“Green Day’s American Idiot”: amore e ribellione come non li avete mai provati

di Alessandra Colpo
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95 minuti di pura adrenalina, un’esperienza musicale che ti avvolge e ti penetra nelle vene, le stesse vene che l’alter ego St. Jimmy obbliga il protagonista Johnny a riempire di eroina per liberarsi delle sue frustrazioni.

Un’altra sfida vinta dal regista Marco Iacomelli che, dopo “Next to normal”, porta di nuovo in scena in Italia un musical di nicchia che affronta temi delicati, quasi tabù, ma sempre attuali. “Green Day’s American Idiot”, musical del gruppo pop punk statunitense dei Green Day ispirato all’omonimo concept album del 2004, ha chiuso le repliche al Teatro della Luna di Assago lo scorso 12 febbraio.

La trama in sé è abbastanza sottile: tre giovani amici Will, Johnny e Tunny (Luca Gaudiano, Ivan Iannacci e Renato Crudo) che vivono nella periferia di Jingletown, arrabbiati e stufi della società in cui sono inseriti, decidono di fuggire dal loro paese verso la città e il Medio Oriente, attraverso droghe, disillusione e incoscienza.

Ma i loro piani non andranno come speravano: Will scopre che la sua fidanzata Heather (Angela Pascucci) è incinta, Tunny si ritrova catapultato in un fervore patriottico e si unisce l’esercito mentre l’ormai solo Johnny, costretto a trovarsi nuovi amici, si crea l’alter ego St. Jimmy (Mario Ortiz) che lo porta nel mondo della droga.

Così la trama può sembrare abbastanza prevedibile, ma la musica che guida quest’opera rock non lo è: si deve riconoscere l’enorme capacità di narrazione melodica delle singole canzoni e le melodie potenti ed energiche.

In questo modo brani come “Jesus of Suburbia”, “Holiday”, “Boulevard of broken dreams” prendono vita all’interno della storia, una storia ambientata in un recente passato americano durante la tuttora derisa amministrazione Bush.

Lo spettacolo si apre con delle clip audio tratte da Fox News, American Idol e altri frammenti di mass media che vengono trasmesse su dei tv plasma. L’essenziale scenografia ricorda quella di “Rent” e lascia spazio in scena alla musica, ai 21 attori e alla band di 4 elementi. Graffiti e street art riempiono i muri di una periferia che non concede chance, ma innesca il desiderio di evasione nei protagonisti.

Le coreografie di Michael Cothren Peña entrano nella musica, i corpi vibrano all’unisono con le corde della chitarra elettrica e del basso e rimbalzano a ritmo della batteria che scandisce il tempo di tutto lo spettacolo.

Una fucina di talenti è la STM (Scuola del Teatro Musicale) di Novara, che ha prodotto “Green Day’s American Idiot” portando nel mondo del lavoro già diversi allievi diplomati, dagli attori in scena per non contare tecnici e aiuto regia.

Menzione particolare va alle due donne protagoniste Angela Pascucci (Heather) e Natascia Fonzetti (Whatsername): la loro carica esplosiva e la loro rabbia ti arrivano attraverso le loro voci potenti ed esplosive.

“Green Day’s American Idiot” rompe le regole del teatro musicale, è uno spettacolo di rabbia, ribellione contro il sistema, ricerca di un posto in un mondo che non ci capisce. Ed è la musica a creare lo spettacolo stesso, le poche battute scandiscono cronologicamente il tempo, ma le canzoni ne sviscerano le emozioni.

Preparatevi all’esperienza, perché sentirete la musica nel verso senso del termine. Parafrasando una canzone dello spettacolo: “I hope you had the time of your life”.

Crediti fotografici: Luca Vantusso

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