Fabio Crestale e i 10 anni de “I Funamboli – intervista

di Francesco Borelli
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Dieci anni de “I Funamboli”; quando nacque la compagnia immaginavi che avrebbe avuto un così roseo futuro?

La compagnia è nata intorno alla metà di aprile del 2011. Non desideravo nulla se non dar voce al mio lato più creativo. Non pensavo a un progetto a lungo termine, o a un lungo futuro; volevo solo essere me stesso ed esprimere, attraverso il mio linguaggio, ciò che sentivo. Null’altro. Poi il trascorrere del tempo, gli incontri, i danzatori che hanno lavorato con me, han regalato solidità al progetto. Ma tutto è venuto in maniera assolutamente naturale. Senza forzatura alcuna.

Ricordi il primo spettacolo creato per la compagnia?

Si, era Il Muro, una creazione che ha vinto tanti premi e che ha dato il via a tutto ciò che è venuto dopo.

Chi sono state le persone che han creduto nella compagnia?

Prima di tutto i danzatori che nel corso di questi 10 anni han lavorato con me. Poi i critici che, attraverso le loro parole, han sostenuto il mio lavoro e applaudito il mio linguaggio coreografico. Infine la Francia, il paese che mi ha accolto e che ha creduto in me, seppure straniero. Nel 2018 durante il Festival Les Synodales le Sens de la Danse al Teatro Municipal de Sens,  mi è stato conferito il primo premio su dodici compagnie europee che han partecipato. Questo importante riconoscimento è stata la ciliegina sulla torta e mi ha ulteriormente motivato donandomi forza e voglia di fare.

Tu pensi che in Italia avresti avuto le stesse possibilità che hai avuto in Francia?

Sinceramente no. In Italia non esiste meritocrazia: sono altre le dinamiche che regolano le scelte di chi produce spettacoli o di chi li fa circuitare. E questo risulta contro producente sia rispetto alla creatività di un artista, qualunque sia l’ambito in cui si opera, sia rispetto alla realizzazione e distribuzione di uno spettacolo.

Che cosa significa festeggiare 10 anni di vita di una compagnia di danza ai tempi del covid?

Lo scorso anno, in questo stesso periodo, il Philharmonie de Paris mi chiamò per una produzione con orchestra che si sarebbe dovuta programmare nel mese di aprile 2021. Un duplice motivo di gioia; non solo per la bellissima proposta di lavoro ma anche perché avrei potuto festeggiare in scena i 10 anni di lavoro della compagnia. L’emergenza sanitaria, poi, ha bloccato tutto: i teatri sono chiusi da un anno e i festeggiamenti ovviamente rimandati.

Hai già pensato a un’alternativa? Quando festeggerai in scena il compleanno de I FUNAMBOLI?

In teoria dovremmo portare in scena lo spettacolo nel mese di giugno al castello di Chambord, nella valle della Loira. Ma siamo in attesa di sapere come si evolverà la situazione pandemica.

Con quale spettacolo festeggerai il genetliaco della tua compagnia?

Si intitola Petites Piecès, un insieme di dieci coreografie estratte dalle tante produzioni portate in scena. Una sorta di Best of in cui assoli, passi a due, insiemi si susseguono legati tra loro dalla musica di un violino e di un pianoforte che accompagneranno l’intera serata. In scena tanti danzatori tra cui alcuni solisti dell’Opera di Parigi. Sarà interessante cogliere come e quanto il mio stile sia cambiato negli anni: inizialmente più classico, poi sempre più contemporaneo.

L’organico della compagnia è fisso o cambia in base alla produzione che metti in scena?

Ogni progetto ha i propri danzatori. In generale, tutti i ballerini che lavorano con me, devono possedere una forte base classica. Poi, a seconda dello spettacolo, prediligerò danzatori più contemporanei o maggiormente classici.

Buon compleanno a I FUNAMBOLI e al suo brillante coreografo.

I danzatori che hanno collaborato con la compagnia durante i 10 anni di attività: Florian Magnenet, primo ballerino dell’Opéra de Paris; Alessio Carbone, primo ballerino dell’Opéra de Paris; Juliette Hilaire, Claire Gandolfi, Sofia Rosolini e Chloé Reveillon dell’Opéra de Paris; Arnaud Baldaquin e Cyril De La Barre della Compagnia Roland Petit; Roberto Forleo del Béjart Ballet; Pedro Lozano Gomez, del Ballet Royal de Flandres; Elsa Godard del Royal Ballet di Londra; Lucille Moulin; Brian Caillet; Pauline Richard; Geoffrey Ploquin; Andrea Apadula.

Tra i musicisti: Arnaud Nuvolone, primo violino dell’Opéra de Paris e Andrea Turra, pianista e Maestro del coro dell’Opéra de Paris.

Assistente alla coreografia: Rafael Molina.

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