Finché c’è tango c’è vita celebra oggi la giornata dell’11 dicembre che è stata dichiarata “Dia Nacional del Tango” (Giornata Nazionale del Tango) con decreto del Governo della Repubblica Argentina, nel dicembre del 1977.
Prima di raggiungere un riconoscimento a livello del governo centrale, il riconoscimento di “Dia del Tango” era avvenuto solo a livello locale, da parte della Città di Buenos Aires.
Tanti anni sono passati da allora e il tango ne ha fatto di cammino, tant’è che oggi la giornata è festeggiata a livello internazionale: il mondo del tango è senza confini di sorta che siano essi di razza, religione, colore, provenienza, ceto sociale, sesso, pensiero e opinione; il mondo del tango è rotondo e onnicomprensivo come dovrebbe essere il mondo di tutti noi e forse, non a caso, la Terra è ro-tonda e muri per sua natura non ne ha.
La storia di come si è arrivati alla dichiarazione ufficiale del “Dia Nacional del Tango” può apparire molto romanzata, di fatto è però la storia ufficiale che ci viene tramandata e comunque ha il suo fascino caratterizzato anche da una sorta di destino.
Ben Molar, l’artefice dell’idea e della sua realizzazione, è un personaggio quasi mitologico della porteña Buenos Aires: sin da giovane fu autore lui stesso e appassionato animatore di una certa comunità tanguera e della musica più profondamente portegna accompagnata dalle charlas dei caffè, che hanno fatto la storia dell’Argentina, e dalle amicizie importanti che coltivò con grande affetto come Julio De Caro, Aníbal Troilo, Enrique Cadícamo, Tita Merello e tanti altri.
Era una notte del 1965 quando Ben Molar attraversava a piedi l’angolo magico del tango di Buenos Aires tra la strada Corriente ed Esmeralda, là dove danzavano e danzano i grandi teatri, quello stesso angolo magico cui nel 1933 è stato dedicato il Tango Corriente y Esmeralda che se ascoltate ora in sottofondo vi farà “entrare nella parte”:
https://m.youtube.com/watch?v=1Sd2622R4b0
Molar stava andando a casa del grande musicista Julio De Caro a festeggiarne il compleanno quando gli venne alla mente che anche un altro grande del tango era nato quello stesso giorno, Carlos Gardel. La Musica e la Voce per antonomasia del tango erano nati lo stesso giorno, mancava solo la ricorrenza.
L’intuizione sposava l’attuazione!
Ben Molar si mosse prima a livello locale della città di Buenos Aires, riuscendo a coinvolgere tante importanti istituzioni legate al Tango Argentino, e poi a livello del governo centrale, federale, dove il suo compito divenne più duro.
Dopo grandi lotte, il 29 novembre 1977 Ben Molar riuscì ad ottenere il riconoscimento col decreto Nº 5830/77 della Municipalidad della città di Buenos Aires che ufficializzava la commemorazione a livello locale e poco dopo col Decreto Nº 3781/77 del 19 dicembre 1977 fu sancito il riconoscimento su tutto il territorio nazionale.
Fu una data importantissima per il tango così come più tardi lo furono altre due: nel 2003 l’Unesco ha dichiarato la voce di Carlos Gardel un Patrimonio Culturale dell’Umanità e il 30 settembre 2009 lo stesso tango diventa Patrimonio dell’Umanità!
Forse a chi mi chiede e non comprende quale sia la differenza del tango con altri balli, forse dovrei semplicemente ricordargli queste tre date!
Vorrei però ora farvi pensare a un’altra data, legata al tango, che per ognuno di noi è la più importante e cioè quel giorno così particolare in cui ognuno di noi ha incontrato questo ballo o meglio il giorno in cui il tango ha incontrato ognuno di noi.
È molto diversa la prospettiva: noi che incontriamo il tango oppure il tango che incontra noi…sono due momenti molto diversi e non sempre si ha la fortuna di viverli entrambi.
Il momento più importante e vero, quel giorno da ricordare, è quando il tango incontra noi, quando è lui che arriva sulla nostra strada.
Io quel giorno avevo in braccio una bimba cui stavo facendo da animatrice in un noto ambiente sportivo milanese e a un tratto ho sentito salire dal sotterraneo una musica a me nota: era un tango naturalmente ed era a me nota perché anni prima avevo fatto un corso di tango che poi avevo abbandonato poiché ero andata io incontro al tango!
Ora era lui che veniva incontro a me: con la bimba in braccio scesi le scale del sotterraneo e arrivai in una sala dove stavano facendo lezione di tango. Timida sulle scale mi fermai guardando con gli occhi e l’animo che forse parlavano più di mille parole.
Un minimo senso di responsabilità mi risvegliò e mi fece presente che mi ero allontanata con una bimba non mia e che dovevo quindi riportarla “a destinazione”. Lo feci subito con la speranza che quella lezione di tango durasse ancora a lungo.
E così fu: ridiscesi quelle scale una mezz’ora più tardi senza la bimba in braccio, il Maestro mi chiese “sai ballare?” e io timidamente risposi “un po’”. Gerardo mi tese la mano e mi avvolse nell’abbraccio e mi “riconsegnò” al tango. Il tango mi aveva trovata ed era venuto a prendermi. Era una domenica di sole di settembre 2012: El Dia de Mi Tango!
Come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!
Un abbraccio!