Finché c’è tango c’è vita”: una nuova rubrica dedicata totalmente al tango

di Vittoria Maggio
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Finché c'è tango c'è vita è una nuova rubrica dedicata al tango e il titolo prende spunto dal celeberrimo motto di Marco Tullio Cicerone “Finché c'è vita, c'è speranza”!

Quindi come un sillogismo aristotelico ne consegue che tango=speranza e forse proprio questa speranza è la vera essenza del tango.

Il tango infatti ha mille facce, mille significati, mille interpretazioni: nessuna sbagliata e tutte giuste! É come se gli studenti della stessa classe facessero compiti diversi ma comunque corretti! Un miracolo, decisamente impossibile no? 

Mentre il tango è così, comunque sempre giusto!

Come dice Al Pacino nel famoso film Profumo di donna, in cui tutti lo ricordiamo ballare il tango, “Non c'è possibilità di errore nel tango,  non è come la vita: è più semplice. Per questo il tango è così bello: commetti uno sbaglio, ma non è mai irreparabile, seguiti a ballare”.

Tango, vita, speranza.

La speranza che avevano gli immigrati arrivati nel bacino del Rio della Plata, tra Montevideo e Buenos Aires verso il 1880. La speranza di una vita migliore. Ma di questo torneremo a parlare nei nostri prossimi appuntamenti.

Finché c'è tango c'è vita oggi vuole celebrare La Cumparsita uno dei tanghi più noti, senza dubbio quello più conosciuto e più venduto al mondo, che grossomodo compie 100 anni proprio di questi tempi: è sempre “grossomodo” nel tango, non ci sono mai date e dati completamente certi, la nascita dello stesso tango non è precisa, così come cantano in Notas i Gotan Project: “no se sabe justo cuándo, un buen día nació el tango”!

La Cumparsita pare fu suonata per la prima volta tra la fine del 1915 e il 1916 a Montevideo nella Caffetteria La Giralda, un luogo oggi demolito al posto del quale svetta la torre del Palacio Salvo, un meraviglioso esempio di Art Deco.

Melodia creata per la sfilata dei carri allegorici del Carnevale di Montevideo, comparsa è il nome che si dà al membro di un carro allegorico, era inizialmente una sorta di marcetta studentesca allegra e spensierata da canticchiare durante la festa. Fu inventata dal musicista uruguaiano Gerardo Matos Rodriguez che sembra fosse molto bravo nell'inventare la melodia ma non nello scrivere la partitura che così fu affidata a uno dei pianisti allora in voga, Roberto Firpo che la arrangiò a tango sotto espressa richiesta dello stesso Matos Rodriguez che ne voleva una cadenza tanghera.

La prima esecuzione di questa nuova versione alla Caffetteria Giralda fu un successo che crebbe progressivamente e travolgente negli anni venti, quando Enrique Maroni e Pascual Contursi ne scrissero il testo, proponendo quindi una versione cantata. Carlos Gardel nel 1924 con la sua personale versione la rese ancora più famosa in quanto uno dei suoi pezzi preferiti. 

Naturalmente di Gardel parleremo in una delle nostre successive puntate, ma intanto date un click a questo link:

https://www.youtube.com/watch?v=P0LosvoEEy8

Da allora non si può pensare al tango e non pensare alla Cumparsita che nel 1997 é stata proclamata inno popolare e culturale argentino.

E anche oggi quando noi tangheri andiamo a ballare in milonga, il luogo dove si balla tango, aspettiamo quasi con trepida attesa La Cumparsita che è l'ultimo tango che viene ballato. La serata in milonga si chiude sempre così: gli irriducibili tangheri rimasti fino a tarda notte sanno che quel tango d’altri tempi è il concordato segnale della fine della serata. Sudati, stanchi, ma felici si torna a casa e forse anche a dormire…con in testa le note e i passi dell’amato tango, di cui vi invito a guardare la meravigliosa interpretazione di Juan Carlo Copes, uno dei più grandi ballerini al mondo, nel film del 1998 Tango diretto da Carlos Saura:

https://www.youtube.com/watch?v=YpLqCth7DrY

Per oggi Buon Tango a tutti, a chi lo balla e a chi no, a chi inizierà a ballarlo, a chi solo lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e anche a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c'è tango c'è vita!

A voi l’inizio del testo de La Cumparsita in lingua originale e con la traduzione:

“Si supieras que aun dentro de mi alma, conservo aquel carino que tuve para ti. Quien sabe si supieras, que nunca te he olvidado, volviendo a tu pasado, te acordaras de mi.”

“Se sapessi che ancora dentro la mia anima, conservo quell’affetto che avevo per te. Chissà se sapevi che non ti ho mai dimenticato, ripensando al tuo passato, ti ricorderai di me”

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