Cosa si incontra entrando della mente di un grande coreografo? Quali sono i pensieri che prenderanno forma concreta? La domanda è curiosa e lo diventa ancora di più se il grande coreografo in questione è Maurice Béjart, uno dei massimi esponenti della danza del XX secolo.
Lettere a un giovane danzatore, il libro scritto proprio da Béjart, ispira il progetto teatrale di Marco Beljulji, dal titolo Il richiamo di Shiva. Beljulji è un giovane attore e danzatore milanese, formatosi alla prestigiosa école-atélier Rudra Béjart di Losanna e diplomato alla Scuola Teatro Arsenale di Milano.
Lo spettacolo, in scena il 12 maggio alle ore 16 presso La corte dei miracoli- teatro dal 1975 di Milano, vedrà la partecipazione di attori e danzatori provenienti da differenti formazioni, seguendo la concezione béjartiana di fare della danza un’arte totale, comprensiva di più generi artistici. Accanto a Marco Beljulji saranno protagonisti della rappresentazione cinque giovanissimi attori, Linda Apicella, Marianna Cossu, Maria Grosso, Stefania Mancini e Francesco Savergnini, una danzatrice classica, Beatrice Mazzola, e due danzatrici Graham, Stefania Coloru e Giulia D’Antoni. Per quanto riguarda la parte musicale saranno in scena Emanuele Lepera, percussionista, e Francesca Parravicini, cantante. Nel ruolo di Shiva ci sarà Lucrezia Maniscotti, danzatrice Bharatanatyam. Con la straordinaria partecipazione di Claudia Lawrence che interpreterà Martha Graham. Il progetto verrà arricchito da alcuni workshop dedicati proprio ai temi trattati dallo spettacolo.
Il richiamo di Shiva traspone sulla scena la visione béjartiana della danza, attraverso la commistione delle diverse arti che il coreografo ha avuto l’opportunità di esplorare durante la sua vita, e si propone di far emergere una riflessione sull’arte della danza, non solo sul suo ruolo estetico ma anche sulla sua essenza intrinseca. Negli ultimi decenni, infatti, essa sta correndo il rischio di perdere quella che è da millenni la sua vera natura, separandosi da quell’esigenza primordiale di entrare in contatto con una dimensione spirituale di preghiera o di festa. La danza non può essere considerata meramente uno sport poiché si lega alla necessità di lanciare un messaggio, di emozionare e raccontare una storia attraverso il corpo e il movimento.
Un coro formato da sei personaggi è l’elemento che guida lo spettatore alla scoperta dei diversi mondi che caratterizzano la poetica della danza. In questo loro percorso, volto a sviscerare quali siano il ruolo e l’essenza del danzatore, e più in generale dell’artista, i viaggiatori incontreranno diverse personalità quali Martha Graham, danzatori di folclore, musicisti e attori. Fino a raggiungere il momento catartico con l’apparizione di Shiva, il dio della danza, a cui spetterà il compito di sensibilizzare gli animi dei giovani artisti.
INFO
www.ilrichiamodishiva.wordpress.com
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