Giuseppe Picone ci racconta il suo San Carlo

di Massimiliano Craus
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Il recente successo de “La signora delle camelie” al Teatro di San Carlo di Napoli ha fatto da contraltare alle faccende tersicoree nazionali che sanno tanto di crisi, recessione, riduzione drastica dei finanziamenti ed ormai consolidata chiusura dei corpi di ballo in lungo e largo per la Penisola. Basterebbe questo a scoraggiare il più audace direttore di una compagnia di balletto a lasciar perdere o trasferirsi all’estero, magari tornando in lidi ben più patinati e ben pagati già frequentati da étoile. Naturalmente scriviamo di Giuseppe Picone, direttore all’alba del terzo anno del suo mandato sullo scranno coreutico del Teatro di San Carlo dopo la chiusura coi botti de “La signora delle camelie” per l’appunto!

Un titolo audace quanto il suo mentore, affiancato per l’occasione dal coreografo Derek Deane, che ha voluto alzare l’asticella della qualità di corpo di ballo, pubblico e critica partenopea. Eh sì, perché lo stesso direttore ha precisato quanto ci sia ancora molto da fare in termini di educazione artistica alle pendici del Vesuvio.

“Sono tornato a Napoli con un entusiasmo indescrivibile, così come l’ho percepito dai ballerini del Teatro di San Carlo e dalla gente comune. Alla recente prima del “Nabucco” in teatro mi hanno fermato in tanti a complimentarsi con me per il cambio di rotta del ballo nella stagione, sia per i risultati visti in scena che per le scelte artistiche in cartellone. Lo sforzo di questi primi due anni è stato proprio quello di seminare a tutto tondo, scuotendo i ragazzi del corpo di ballo e promuovendo la danza di tutte le sfumature possibili per andare davvero incontro alle esigenze di tutti”.

Ed a quanto pare il risultato è incoraggiante. Sia in termini di numeri che di consensi. A cominciare dall’ultimo titolo rappresentato scelto dalle pagine di Dumas figlio fino ad arrivare a quello del “Sogno di una notte di mezza estate” del prossimo autunno. Chiediamo proprio a Giuseppe Picone, dunque, quali sono i criteri delle scelte e dei nomi?

“Sia con la Dama che con il Sogno ho voluto imprimere ai cartelloni del Teatro di San Carlo una svolta epocale, affacciandoci nel repertorio di balletto dalle porte principali dei grandi coreografi e dei rispettivi titoli più significativi. Già con Derek Deane ho voluto forzare la mano, ripetendomi con la mia stessa coreografia del natalizio “Lo Schiaccianoci” con la coppia stellare del Royal Ballet Lauren Cuthbertson e Vadim Muntagirov per un totale di tre cast da regalare al grande pubblico in festa. Prima ancora di regalarci ben due finestre de “Il lago dei cigni” in primavera ed in giugno con le coreografie di Charles Jude e la presenza in scena ancora di Vadim Muntagirov in coppia con l’amatissima Marianela Nuñez. In attesa di Patrice Bart con l’attesissimo ed inedito Sogno di una notte di mezza estate”.

Nomi e cognomi che spesso si alternano irrimediabilmente al nome stesso del direttore tuttofare Giuseppe Picone.

“La direzione di un corpo di ballo non può più essere intesa staticamente ad una scrivania con pc e telefono. La compagnia di un balletto come quella del Teatro di San Carlo necessita invece di un lavoro a tutto tondo preoccupandosi dei costumi, dei sindacati, delle scene, degli sponsor, dei contratti dei ballerini e di tutto quanto concorre alla realizzazione di una stagione e delle tournée. Un lavoraccio che nei primi due anni mi ha visto impegnatissimo ma che in questo terzo anno del mio mandato vorrei diversificare, lasciando più spazio all’autonomia dei ballerini affinché sappiano costruirsi un futuro in teatro ma anche al di là delle quattro rassicuranti mura della nostra bellissima sala “Gallizia”. Proprio come nel prossimo appuntamento con Grand pas classique del 27 e 28 ottobre”.

In un autunno orfano della storica rassegna sancarliana “Autunno Danza”, ecco spuntare dal cilindro di Giuseppe Picone un titolo che racchiude in sé gran parte del repertorio conosciuto ed amato dal pubblico. Ce lo racconta il direttore, coreografo ed etoile in una due-giorni da superstar!

“Il pubblico ama i grandi titoli, del resto tutte le compagnie del mondo propongono spesso e volentieri i balletti più famosi per far cassa e per fidelizzare quanto più pubblico possibile. In questo caso noi andiamo oltre, proponendo il pas de trois di Paquita, lontano da Napoli da parecchi anni, con Giovanna Sorrentino, Carlo De Martino e Luana Damiano. Poi abbiamo la prima assoluta del mio Tchaikovsky Classique con Sara Sancamillo, Martina Affaticato, Danilo Notaro e Ferdinando De Riso al mio fianco. E poi il celebre Grand Pas Classique di Victor Gsovsky e coreografie di Daniel Auber con protagonisti Claudia D’Antonio e Salvatore Manzo, un titolo credo mai rappresentato al Teatro di San Carlo e per questo nostro cameo per il nostro appassionato pubblico. Infine il Raymonda Grand Pas Classique di Marius Petipa sullo spartito di Alexander Glazunov per una chiosa che ci piace tanto. Speriamo e crediamo anche all’ultimo spettatore dell’ultimo palchetto del nostro teatro”.

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