Il balletto Puccini, del francese Julien Lestel con Eleonora Abbagnato, ha concluso, lo scorso 15 luglio, la manifestazione Torino Estate Reale, una ricca programmazione di due settimane nella splendida cornice della Piazzetta Reale di Torino.
Grande l’attesa e alte le aspettative per la coproduzione italo-francese, danzata da venti ballerini, firmata da Julien Lestel, coreografo francese che, dopo una prestigiosa formazione e altrettante collaborazioni importanti, fonda, nel 2006, la propria compagnia.
Un omaggio alla musica, all’opera e alle eroine tragiche di Puccini, che si sono susseguite senza interruzione sulla scena: Madama Butterfly, Mimì, Manon Lescaut, Turandot, Suor Angelica, Lauretta (da Gianni Schicchi), e infine Tosca, forse la protagonista più forte e più emblematica creata dal genio del compositore toscano.
Aspettative altissime, come si è detto, ma il balletto fatica un po’ a decollare: la cifra stilistica di un coreografo, si sa, è riconoscibile nelle sue creazioni, senza dubbio, ma qui l’impressione è stata quella di avere soltanto una lunga serie di variazioni su un unico modello, tutte più o meno somiglianti. Gli unici pezzi che si sono contraddistinti, perché un po’ più autonomi e differenti dagli altri, sono stati quello dedicato a Manon Lescaut (interpretata dalla brava ed energica Mara Whittington) e quello ispirato a Tosca, impersonata da Eleonora Abbagnato, che spicca per la carica drammatica della sua interpretazione, sottolineata ulteriormente dal lungo abito rosso che ben evidenzia lo spirito del personaggio colto nel suo aspetto più tragico e disperato.
Le altra coreografie non si sono imposte in modo particolare per un carattere specifico o per qualcosa che le contraddistinguesse, o che perlomeno le distinguesse l’una dall’altra in maniera decisa, a parte il colore degli abiti indossati dalle danzatrici. Uno stile un po’ vecchio, molta Graham rispolverata, abiti lunghi e morbidi, un gran lavoro di port de bras e di schiene ma nulla di più.
Degno di nota l’assolo di Claudio Cocino, interprete di Mario in Tosca, l’ultima coreografia, che si è distinto per una variazione che, rispetto alle precedenti, presentava anche qualche elemento di difficoltà tecnica come salti e giri.
Applausi convinti ma contenuti da parte del pubblico, non tanto per il balletto in sé ma sicuramente più per il “personaggio” Eleonora Abbagnato, per la prima volta ospite della città.