Il Royal Ballet apre la Stagione 2021-22 con “The Dante Project”

di Susanna Mori
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Il 14 Ottobre scorso Wayne McGregor, Thomas Adès e Tacita Dean con il Royal Ballet e in coproduzione con il Paris Opera Ballet e il LA Philarmonic hanno presentato in anteprima mondiale “The Dante Project”, un grande balletto ispirato alla Divina Commedia di Dante Alighieri. Il balletto è stato creato nell’anno 2021 che corrisponde con il 700° anniversario della morte di Dante (1321).

La Divina Commedia di Dante, scritta nel XIV secolo, è considerata, anche fuori dai confini italiani, tra le più grandi opere letterarie mai scritte.

Per questo nuovo lavoro, McGregor ha riunito un team di talenti internazionali con una nuova colonna sonora di Thomas Adès, commissionata dal Royal Ballet e dalla Los Angeles Philharmonic. I set e i costumi sono dell’artista visiva Tacita Dean, ben nota per il suo lavoro pionieristico e poetico attraverso il cinema. Il design delle luci è di Lucy Carter e Simon Bennison e la drammaturgia di Uzma Hameed.

Mc Gregor, attualmente impegnato come Direttore Artistico della Biennale di Venezia, aveva debuttato con la prima parte di The Dante Project (Inferno) a Los Angeles nel luglio 2019,  ricevendo recensioni eccellenti. Due anni dopo arriva la produzione del balletto completo con l’ensemble del Royal Ballet ed il Primo Ballerino uscente Edward Watson nei panni di Dante.

The Dante Project 2021 comprende tutte e tre le cantiche dantesche: Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Edward Watson è stato straordinario. Ha usato al meglio questo tempo del lockdown per mettersi in grande forma fisica e mentale” dice McGregor. “In quanto alla scelta di Thomas Adès, avere un compositore del suo calibro è estremamente eccitante per qualsiasi coreografo. Creare con lui il suo primo balletto a figura intera è un onore per tutto il mondo della danza” prosegue McGregor.“Per anni ho voluto lavorare con Adès, perché ero stato affascinato dalla sua musica per pezzi di danza come Outlier e Living Archive: An AI Performance Experiment.”

Usare Dante è stata un’idea di Adès, idea di cui McGregor non era inizialmente convinto ma che ha prima ascoltato e poi adattato secondo la propria visione.

Amo le sfide e la motivazione a lavorare in modo diverso. Il mio istinto a volte dice ‘Non funzionerà’, ma c’è la felicità nel trovare un dialogo con una musica e una narrazione che non sarebbero la tua naturale inclinazione. Ci provo sempre per sconvolgere ciò che credo di sapere sulla coreografia”.

Le principali riserve di McGregor sul basare un balletto sulla Divina Commedia erano collegate “alla lunghezza della scrittura e alle innumerevoli relazioni tra i personaggi: come si poteva trovare una equivalenza nella danza?” Il successo con Woolf Works, che aveva lo stesso team creativo della Divina Commedia (incluso il drammaturgo Uzma Hameed), alla fine lo ha convinto che potevano farcela. “Invece di rappresentare ogni romanzo nella sua totalità, si trattava di trovarne l’essenza, vederlo attraverso una lente particolare“.

Anche il fatto che Adès avesse già in mente la “sua” versione della Divina Commedia è stato un vantaggio, dando a McGregor, in particolare per Inferno, “una serie acustica di immagini” a cui reagire. Quando McGregor ha interiorizzato il progetto della Divina Commedia, ha subito saputo quale sarebbe stata l’artista visiva che voleva al suo fianco: Tacita Dean.

Per Inferno, Dean ha creato un enorme “paesaggio di montagna” in gesso, che ha eseguito capovolto in modo che sul set il pubblico possa vedere la sua immagine al contrario in uno specchio gigante. Secondo Kevin O’Hare del RB “questo ambiente particolare ed i ballerini vestiti con body neri spruzzati di gesso che si trasferisce da un ‘peccatore’ all’altro ha ispirato McGregor a creare qualcosa molto diverso di quanto abbia mai fatto prima”. E questo, dice McGregor, è il bello della collaborazione.

Adès, la cui musica per Inferno non è mai stata così giocosa, melodica e divertente, utilizza in questo progetto una grande orchestra di 75 persone attraverso la sua colonna sonora a più livelli, tra cui una formidabile sezione di percussioni, nacchere e spatole di legno, e canalizza la musica di Liszt con un effetto appassionante, terminando con un pastiche di Offenbach. Come ha detto lui stesso a Gramophone l’anno scorso, “Ho rapito Liszt per un weekend, volevo che fosse il mio Virgilio e ci siamo divertiti insieme“. Per McGregor, che inizialmente aveva solo la versione a due pianoforti con cui lavorare, è stata una sorpresa ascoltare la versione orchestrale completa poche settimane prima della prima del concerto.

Inferno – che richiede più danzatori (40 in totale) di qualsiasi altro atto – è probabilmente il più programmatico dei tre atti, con ciascuna delle 13 scene che ritraggono un diverso gruppo di peccatori, dai golosi e deviati agli indovini e ipocriti.

Il Purgatorio contrasta drammaticamente con le scene dell’Inferno: “Adès ed io abbiamo sempre parlato di silenzio e aria per il Purgatorio“, afferma McGregor “È un luogo di pace e serenità.” Di conseguenza, Adès ha incorporato nella sua musica le preghiere ebraiche della sinagoga Ades di Gerusalemme. Coreograficamente, la rassicurante presenza del mare siriano si riflette in quella che McGregor descrive come “la liquidità e la fluidità del corpo” e con molti meno ballerini sul palco rispetto a Inferno. Per la scenografia del Purgatorio, Dean introduce “una fotografia al contrario che si ravviva durante il pezzo”, come la descrive McGregor, mentre i suoi costumi sono ancora body gessati a mano ma con sfumature pastello che sostituiscono il bianco e nero.

Per il terzo e ultimo atto, il clima cambia drammaticamente ancora una volta quando Beatrice (Sarah Lamb) guida Dante in Paradiso. La partitura “attinge alla musica del Rinascimento e del primo Barocco e al suono degli insetti“, combinandosi per creare quello che McGregor descrive come “un incredibile universo materico, planetario, cosmico“. Per Paradiso, Dean ha creato un film ipnotico di 30 minuti come sfondo, insieme a body specchiati che riflettono la luce.

Tacita Dean e il suo team di fotografi, editori e coloristi usano diverse interpretazioni per le scenografie. Una lavagna di scogliere e voragini per “Inferno”, una strada sbiancata di 7 metri e mezzo per “Purgatorio” e una gigantesca installazione video per i cerchi concentrici del Paradiso. I lighting designer Lucy Carter e Simon Bennison drammatizzano lo spazio con luci di posizione dorate, follow-spot cruenti e una grande quantità di fumo che dà sostanza ai fasci di luce.

Lo spettacolo sarà in programmazione al Covent Garden fino al 30 Ottobre e sarà trasmesso in streaming (a pagamento) dal 29 Ottobre sul sito del Royal Opera House.

Crediti fotografici: Andrej Uspenski

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