Grande successo su Rai 1 per Roberto Bolle, anche se…

di Sabrina Ronchetti
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L’étoile Roberto Bolle, orgoglio italiano e danzatore dal successo internazionale che non ha davvero bisogno di presentazioni , ha inaugurato il 2018 con uno show andato in onda ieri sera in prima serata su Rai 1: Roberto Bolle – Danza con me”, uno spettacolo variegato che ha visto la partecipazione non solo di grandi danzatori, ma anche di comici, attori e cantanti, dove ,comunque, la star indiscussa del programma era lo stesso Bolle che ha voluto raccontare con la danza, la sua storia di allievo della Scuola di Ballo del Teatro Alla Scala e di danzatore dalla fulgida carriera. 

E’ Marco D’Amore, popolare attore e showman , a guidarci in questo viaggio introducendo gli ospiti e le varie esibizioni, ma anche calandosi, inaspettatamente, nei panni di danzatore nella parte dedicata al Musical West Side Story. Ma tanti altri sono gli amici invitati a mettersi in gioco all’interno della trasmissione: Virginia Raffaele, sicuramente più credibile e accattivante nelle vesti di imitatrice che di ballerina, Geppi Cucciari, la cui ironia tagliente è sempre una garanzia, e poi Pif, diventato appassionato estimatore di Roberto Bolle dopo avergli dedicato una puntata del suo “Il Testimone”, e per finire la magnetica Miriam Leone, chiamata ad incarnare il tormento del desiderio e della passione.  

Ma è comunque ovviamente la danza il fil rouge di tutto lo spettacolo che però si interseca con tanto altro , creando una visione caleidoscopica ,a tratti però un po’ confusa e in certi punti , a mio avviso, anche poco attinente. 

Niente da dire sui danzatori ospiti, stelle di prima grandezza nel firmamento della danza, che hanno contribuito, con le loro esibizioni, ad elevare ai vertici il programma di Rai 1. In primis la straordinaria Melissa Hamilton che danza con Roberto Bolle un passo a due ritmato e intenso sulla musica dei Radiohead, coreografato da Massimiliano Volpini, e a seguire, “Caravaggio” di Mauro Bigonzetti, perla di questa serata per la delicata esecuzione e la perfetta simbiosi di due corpi letteralmente parlanti. 

Altra partner d’eccezione, Polina Semionova , la quale passa con disinvoltura dall’intenso passo a due d’amore tratto dalla sempre modernissima “Carmen” di Roland Petit, a quello più moderno altrettanto intenso e passionale danzato sempre con Roberto Bolle, sotto una vera pioggia, idea di Fabrizio Ferri. L’étoile di Parigi, Léonore Baulac, invece, ci riporta nelle classiche atmosfere dello Schiaccianoci , nella versione coreografica firmata da Nureyev, a ricordarci che fu proprio lui ad intravedere per primo qualcosa di straordinario nel nostro danzatore italiano, all’epoca ancora giovane allievo della Scuola di Ballo del Teatro Alla Scala.  

Con Nicoletta Manni, prima ballerina del teatro milanese, Bolle sceglie di presentarci un piccolo cameo tratto dal “Don Chisciotte”, deludendo un po’ le aspettative di chi avrebbe voluto vederli danzare una qualsiasi parte di questo splendido balletto, anziché focalizzare tutto sulla parte mimata e attoriale che richiedono i ruoli di Kitri e Basilio, pazienza. Meno male che alla fine della trasmissione, abbiamo potuto deliziarci con un romantico passo a due neoclassico che ha suggellato l’intero programma dando il giusto spazio all’indiscusso valore della Manni. 

Ma Roberto Bolle non danza esclusivamente con partner femminili. Il passo a due col giovane ballerino siriano, Ahmad Joudah, attualmente danzatore al Dutch National Theatre e la cui storia è diventata per tutti simbolo di coraggio, passione ed estrema determinazione, diventa il simbolo del valore salvifico dell’arte. Ahmad Joudah, perseguitato dall’Isis e contrastato dal padre che, per costringerlo ad abbandonare la danza arriva persino a bastonarlo sulle gambe, grazie a “Danza con me” corona un altro sogno, quello di danzare con il suo idolo Roberto Bolle. Il passo a due viene eseguito sulle note di “Inshallah” di Sting, canzone dedicata proprio al dramma dei profughi, che il cantautore inglese , altro ospite prestigioso della trasmissione, canta e suona dal vivo, regalandoci una forte emozione. 

Grande è lo spazio dedicato ad altri giovani danzatori come Claudio Coviello, Nicola Del Freo, Gioacchino Starace, Marco Agostino, Christian Fagetti, Matteo Gavazzi (neppure nominati), fino alle giovanissime allieve dell’Accademia della Scala coi quali Roberto Bolle interagisce in passi a due, a tre, a sette, ( bellissimo “Canone in D”, riproposto spesso nel  “Roberto Bolle and Friends, è sempre una meraviglia da vedere !). 

Tra gli ospiti musicali, oltre al già citato Sting, i cantanti italiani Tiziano Ferro che con “Il mestiere della Vita” omaggia la storia artistica di Roberto Bolle il quale danza un assolo coreografato da Renato Zanella, e Fabri Fibra che diventa l’anello di congiunzione per la presentazione del re del jookin, il ballerino americano di street dance Lil Buck  al quale viene affidata la creazione di una nuova versione di un assolo classico senza tempo “La morte del Cigno”. La scelta di contaminazione tra gli stili è risultata in questo caso ,a mio parere, un po’ forzata, poco riuscita e decisamente azzardata.   

Anche l’uso delle proiezioni sul corpo di Bolle, per le quali il programma si è avvalso del lavoro di   Michael Cotten, l’uomo dei grandi eventi live americani, nonché set designer  dallo stesso Michael Jackson, non ha ottenuto il risultato sperato. Quando si parla di una stella del calibro di Roberto Bolle, le aspettative sono sempre molto alte ed è normale per il pubblico che conosce le sue grandi doti di artista, aspettarsi il massimo. 

In generale ritengo che ,nonostante tutto, il grande merito di trasmissioni come “Danza con me”, ma anche tanti altri eventi che portano la firma di Roberto Bolle, sia quello di portare la danza alla gente, facendola diventare più pop, togliendola dai luoghi canonici a lei deputata, il teatro, che molti considerano, a torto, un luogo troppo élitario, bisogna solo fare attenzione a non esagerare.. 

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