FreedHome: quest’anno il saggio si fa da casa

di Giada Feraudo
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Siamo ripartiti, si dice, o meglio, proviamo a ripartire. Certo è che, come tutti sappiamo, le limitazioni non sono poche, in modo particolare per il settore danza, che è per definizione contatto e vicinanza e che quindi, forse più di altri, sta soffrendo grandemente delle restrizioni che ancora oggi, e sicuramente per un altro po’ di tempo, saremo tenuti a rispettare. Da alcuni giorni le scuole di danza hanno potuto riaprire, nel rispetto delle nuove norme sanitarie, ma se qualche lezione è possibile farla, ben diverso è il discorso relativo al saggio, il momento conclusivo dell’anno accademico, il risultato di tanti sforzi da parte di allievi e insegnanti e, nello stesso tempo, una grande, immensa soddisfazione.
In questi giorni i nostri danzatori in erba sarebbero stati pronti ad esibirsi sul palcoscenico, ma dopo 2 mesi di lockdown e di lezioni esclusivamente in modalità online, dove correggere è oggettivamente molto difficile e dove la casa non è certamente la sala prove, mettere su uno spettacolo in quattro e quattr’otto e nel rispetto delle regole di distanziamento è una pura chimera. Che fare quindi?

Un’idea interessante viene dall’Associazione Il Gabbiano Danza di Torino, diretta da Franca Pagliassotto, che ha ideato uno spettacolo molto particolare dal titolo FreedHome.
«Dopo due mesi e più di lezioni online sulle piattaforme i miei ragazzi cominciavano a perdere l’entusiasmo; ho capito quindi che era necessario trovare un modo per infondere loro una nuova motivazione.
È così che è nato FreedHome, un viaggio iniziato con la quarantena, e che ora è diventato il nostro spettacolo di fine anno.
La casa è stata il nostro piccolo grande mondo durante i due mesi del lockdown, e per questo abbiamo pensato di fare un tour virtuale delle abitazioni attraverso la danza».

L’idea è semplice ma molto interessante. Le stanze, gli oggetti e gli arredi della casa sono diventati elementi coreografici con cui interagire e a cui ispirarsi, quegli spazi che abbiamo sempre abitato senza talvolta conoscerli realmente sono diventati così presenti, vivi ed essenziali da conoscerne il minimo dettaglio. Una semplice sedia, una porta, il divano, tutto può diventare parte della coreografia.
I momenti danzati sono qui uniti da un filo narrativo creato dalle classi di recitazione e presentati secondo la modalità del radiodramma.

«È stato un lavoro lungo e difficile» afferma ancora Franca Pagliassotto, «che abbiamo svolto con la preziosa collaborazione di insegnanti e genitori, a partire dalla scelta delle musiche, che non è stata facile in quanto sono state selezionate in modo da cercare di guidare i ragazzi nel processo creativo; i costumi sono stati ideati utilizzando ciò che ognuno aveva a disposizione a casa. Le brevi coreografie sono poi state registrate e riunite in un unico video per creare questo spettacolo virtuale».

Si tratta di un lavoro complesso che valorizza e porta a termine, in modo alternativo ma costruttivo e originale, il percorso di un intero anno accademico, che, nonostante tutto, ci ha insegnato che la distanza fisica non impedisce di lavorare insieme con fantasia e creatività per raggiungere obiettivi condivisi.

«Certamente non è possibile sostituire così l’emozione di una serata dal vivo ma», continua la direttrice, questa modalità ci consente di fare “il giro del mondo”, in quanto molti fra gli allievi hanno parenti che vivono distanti, alcuni addirittura all’estero, e sarebbe stato per loro impossibile assistere personalmente alla serata. Così invece potranno, anche se solo virtualmente, vedere i ragazzi esibirsi in ciò che li rende più felici: danzare».

Lo spettacolo sarà in diretta sabato 20 e domenica 21 giugno, alle h. 20.30, sulla piattaforma Zoom.

A tutti i ragazzi va un grande “in bocca al lupo” da parte della redazione di Dance Hall News.

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