Su proposta di José Martinez, Direttore del Ballo, Alexander Neef, Direttore dell’Opéra National de Paris, ha insignito del titolo di étoile Hannah O’Neill e Marc Moreau al termine della rappresentazione di Ballet Impérial. I danzatori hanno interpretato i ruoli principali del balletto in occasione della serata dedicata a George Balanchine.
Lunghi e sentiti applausi hanno salutato la nomina di Hanna O’Neill e grande è stata la sorpresa quando è arrivato il bis, la nomina a étoile anche per Marc Moreau. Si tratta del titolo più prestigioso concesso dalla maison parigina, da tempo atteso da parte di entrambi i ballerini.
Nata a Tokio l’8 gennaio 1993, Hannah O’Neill studia danza al Kishibe Ballet Studio dal 1998 al 2007 e poi si trasferisce a Melbourne per perfezionarsi all’Australian Ballet School. Nel 2009 vince il prestigioso Prix de Lausanne e sceglie di utilizzare la vincita della borsa di studio nella stessa scuola, che l’anno successivo la presenta allo YAGP, in cui si classifica prima.
Nel 2011 inizia la sua carriera al Ballet de l’Opéra de Paris superando il concorso per esterni ma resta danzatrice aggiunta fino al 2013, quando viene scritturata come effettiva, sotto la direzione di Brigitte Lefèvre. Da quel momento scala velocemente tutti i livelli della gerarchia, nel 2016 viene nominata première danseuse e ottiene spesso i ruoli protagonistici. La sua ascesa sembra però subire una battuta d’arresto nelle stagioni successive, con il cambio della direzione artistica, ed è ulteriormente rallentata dagli scioperi del 2019 e, successivamente, dalla pandemia.
L’ambito titolo arriva, finalmente, lo scorso 2 marzo.
Marc Moreau, nato nel 1986, è stato ammesso alla Scuola di danza dell’Opéra di Parigi nel 1999 e nel 2004 è stato scritturato dalla compagnia. Nei diciannove anni successivi ha scalato i ranghi del balletto dell’Opéra di Parigi, venendo promosso a coryphée nel 2009, a premier danseur nel 2019.
Anche lui è danseur étoile dal 2 marzo 2023, insignito del più alto titolo in una serata memorabile che sicuramente resterà negli annali dell’Opéra.
© Agathe Poupeney