Il 17 febbraio debutta “The Cellist”, nuova produzione della Royal Ballet dedicata a Jaqueline Du Prè

di Sabrina Ronchetti
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La Royal Ballet di Londra ha dato vita ad una nuova produzione affidata alla coreografa Cathy Marston, un nuovo balletto che celebra la vita di Jaqueline du Pré, la famosa violoncellista inglese, morta nel 1987 dopo una sfolgorante carriera da virtuosa. Quando aveva solo 28 anni, all’apice della sua attività di musicista, a Jaqueline venne diagnosticata una forma aggressiva di sclerosi multipla che in breve tempo la costrinse a  smettere di suonare, relegandola sulla sedia a rotelle per ben 14 anni fino alla morte avvenuta a soli 42 anni.

Cathy Marston ha studiato per molto tempo la vita di Jaqueline du Pré, affidandosi anche ai racconti degli amici più intimi della musicista, ma anche ai ricordi del famoso pianista e direttore d’orchestra Daniel Barenboim, marito della Du Pré fino alla sua morte.

Grazie a questo accurato lavoro, la Marston è riuscita a trasformare l’ incredibile storia della violoncellista, fatta di tanti alti e di bassi, in un poetico balletto intitolato “The Cellist” che debutterà alla Royal Opera House di Londra il 17 Febbraio. Alcuni spezzoni delle prove sono stati resi pubblici durante il World Ballet Day e da quello che abbiamo potuto vedere, “The Cellist” si preannuncia essere un piccolo gioiello grazie anche alla qualità artistica dei danzatori che sono stati scelti come primo cast: Lauren Cuthbertson nel ruolo di  Jaqueline du Pré, Matthew Ball in quello di Barenboim, e Marcelino Sambé che personifica il violoncello della du Pré.

Cathy Marston ammette di essersi sentita personalmente molto coinvolta nel creare questo omaggio alla Du Pré, perché sta vivendo la stessa drammatica situazione con sua madre, anch’essa malata di sclerosi multipla: “ La ragione per cui ho deciso di dedicarmi a questo progetto non è per esplorare la sclerosi multipla; succede infatti che anche mia madre sia affetta da questa malattia. Così, la coreografia di “The Cellist” è diventata un storia molto più personale di come era partita ”.

Il balletto non si sofferma in modo troppo realistico sugli effetti della malattia sulla Du Prè: la sedia a rotelle per esempio è metaforizzata, così come i suoi tremori, i cedimenti del corpo, la sua graduale insensibilità degli arti. Al contrario, si è preferito focalizzare l’attenzione sulla vita della violoncellista precedente la malattia, per celebrare l’arte della sua musica attraverso un’altra arte: la danza.

Al centro del balletto è la figura del violoncello, personificato da un danzatore, il che genera una specie di triangolo amoroso tra Jaqueline, Barenboim e lo strumento che la Du Pré ha tanto amato, ma anche odiato per il peso della responsabilità che sentiva gravare su di lei. Questo “peso” è stato reso dalla coreografa, con prese e lifts affidati alla danzatrice anziché al danzatore, rendendo visibile la gravità del violoncello su di lei.

La diretta dalla Royal Opera House che si terrà il 25 Febbraio nei cinema convenzionati, ci darà l’opportunità di godere di questo poetico balletto, insieme a  “Dances at a Gathering” di Jerome Robbins, in programma all’interno della stessa serata.

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