Cari Navigarori,
questa settimana leggiamo un Danzaperché di una persona che non ha potuto danzare nella sua vita.
Qualche decennio fa infatti quando Loredana era bambina la danza era solo per pochi eletti: economicamente parlando era infatti uno “sport” da ricchi e quindi questa bimba di allora poteva nutrire il suo sogno solo con l'immaginazione, senza potersi permettere le famose scarpette da punta o il magico bianco tutù! Allora non esistevano infatti i grandi magazzini dove oggi con pochi Euro tutte le bimbe possono trasformarsi in ballerine e le scuole di danza erano poche, blasonate e molto costose! C'erano famiglie che non si potevano permettere l'iscrizione della figlia alla scuola di danza, che quindi rimaneva solo un sogno!
Loredana ci scrive e ci parla del suo amore mai consumato per la danza: “Alla scuola elementare avevo un maestro splendido che riusciva a interessarci con leggerezza allo studio. Ci spingeva per esempio a leggere creando una piccola biblioteca di classe, biblioteca che io usavo spesso non avendo i miei genitori possibilità economiche per acquistarmi dei romanzi.
Dopo il primo libro su Gengis Khan, ne lessi molti altri e un giorno mi capitò tra le mani anche un bellissimo romanzo sul mondo della danza: Priscilla!
Lo lessi avidamente.
Raccontava di due "spinazzit", le leggendarie giovani bambine ballerine del famoso Teatro alla Scala. Priscilla, di famiglia modesta, era umile, ingenua, ma dotata di grande talento mentre Ghita era ricca, invidiosa e di minor bravura. Il libro raccontava del saggio finale alla scuola di danza della Scala, della loro rivalità e di come Priscilla con il suo talento e la sua bontà riuscisse a realizzare il suo sogno. Quel sogno della bambina Priscilla era anche il mio… e ha continuato ad esserlo sempre di più nella mia vita. Sogno che si è sempre però nutrito solo con la mia immaginazione e che ancora oggi sfoga la sua fame quando di notte resto attaccata a Youtube per trovare un po' di bellezza, quella bellezza che oggi condivido con voi!”
Grazie Lory per questi tuoi ricordi così vivi che ci regali e che ci fanno riflettere su quanto i tempi siano oggi fortunatamente cambiati e quanto quindi la danza sia molto più a portata di tutti.
Qui termina il nostro Danzaperché di oggi, in attesa come sempre delle vostre parole danzanti alla nostra email [email protected]
Vi saluto e vi auguro: Buona settimana di danza!