Il Natale da favola di Giuseppe Picone e del suo “Schiaccianoci” – la recensione

di Francesco Borelli
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Ogni teatro o compagnia di danza che si rispetti non può, nel mese di dicembre, esimersi dal rappresentare la propria versione di Schiaccianoci, il magnifico balletto natalizio su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij rappresentato per la prima volta il 18 dicembre 1892 presso il Teatro Marinskji di San Pietroburgo.

E così il Teatro San Carlo di Napoli ha portato in scena lo scorso 21 dicembre (con repliche fino al 5 gennaio) l’allestimento coreografico del Direttore del corpo di ballo Giuseppe Picone, étoile internazionale, non nuovo a riuscite esperienze coreografiche.

La storia di Schiaccianoci la conosciamo tutti: Clara (Maria nella versione dei teatri sovietici) in occasione di una grande festa che si tiene alla viglia di Natale presso la propria casa, riceve in dono dal padrino Drosselmeyer un piccolo schiaccianoci. Da ciò ha inizio la vicenda che si sviluppa su due differenti piani: uno reale e un altro decisamente fantastico.

Il balletto del Teatro San Carlo ben risponde alle direttive di Picone, tanto da risultare eccellente sia a livello tecnico che interpretativo. Nessuna sbavatura, nessuna incertezza: i danzatori ballano all’unisono, puliti e sicuri.

Salvatore Manzo è un principe perfetto: la qualità tecnica del danzatore unita ad una indiscutibile facilità nell’esecuzione hanno reso la sua performance un piccolo gioiello. Pirouettes, salti, manège tutto corrisponde ai canoni. Inoltre la sintonia con la partner non lascia spazio ad alcun dubbio: c’è feeling e il gran pas de deux alla fine del divertissement è riuscitissimo.

Maia Makhateli, già prima ballerina dell’Het National Ballet, è una fata confetto assolutamente deliziosa. La variazione coreografata da Picone è piena di insidie ma la Makhateli non dà spazio a nessuna incertezza: brava, presente e carismatica.

Il valzer dei fiocchi di neve che chiude il primo atto è un trionfo di leggerezza: la coreografia scorre armoniosa e il corpo di ballo del San Carlo esegue in maniera perfetta gli insiemi. A questo riguardo è mia premura sottolineare come il tempo e le giuste direttive abbiano fatto dell’ensemble sancarliano un balletto competitivo. Ben amalgamati, uguali nelle intenzioni del movimento e sicuri nell’esecuzione.

La Clara di Sara Sancamillo ha in sé tutto lo stupore di una fanciulla che si trova a vivere esperienze fantastiche. Inoltre trattasi di una danzatrice in grado di regalare l’emozione di una bimba che scopre il mondo attraverso la fantasia.

Bravi Edmondo Tucci (Drosselmeyer) e Martina Affaticato (Regina delle nevi) e da segnalare il giovanissimo Daniele Di Donato: linee, gambe, ottimo salto e presenza scenica naturale. Il suo Principe dei Fiori lascia il segno. Anna Chiara Amirante poi, principessa dei fiori, non riserva sorpresa alcuna. Brava, bellissima e sempre precisa nell’esecuzione.

Il divertissement del secondo atto, come la musica di Čajkovskij ben sottolinea, è l’occasione che regala al pubblico un momento di danza eccelsa: bravi tutti i protagonisti e la danza araba di Luisa Leluzzi è piena della sensualità e della bellezza che il ruolo assolutamente richiede.

L’orchestra è ben diretta da Karen Durgaryan, e le scene di Nicola Rubertelli e i costumi di Giusi Giustino rendono il quadro infine perfetto. Menzione poi per l’orchestra, il coro di voci bianche e gli allievi della Scuola di ballo del Teatro San Carlo diretta da Stéphane Fournial.

Lo Schiaccianoci del Direttore Giuseppe Picone è un balletto che scorre leggero e veloce a metà tra realtà e fantasia. Le coreografie, colme di difficoltà tecniche, risultano delicate e armoniose, dinamiche e mai macchinose. Un balletto che è trionfo di bellezza e precisione.

Repliche fino al 5 gennaio. CONSIGLIATO.

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