“Hai ballato con quello!”
È una frase ambigua che dà adito a tante interpretazioni.
Lasciamo da parte quelle legate a insinuazioni miste di gelosia, e consideriamo la più interessante e significativa che “apre la porta” a un connotato molto importante del tango.
Avete presente quando il tuo uomo, compagno, amico, amica o chi per esso, ti chiede con aria stupita mista a incredulità e con un pizzico di rimprovero se hai ballato con un uomo che oggettivamente ha dei limiti fisici molto evidenti?
Può essere un ballerino in evidente sovrappeso, di dubbio fascino e incerta tecnica, un uomo con limitazioni motorie o anche cognitive…insomma l’opposto del tanguero bravo e bello descritto nei nostri articoli e simbolo del nostro immaginario collettivo.
Il bello e il senso del tango è proprio anche questo!
La milonga è un luogo aperto a ogni tipo di persona e restando fermo e inossidabile il concetto di educazione e rispetto, la milonga dà a tutti la possibilità e il diritto di trascorrere una serata in compagnia, chiacchierando e provando a ballare con persone che dovrebbero essere pronte prima di tutto all’accoglienza dell’”altro”.
Non dimentichiamoci infatti mai delle origini del tango: non sono certo i lustrini, lo spacco, la bellezza e la bravura che lo hanno fatto nascere. Bensì la polvere delle strade, la stanchezza del dopo lavoro, la diversità delle tante persone che si sono ritrovate a condividere uno stesso spazio, uno stesso luogo con il desiderio di incontrarsi e stare bene insieme.
In milonga non siamo tutti alti, belli, bravi, eleganti e profumati! In milonga ci sono anche persone con diversità di età, di fisicità, di inclinazione al ballo, non parlo di diversità di sesso, razza e religione che sono accettate e rispettate da tutti.
Parlo di alcune persone con cui molti non vogliono ballare perché non corrispondono ai canoni della supposta perfezione, persone diverse dal “sogno” del tango.
E allora si evita il loro sguardo, la loro mirada, il loro venirti incontro con garbo per chiederti un ballo.
Ecco, anche questo è il tango: l’incontro e l’accoglienza con chi è diverso da te e che ti chiede un momento di condivisione in un abbraccio rispettoso sulle note di quella musica che è il collante di tutti noi, sulle note di quelle parole che appartengono a tutte le nostre anime umane nude nella loro umanità, ai nostri universali sentimenti ed emozioni.
Siamo tutti uguali nelle note di un tango e quindi sì, si “balla con quello” che tutto rappresenta fuorché ciò che ti aspetti dal tango, e che invece incarna esattamente l’idea più profonda del tango: l’accoglienza!
È dunque belle tanguere, ogni tanto siate accoglienti anche con chi non sarà certo il vostro palcoscenico di esibizione, ma con chi forse vi renderà il cuore più buono!
E come sempre Buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi solo lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà… A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!
Un abbraccio