E’la danza la grande bellezza che può salvare il mondo. Fracci e Menegatti: “Non chiudano le scuole di danza. Noi ci saremo ma lo stato ci deve aiutare”

di Francesco Borelli
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Il momento che stiamo vivendo nel nostro Paese prima ed in tutto il globo terraqueo non è dei migliori.

E’ bastato un miserabile virus a mandar tutto allo sbaraglio compresa l’economia globale. Dopo la pandemia, che se Dio vorrà avrà pure un termine, dovremo cominciare a porci l’imperativo della ricostruzione in tutti quei settori produttivi che oggi la quarantena ha fermato e la cui ripresa sarà lenta ma certa. Quella che stiamo vivendo è una crisi paragonabile a quella dell’ultimo dopoguerra: dovremo rimboccarci le maniche e dare inizio, ciascuno nel settore produttivo di competenza, a riprendere le “cose” che Covid- 19 ha brutalmente interrotto.  Sempre che ne sia rimasta indelebile traccia.

Il governo in carica, pur tra mille difficoltà economiche sta tentando di salvare il salvabile, prima di tutto dando una mano di aiuto a chi ha problemi di sopravvivenza – scelta non discutibile – ed a tutte quelle attività produttive che poi dovranno dare il via ad un New Deal tutto Italiano.

Mi sia perdonata, però, solo una osservazione: il decreto varato salvaguarda tutte le categorie: i sottoccupati, i disoccupati, le partite Iva, gli autonomi…dimenticando però, forse per questo… chi lavora dietro le quinte: i cultori della Grande Bellezza, vale a dire chi si spende nel mondo della danza, nell’ assordante silenzio di chi invece potrebbe ed avrebbe, non solo in questa particolare contingenza, potuto spendere ieri come oggi, qualche parola a tutela delle migliaia di persone che operano nel settore senza alcuna clausola di salvaguardia.

E così mentre la vita di ognuno di noi, ciascuno chiuso nella propria casa, sogna un ritorno alla normalità che mai, come in questo momento, sembra essere lontano, mentre il mondo intero soffre e conta i suoi morti e l’economia patisce le conseguenze della pandemia, l’intero sistema e le scuole di danza rischiano la chiusura. E’ proprio così, migliaia di scuole senza alcun sostegno o sovvenzione, languono tra sale vuote e luci spente.

E nel più impenetrabile dei silenzi, una voce che si è levata a favore di questa categoria è quella della ballerina più famosa al mondo, Carla Fracci e Beppe Menegatti, regista blasonato, ambedue grandi artisti e coppia nella vita. Ecco alcuni stralci di una intervista da loro concessa ad Adnokronos.

“Non chiudano le scuole di danza – è l’appello dell’eterna fanciulla – non soltanto quelle delle grandi città, ma anche dei piccoli centri. Luoghi di eccellenza e di cultura. Non mollino le persone di buona volontà, non si perdano d’animo. I giovani sono il nostro futuro, il nostro domani. Bisogna assolutamente ricominciare con attenzione, naturalmente, con cautela. E noi ci saremo. Disponibili a collaborare e lavorare insieme”.

Tutto ciò che sta accadendo è difficile da accettare e da adolescente ho vissuto anche le vicissitudini dell’ultima guerra. Allora il nemico era dichiarato, lo si conosceva, ma questo virus è un morbo atroce che non ha volto, che tutta l’Italia sta affrontando in modo eroico.

“Non dobbiamo mollare la presa – hanno aggiunto poi Beppe Menegatti e Carla Fracci – bisogna  ricominciare a lavorare perché la danza, come tutte le forme d’arte, è anche educazione ed avamposto di moralità .

Noi ci saremo, ha ribadito la signora della danza– ma da soli non possiamo farcela. Spero che lo Stato, il governo ci aiuti, ci sostenga, venga incontro alle scuole di danza. Tutte le scuole private, vivono e lavorano senza fondi e sovvenzioni e si barcamenano, quotidianamente, tra mille difficoltà”. 

L’appello di Fracci e Menegatti è una delle tante voci levatesi in questi giorni, speranzosi che questo possa essere recepito da sordi e dimentichini, perché la danza, solo la danza, è la Grande bellezza che può salvare il mondo.

Foto: Corrado Maria Falsini

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