Desde el Alma. Torna Vittoria Maggio con Finché c’è tango c’è vita

di Vittoria Maggio
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Finché c’è tango c’è vita cercava questa settimana un tango che richiamasse le feste imminenti: il periodo natalizio ha le sue musiche, le sue melodie che trillano come le palline di vetro sugli alberi di Natale.

Il tango argentino forse non ha il tango di Natale: avvolto nei suoi temi cari e melanconici non celebra con brani appositi le feste “comandate”.

Pensandoci bene però, quando c’è un momento o un evento da festeggiare, il tango argentino coi suoi 2/4 musicali lascia invece spazio al più fluido e soave 3/4 musicali di vals: un tipo di tango caratterizzato appunto da un tempo ternario. Si dice che derivi dalla fusione del tango con il valzer e per questo è facilmente riconoscibile per il tipico un-due-tre che lo scandisce.

Ma in realtà il vals è più una derivazione del tipico valzer alemanno che, già nel 1810,  si danzava a Buenos Aires e a Montevideo fra le classi sociali più elevate sostituendosi alle danze più antiche e mescolandosi con polca e habanera.

Ma la  danza scende sempre in strada, tra il popolo,  e così è stato anche per il valzer che tra le “braccia degli emigrati” ha assunto  morbidezza e voglia di leggerezza, trasformandosi così in vals e caratterizzandosi con piccole differenze nei vari Paesi sudamericani. Nel bacino tanguero di nostro interesse ha preso il nome di vals criollo.

Le caratteristiche principali di questo ballo sono la continuità e la fluidità dei movimenti, la leggerezza e la soavità:  i ballerini danno l’impressione di scivolare sulla pista come se non volessero mai fermarsi, seguendo i rallentamenti e le accelerazioni del brano.

Non è facile da ballare, bisogna essere molto padroni del proprio “asse” che viene messo a dura prova dai tanti e infiniti giri che la coppia fa su se stessa!!!

Conosciamo tutti il meraviglioso vals intitolato Desde el alma, che amiamo tanto ballare; forse non sappiamo  però che questo eccezionale classico è stato composto da una donna, anzi da una ragazzina!

Rosita Melo, pianista-compositrice e concertista uruguaiana, quando compose il brano che avrebbe rappresentato il suo capolavoro assoluto e più noto in tutto il mondo, aveva appena 14 anni!

Rosita Melo nacque nel 1897 in Uruguay e si trasferì con la famiglia in Argentina all’età di 2 anni. Sposò nel 1922 il poeta e scrittore Piuma Velez, che scrisse la prima versione del testo di Desde el alma.

Nel 1948 il grandissimo Homero Manzi, compositore e regista, volle inserire il brano nel suo film Pobre mi madre querida, ponendo però come condizione di riscriverne le parole. Rosita Melo e Piuma Velez accettarono e così Desde el alma divenne famoso in tutto il mondo.

Il testo è meno leggero della sua melodia: parla di un “alma”, un’anima ferita per amore che non vuole consegnare all’oblio i ricordi  e che preferisce continuare a piangere l’amore perduto. Lo cerca fra le ferite, vivendo inutilmente triste e pagando col dolore la sua  unica colpa di essere stata un’anima bella! Un’esortazione finale a tornare all’antica illusione e ad aspettare  il nuovo amore che porterà la vita, sembra attenuare a tratti le ferite della notte amara del suo cuore!

Ecco a voi il testo originale in spagnolo e il link a un video dove la magia che creano i tre ballerini è vera poesia danzante. Niente di meglio per le feste che si avvicinano!

Buon Natale!

https://m.youtube.com/watch?v=2NtCnpt6Mek

Alma, si tanto te han herido,
¿por qué te niegas al olvido?
¿Por qué prefieres
llorar lo que has perdido,
buscar lo que has querido,
llamar lo que murió?

Vives inútilmente triste
y sé, que nunca mereciste
pagar con penas
la culpa de ser buena,
tan buena como fuiste
por amor.

Fue lo que empezó una vez,
lo que despuésy
dejó de ser.
Lo que al final
por culpa de un error
fue noche amarga del corazón.

¡Deja esas cartas!
¡Vuelve a tu antigua ilusión!
Junto al dolor
que abre una herida
llega la vida
trayendo otro amor.

Come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!

Un abbraccio

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