Il Royal Ballet riapre le porte con George Balanchine e Jerome Robbins

di Francesco Borelli
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Il Royal Ballet ritorna finalmente dal vivo in teatro con un trittico d’eccellenza firmato da due grandissimi della coreografia americana del XX secolo, George Balanchine e Jerome Robbins.

L’Apollo di Balanchine, realizzato per i Balletti Russi di Diaghilev nel 1928, è un punto di riferimento nello sviluppo del balletto neoclassico. Apre il programma con la luminosa coreografia di Balanchine supportata dalla vibrante partitura d’archi di Stravinsky.  Il lavoro traccia l’educazione del giovane dio Apollo dalla sua nascita, avvolto in coperte fasciate, alla sua ascensione del Monte Olimpo alla fine.

Apollo è un ruolo impegnativo nonostante non ci siano alti salti o giri veloci. La musica di Stravinsky per orchestra d’archi è austera, e Balanchine inventò uno stile di movimento sorprendente per abbinarlo. Ci sono accenni di scultura greca antica, immagini grafiche del sole, di cavalli. C’è addirittura un disegno tratto dal soffitto della michelangiolesca Cappella Sistina.

La storia racconta la nascita di Apollo, dio delle arti e della musica, istruito dalle Muse, che guadagna la maturità e le conduce al Monte Olimpo. Ognuna delle tre Muse esegue un assolo per introdurre Apollo alla sua forma d’arte. Calliope, la Musa della poesia Epica, danza in metrica, mimando di scrivere su una pergamena. Polimnia, la Musa della Pantomima, balla con un dito premuto sulle labbra. Ma lo scontroso Apollo è un adolescente disinteressato. Trattandosi però di danza, spetta a Tersicore, la Musa della Danza, conquistarlo. C’è un momento tenero verso la fine del suo assolo quando, con la musica ferma, Apollo appoggia la guancia nelle mani a calice di Tersicore e si lascia condurre da lei.

Sotto l’insegnamento delle Muse, Apollo passa da essere un giovano sfrontato a un Dio dignitoso, assorbendo le lezioni di poesia e mimo, ma dando il primato alla danza.

Dances at a Gathering, realizzato nel 1969 da Jerome Robbins, in un primo momento sembra un pezzo piuttosto usuale nei suoi duetti, trii e ensemble impostati su pezzi per pianoforte di Chopin. In effetti però è un’ode alla danza pura. Come lo stesso Robbins lo descrisse: “Non ci sono storie in nessuna delle danze in Dances at a Gathering, non ci sono trame né ruoli”. Nonostante sia senza trama, l’intimità del balletto crea un forte senso di comunità e tiene rapito lo spettatore per un’ora intera.

Nel 1953 venne ritrovata una partitura musicale che era andata perduta negli archivi del Teatro Bolshoi. Il pezzo si rivelò un Pas De Deux supplementare per il Lago dei cigni, composto da Tchaikovsky ma mai utilizzato. Balanchine in seguito ripropose la partitura in veste classica per due ballerini principali del New York City Ballet, Vlolette Verdy e Conrad Ludlow. Negli anni questo pezzo è diventato un punto di riferimento per il Royal che lo ripropone ogni volta con gioia.

Lo spettacolo sarà trasmesso stasera, 11 Giugno 2021 in live streaming dalla Royal Opera House, alle h.20:30 italiane.

I biglietti elettronici costano £16,00= e il link lo trovate sia sulla pagina Facebook della Royal Opera House che sul sito della Royal Opera House.

Buona serata.

CAST

Apollo: Ball, Hamilton, Calvert, Kaneko

Tchaikovsky Pas de Deux: Nunez, Muntagirov

Dances at a Gathering: Naghdi, Magri, O’Sullivan, Pajdak, TBA, Sambé, Clarke, Dubreuil, Ella, Hay

DURATA 2 ore e 30 minuti.

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