Fondazione Arena; prosegue lo sciopero. Il direttore Renato Zanella si dimette.

di Beatrice Micalizzi
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"A fronte della drammatica situazione economica, senza risposte coerenti con l’attività artistica di un Teatro lirico, noi lavoratori ci troviamo a dover affrontare da soli la nostra battaglia. Costretti a difenderci da chi, responsabile del grande disavanzo, ha ingaggiato contro di noi una battaglia ideologica sui mezzi di stampa, arriviamo oggi all’estremo atto dello sciopero, consapevoli del disagio per il nostro pubblico".

Questo il messaggio distribuito la scorsa domenica, 20 dicembre, dai lavoratori della Fondazione Arena di Verona alle porte del Teatro Filarmonico per annunciare l’annullamento anche dell’ultima rappresentazione de La Forza del Destino (G. Verdi), in programma per quella data. Lo sciopero in segno di protesta prosegue ormai da giorni, iniziato con le recite saltate de Lo Schiaccianoci a la carte; la situazione nei giorni scorsi non ha fatto altro che peggiorare, con l’arrivo della notizia delle dimissioni del direttore M. Renato Zanella. 

“Con questo clima di tensioni e di mancanza progettuale è impossibile continuare a lavorare. E allora preferisco mettere la parola fine ad un rapporto che si è reso ormai difficilissimo. Ci tenevo tanto a portare qualcosa di buono nella mia città.” 

Esplicative e cariche di sfiducia le parole del ormai ex direttore del corpo di ballo che, esasperato, lascia il suo incarico per l’eccessivo malcontento e l’incapacità di trovare un punto d’incontro con i vertici della Fondazione.

Nonostante sia giunta la conferma di una prossima apertura di un tavolo di discussione tra le parti per rinegoziare l’integrativo, lavoratori e Fondazione sono ormai ai ferri corti. I rimanenti nove membri del corpo di ballo hanno dichiarato: "Da anni siamo in contrasto con l'attuale dirigenza, proprio a causa dei mancati investimenti in termini di organici, produttività e programmazione nel nostro settore, così come per tutto il Teatro. È stata proprio la dirigenza a scegliere negli anni di non reintegrare i posti scoperti ed è quindi evidente la volontà premeditata di portare alla morte il settore”.

Ricordiamo che lo scorso 13 novembre musicisti, ballerini, tecnici, attrezzisti e impiegati avevano occupato la sede di Fondazione Arena in Via Roma a causa del provvedimento per il taglio dell’integrativo sui contratti, un taglio che avrebbe comportato anche l’esternalizzazione e la conseguente chiusura del copro di ballo. Da allora, la scritta “Cultura bene comune” campeggia al di fuori di Sala Fagiuoli.

Con questo messaggio ben in vista, nella serata di Lunedì 21, Direttore d’orchestra solisti, coro e orchestra della Fondazione Arena hanno organizzato un concerto gratuito nella Chiesa di San Nicolò, proprio dietro l’Arena.

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