Eleonora Abbagnato è “Giulietta” nello spettacolo di Daniele Cipriani

di DANCE HALL NEWS
1,5K views

Alla piccola grande donna immortalata da William Shakespeare (e dopo di lui da innumerevoli pittori, musicisti, scrittori, registi e coreografi), è dedicato questo spettacolo in cui le arti della musica, della danza e della poesia si uniscono per dipingere a colori – ora delicati, ora vivissimi – un ritratto nuovo e inusuale della più celebre veronese di tutti i tempi. Ad incarnarla, la ballerina Eleonora Abbagnato, direttrice della Compagnia di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma e già étoile dell’Opéra di Parigi. Lo spettacolo, a cura di Daniele Cipriani, s’intitola, concisamente, Giulietta.

Dopo la  prima assoluta la scorsa estate al Teatro Romano di Verona e  al Nervi Music Ballet Festival, lo spettacolo Giulietta è attualmente in tournée in diverse città italiane: ieri è andato in scena presso il Teatro del Giglio di Lucca; questa sera sarà al Teatro Verdi di Gorizia; 19 marzo – Teatro Comunale di Modena; 3 aprile – Teatro Regio di Parma. Prestigioso appuntamento estivo il  26 luglio al  Teatro Antico di Taormina.

Ascolteremo non le celeberrima partitura Romeo e Giulietta di Prokofiev, ma altre pagine musicali ispirate alla tragedia scespiriana, eseguite dal vivo in palcoscenico da due virtuosi del pianoforte, Marcos Madrigal e Alessandro Stella che ne eseguiranno le trascrizioni, piuttosto inusuali, per due pianoforti, diventando protagonisti dell’azione stessa insieme ai ballerini.

Giulietta, danzata sull’ouverture-fantasia di Ciaikovsky, è la creazione che dà il nome alla serata ed è firmata Sasha Riva e Simone Repele / RIVA&REPELE (freschi del successo della tournée della loro creazione Lili Elbe che racconta la vita del pittore danese Einar Wegener, una delle prime transgender della storia). Vediamo una bionda bambina assorta in romantici sogni ad occhi aperti: una piccola Giulietta dei nostri giorni la quale immagina se stessa adulta, bellissima e appassionata, accanto al suo innamorato. Si assomigliano la piccola e la grande Giulietta, poiché la donna è Eleonora Abbagnato, la bimba Julia Balzaretti, figlia dell’étoile, anni 11, che (guarda caso), porta lo stesso nome dell’eroina veronese. Il “Romeo” contemporaneo, quintessenza del giovanotto “cool” secondo i parametri della fantasia infantile odierna, è Sasha Riva. Le sorprese di questo balletto saranno tante: presente, futuro e anche passato (con reminiscenze di Capuleti e Montecchi) si fondono, mentre un amico immaginario (Simone Repele) scandisce il tempo a giri di bicicletta.

Al contempo eterea e sensuale, impalpabile e volitiva, dal fascino senza tempo, Eleonora Abbagnato, rappresenta (piuttosto che un personaggio) “l’idea” di Giulietta quale simbolo dell’amore: amore tra uomo e donna, ma anche tra persone dello stesso sesso; amore tra adolescenti (come nella tragedia di Shakespeare), ma anche tra persone di età diverse. È appunto a questo tipo di rapporto amoroso che è dedicata la coreografia di grande intensità, firmata da Uwe Scholz, geniale coreografo tedesco scomparso prematuramente all’inizio del secolo, che apre la serata: Eleonora Abbagnato e Michele Satriano, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, interpretano il passo a due dal balletto Rosso e Nero, creato nel 1988 per Vladimir Derevianko e Eileen Brady e rimontato qui da Giovanni Di Palma. Nel romanzo di Stendhal, nonché nel balletto-capolavoro di Scholz, viene descritta la passione, tinta da mille sfumature anche contrastanti, tra il seminarista Julien Sorel e la sua matura amante Madame de Rênal; la musica è tratta, non a caso, dalla “symphonie dramatique” Roméo et Juliette di Hector Berlioz.

Se il filo conduttore è dunque l’amore in tutte le sue sfaccettature, al noto slogan della rivoluzione psichedelica degli Anni ’60 viene aggiunto un elemento che fa riferimento sia all’odierno riconoscimento dei diritti LGBT, sia alla pressante esigenza di ricercare una pace sul nostro pianeta: Giorgio Mancini crea Peace & Rainbow Love sulla West Side Story Suite per due pianoforti di Leonard Bernstein. West Side Story, celeberrimo musical con coreografie di Robbins, poi film nel 1961 (recentemente rivisitato da Steven Spielberg) trasponeva la vicenda da Verona a New York; il balletto di Mancini, invece non ci parla di amanti provenienti da etnie diverse oppure da famiglie rivali. Evoca invece l’amore tra persone dello stesso sesso, andando comunque ‘oltre l’arcobaleno’ per raggiungere una fratellanza più estesa. Molti “Giulietti”, e una “Giulietta”, si fanno rappresentanti dei temperamenti umani (qui sono sei, non più quattro), ognuno simboleggiato da un colore diverso della iconica “Rainbow Flag: danzano l’étoile del Teatro dell’Opera di Roma Rebecca Bianchi (Rosso-la vita), Simone Agrò (Giallo- la luce), Mattia Tortora (Verde – la natura), Gabriele Consoli (Arancione – la salute), Bryan Ramirez (Blu – la serenità), Michele Satriano (Viola- lo spirito).

Arricchiscono il programma gli intermezzi Blanc e noir, coreografati e interpretati da Sasha Riva e Simone Repele su musica di Charles Ives, per arrivare, a coronamento della serata, alla creazione di Repele&Riva di cui sopra, in cui ascolteremo il prologo di Romeo and Juliet, sussurrato alla piccola Julia/Giulietta dal suo amico immaginario. Si tratta in realtà di un sonetto, e qui è interessante notare che Shakespeare scrisse un’intera raccolta di sonetti e che sono questi che hanno ispirato a Daniele Cipriani lo spettacolo Giulietta. Essi sono dedicati alla persona (o persone) di cui lo scrittore si era invaghito: una giovane donna? Un giovane uomo? Una figura enigmatica, misteriosa, di cui (come dello stesso Bardo) non conosceremo mai l’identità. Chiamiamo anche lei (o lui) semplicemente “Giulietta”. Oppure, ancor più semplicemente, “Amore”.

Crediti fotografici: Graham Spicer

Articoli Correlati

Lascia un Commento