Si è conclusa con l’ultima recita del 31 dicembre la produzione di Don Chisciotte al Teatro dell’Opera di Roma, primo titolo della Stagione di balletto 2022/2023 con 14 recite tra serali, pomeridiane e matinée per 5 cast di alto livello. Un vero successo che ha illuminato il periodo delle feste natalizie fino al brindisi di Capodanno!
A dirigere l’orchestra nell’esecuzione della travolgente musica di Minkus, il M° David Garforth, già noto al pubblico romano, che durante la seconda recita a cui abbiamo assistito ci è sembrato mantenere tempi molto lenti, non sempre a supporto delle esigenze dei ballerini in scena. D’effetto i costumi e le scene colorate e funzionali di Francesco Zito e Antonella Conte. Luci curate da Vinicio Cheli. Coreografia seducente e vicina alla versione originale di Petipa, firmata da Laurent Hilaire (ripresa da Gillian Whittingham) che per l’ensemble di Roma aveva già rimontato Le Parc di Angelin Preljocaj e collaborato a Serata Nureyev.
Nel cast, due étoile ospiti: nel ruolo di Kitri, Isabella Boylston al suo debutto al Costanzi e, come Basilio, Daniel Camargo, entrambi principal dell’American Ballet Theatre. Lei ci è piaciuta più di lui che abbiamo apprezzato maggiormente in altri ruoli. Come spesso capita quando si assiste a Don Q, si sente in sala: “È che abbiamo tutti in mente l’inarrivabile Basilio di Baryshnikov!” Che lo si voglia ammettere o meno, ci si pensa. Impeccabile il primo ballerino Claudio Cocino nel ruolo di Espada (personalmente, lo trovo un artista interessante e sempre apprezzabilissimo). Il corpo di ballo non delude. Particolarmente bello il primo quadro, la piazza del mercato di Barcellona. Bene Alessandra Amato (Mercedes/Regina delle Driadi), Eugenia Brezzi (Amore), Simone Agrò (Capo dei banditi) e, nel ruolo di Don Chisciotte, Damiano Mongelli.
Lunghi applausi di un pubblico caloroso ed entusiasta per tutti gli artisti coinvolti.
Photo: Fabrizio Sansoni – TOR
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