Il repertorio secondo i Trocks: impossibile resistere alla loro comicità

di Beatrice Micalizzi
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Il weekend appena concluso ha visto grandi risate e scarpe da punta fuori misura al Teatro Coccia di Novara. La compagnia en travesti più famosa al mondo ha portato tutta la sua effervescenza sulla scena, convincendo il pubblico presente.

L’overture, per così dire, già scatena le prime risa in platea, quando una voce fuoricampo dà il benvenuto in un italiano con variazioni in “russo stretto” e annuncia le modifiche al programma di sala; il sommo dispiacere per la mancata presenza della prima ballerina Rakitikova viene immediatamente cancellato dalla notizia delle aggiunte a sorpresa. Come è loro uso, infatti, i Trocks prevedono uno spazio in scaletta il cui contenuto viene svelato di volta in volta in apertura di spettacolo.

Ad arricchire il già corposo programma, ecco annunciato il Pas de Deux di Don Chisciotte (Atto III) e la Morte del Cigno, indiscusso cavallo di battaglia dei Trockadero.

Ma veniamo al primo tempo. Le celebri note de Il lago dei cigni di Tchaikovsky si diffondono in sala mentre, sulla scena, si apre il secondo atto. Tutto come da copione: il mago Rothbart, il Principe Siegfried, il fedele Benno e l’incantevole Odette… forse solo agli occhi del suo Principe! È uno di quegli inizi che si definiscono “col botto”: un crescendo di comicità e scaramucce tra Cigni, corredato da elementi di tecnica e sequenze di repertorio, appena ritoccate per consentirne l’esecuzione da parte di ballerini in tutulette!

Stupiscono le linee e la qualità di movimento della prima interprete, Odette, molto “femminili”, in grado di ricordare quelle di una ballerina. Quasi invidiabile il suo collo del piede.

Dopo la breve pausa, l’atmosfera si fa spagnola con i due interpreti di Don Chisciotte, dal passo a due alla coda con tanto di fouettes en pointe, puro repertorio (o quasi). Un po’ meno spiritosi rispetto alle starnazzanti principesse cigno, e decisamente più calati nei loro ruoli, Kitri e Basilio convincono il pubblico.

Dal classico al “neoclassico”, Go for Barocco, su musiche di Bach, conferma l’eccezionalità di questo gruppo di ballerini; fiori gialli nei capelli e gonnellino, per una suite un po’ balanchiniana ma con tutta la simpatia dei balletti di Kylian. Movimentata e spumeggiante, abilmente costruita con alternanze di ritmo, è una “chicca” all’interno di una serata pensata per celebrare, alla maniera dei Trocks, il repertorio.

Il fuori programma che più diverte il pubblico è la Morte del Cigno. Forse troppo per i puristi amanti del Balletto, o forse no… resta il fatto che è stato molto difficile trattenersi di fronte della comicità dell’interprete che si è guadagnato un lungo applauso finale.

Un veloce ritocco al maquillage e di nuovo tutti in scena per il terzo e ultimo tempo, interamente dedicato a un estratto di Paquita. I Trocks riproducono la coreografia del grande Petipa, senza discostarsene troppo, costruendo un finale ricco e articolato in sequenze corali, pas de deux e cinque variazioni; divertente come sempre la pantomima, e, di certo, chi strappa una risata in più è la ballerina “occhialuta”.

Ultimo regalo dei Trockadero, una simpatica danza di ispirazione irlandese quale saluto al pubblico che continua a lodare la loro interpretazione con un lungo e sentito applauso.

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