.it/al-via-il-festival-internazionale-di-nervi-a-genova-dal-2-al-20-luglio
Facebook: Festival internazionale di Nervi
Instagram: @festival_nervi
Crediti fotografici: Studio Leoni
1 commenti
Alla fine un dato ampiamente previsto e’ stato confermato: e’ difficile far convivere i balletti di Nervi, intesi danza in tutte le sue declinazioni, cosi’ come impostato dal rimpianto Mario Porcile, e un concerto del Volo. Non c’entrano nulla!
La disposizione del palco e della platea lo hanno dimostrato in pieno.
Peccato che la sicurezza ha inteso il suo ruolo in senso strettamemte letterale, non facendo avvicinare i fan, anche giovani alllievi/e delle scuole di danza ai camerini, ne’ tantomeno ha consentito di aspettare alla fine i danzatori per una stretta di mano, un selfie o un semplice autografo.
Che dire: ci aspettiamo che i balletti di Nervi tornino ad essere quelli di una volta senza intrinseche contaminazioni canore che ne deturpano la bellezza e lo scopo primario dei balletti di Nervi che deve essere quello per cui era stato pensato, di divulgare la danza per farla conoscere ed amare ad un pubblico di spettatori sempre piu’ vasto.
Aspettiamo il prossimo anno!