Finché c’è Tango c’è vita: La “ronda de cumple”

di Vittoria Maggio
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Finché c’è tango c’è vita oggi festeggia la sua autrice!
Sì, cari navigatori danzanti, cogliamo l’occasione del compleanno di questi giorni di Vittoria Maggio per parlare di una bellissima usanza tanguera: la ronda di compleanno o meglio definita in spagnolo “ronda de cumple”.

Attesa o temuta da ogni tanguero è un appuntamento quasi d’obbligo!

Se è attesa e si ha la voglia di celebrarla sarà certamente il festeggiato o la festeggiata stessa a far sapere con disinvoltura agli amici che ha piacere di eseguirla e che chissà forse organizzerà anche una piccola festa con torta e pasticcini.

Se si vuole invece evitarla, bisogna celare a chiunque la propria data di nascita, non segnalarla su nessun social, darsi malato quel giorno e per prudenza anche quelli prima è quello dopo e  certamente non andare in milonga perché se il potenziale festeggiato “nicchia” o fa finta di niente, state sicuri che qualche amico o nemico complotterà con organizzatore della milonga, Musicalizador e amici vari per costringere il “rinnovato nato” alla ronda!

A che cosa si deve questo doppio e opposto atteggiamento emotivo al fare o non fare la ronda de cumple? E soprattutto che cos’è?

Innanzitutto la ronda è l’insieme dei cerchi concentrici che si formano ballando sulla pista, seguendo il proprio movimento di rotazione sul proprio asse e il movimento rotatorio antiorario di avanzamento lungo la pista.

La ronda de cumple ha origine casuale,  un po’ come  per tanti elementi del tango argentino che nascono “un bel dì non si sa come e non si sa quando”, con naturalezza e immediatezza, come fattore istintivo di persone che amavano fondamentalmente stare insieme, condividere, rilassarsi e gioire dopo le fatiche della giornata.

In fine dei conti è un usanza che troviamo anche nella cultura europea piuttosto che americana. Il momento del compleanno è solenne e viene festeggiato generalmente con le danze e soprattutto nei debutti  in società, che si era soliti fare una volta ma che anche oggi non sono così insoliti, il festeggiato o la festeggiata balla  da solo al centro della pista con tanti “pretendenti”.

È da vedersi forse come una sorta di rituale di passaggio che quindi come per tutti i riti prevede una buona dose di coraggio e di capacità di sostenere il “giudizio” della comunità provando il proprio essere adulto consapevole. Ballare da soli con differenti ballerini che hanno stili diversi e coi quali non è detto che si abbia già una conoscenza pregressa o approfondita, soprattutto di fronte agli occhi degli altri e sotto il loro inevitabile commento…beh…a qualcuno può non fare piacere o semplicemente intimidire.

La ronda di compleanno è quindi un giro per la pista tutto per il festeggiato dove si “sfidano” amiche o amici a turno, sulle note generalmente di un tango o di un vals scelto dal festeggiato o improvvisato dal Musicalizador.

Come parte la musica chi compie gli anni si pone al centro della pista e attende che  i ballerini lo invitino al ballo: per alternarsi si tocca la spalla di chi sta ballando in quel momento col festeggiato quasi a chiedergli permesso o piuttosto a rammentargli che il suo lasso di tempo è terminato.

Può sembrare lunghissima, interminabile oppure troppo breve, quasi un lampo dopo tanta tempesta di pensieri ed emozioni.

Le emozioni del festeggiato sono tante, le più disparate, compresa la paura che nessuno venga ad invitarti per chissà quale motivo. Si dissimula noncuranza e savoir-faire, ma in realtà negli occhi di ciascuno di noi si possono leggere tante sfumature di mille colori che solo al termine della prova coraggiosa lasciano spazio a un  respiro di sollievo e alla  gioia di festeggiare con torta, pasticcini e un buon calice di spumante!

La mia ronda sarà stasera ed è la mia prima nonostante balli tango argentino da anni: per vari motivi  non è mai stato possibile farla prima… ma si sa a tutto c’è un perché è per tutto c’è sempre un tempo. Torta e spumante attendono!

Come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!

Un abbraccio.

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