Finalmente dopo 9 anni di assenza torna sul palco scaligero il Lago dei Cigni nella seconda versione di Nureyev, creato per l’Opera di Parigi nel 1984 e arrivato alla Scala nel 1990, protagonisti Isabel Seabra e Charles Jude con Nureyev stesso nel ruolo di Rothbart.
Poi ripresa in più anni, questa edizione del Lago, che vide il suo apice nel 1993 in una inimmaginabile Sylvie Guillem con Laurent Hilaire (mio marito che di balletto mastica pochissimo, uscì allibito e riuscì a dire solo che aveva visto un’artista di un altro mondo), torna dopo le ultime recite del 2013 con Osipova in coppia con Claudio Coviello fresco di nomina di Primo Ballerino, e del 2014 ancora con ospiti come David Hallberg che ballò con Zakharova e Manni, Polina Semionova che ballò con uno smagliante debuttante, Carlo di Lanno.
Da allora abbiamo visto la ricostruzione storica di Ratmansky fino al 2017 e poi il Lago in qualsivoglia versione è uscito dal cartellone scaligero (anche per colpa del covid): ricompare oggi, in dieci serate suddivise fra 5 cast, tanti, al modo di Legris.
Due recite per ogni coppia quindi così distribuite: a Nicoletta Manni, esperta Odette Odile versione Nureyev, e Timofej Andrijashenko, reduci da un’estate molto attiva tra gala, Arena, matrimonio e balli in bianco, viene affidata la prima del 15 settembre e la recita del 19.
Claudio Coviello, grande interprete dello stile di Nureyev, ritrova il suo Siegfried dopo 8 anni con Martina Arduino al suo debutto in questa versione il 16 e il 20 settembre.
Poi sarà la volta di Alice Mariani, che già ballò il ruolo a Dresda con Marcelo Gomes e che qui affronterà la coreografia con Mattia Semperboni, solista al suo debutto nel ruolo: ballerano il 21 e il 23 settembre.
Olga Smirnova e Jacopo Tissi, suo partner al Bolshoi con cui si è ritrovata insieme principal a Het National Ballet nell’ultimo mese, balleranno il 22 e il 26 settembre: lei è sicuramente un’Odette Odile di grande spessore e lirismo tipico della scuola Vaganova, certamente difficile da vedere in Italia e sarebbe un peccato perderla. Ma,ahimè i biglietti sono sold out da mesi, ben prima che uscissero i cast e questo ha comportato una specie di roulette russa (!) sulle serate scelte per noi pubblico pagante.
Il quinto cast è un debutto su tutta la linea: Maria Celeste Losa e Navrin Turnbull solisti della compagnia, lei argentina e lui australiano arrivato alla Scala via Vienna, affronteranno questo balletto gigantesco con tutto il coraggio e forse l’incoscienza sana dei giovani il 25 settembre (serata Giovani e Anziani) e il 27. Grande occasione per loro visto che il 27 sarà la serata trasmessa in streaming su Scala TV e quindi la loro platea si potrà allargare ulteriormente.
I Rothbart saranno Marco Agostino, Christian Fagetti (in uno dei suoi cavalli di battaglia), Gabriele Corrado ed Emanuele Cazzato. Questo ruolo creò non poche perplessità agli inizi perché sicuramente è l’elemento di vera discontinuità con le principali versioni del passato, forse più ancora della maggiore importanza data al Principe Siegfried nella prima versione Nureyev a Vienna nel ‘64. Tutta l’introspezione del personaggio malinconico e sognante di Siegfried esplode nella versione ora in scena dove il principe è totalmente perso nella sua immaginazione, sogna la storia di Odette fin dall’inizio per ritrovarla identica nell’ultima scena quando su di lui cala il sipario. E il doppio ruolo malefico di Rothbart ma al tempo stesso di grande confidenza e presa di Wolfgang, che forse ricalca il doppio ruolo di Odette Odile, è stata un’intuizione di Nureyev per alcuni geniale e che gli ha permesso di ricucirsi un ruolo di grande spessore anche a fine carriera.
Le scene fredde e le grandi mura di Frigerio insieme ai costumi dai colori cipria di Squarciapino rendono perfettamente quest’atmosfera malinconica e sognante in cui il principe vagheggia.
Se Manuel Legris in genere non chiama molti artisti ospiti, sicuramente lo fa con i maître, e questa volta a fare da coach per il doppio ruolo di Odette Odile ha invitato Isabelle Guérin splendida Étoile dell’Opera di Parigi, come lui di quella generazione Nureyev che ha brillato sui palcoscenici di tutto il mondo. E in platea alle prove c’era anche Jean Guillaume Bart: l’Opera alla Scala.
Interessante sarà ascoltare la performance, sotto la direzione di Koen Kessels, dell’orchestra dell’Accademia dato che l’Orchestra della Scala è stata in tournée fino ad oggi.
Insomma c’è grande attesa per il ritorno di questo capolavoro che alla Scala ritrova la sua casa.
A presto per i commenti sui cast che riusciremo a vedere.
Appuntamento per tutti il 27 settembre su ScalaTV: https://lascala.tv/it/evento/94e62f3f-ab0a-4f88-b22c-30795401177e
Crediti fotografici: Brescia&Amisano