Oggi il mio articolo doveva presentarvi un grande ritorno, quello di “Mary Poppins il musical” a Milano, che sarebbe stato in scena al Teatro Nazionale CheBanca! dal 30 gennaio al 15 marzo 2020.
Come in molti di voi ormai sapranno le repliche milanesi sono state annullate, la conferma è stata annunciata dalla produzione italiana WEC – World Entertainment Company nel week end, prima di chiudere ufficialmente la pagina Facebook del musical:
Con la presente WEC e il Teatro Nazionale CheBanca! sono dispiaciuti di comunicare che, per sopraggiunti gravi impedimenti non risolvibili nel breve periodo, la produzione di Mary Poppins il musical non è in grado di andare in scena al Teatro Nazionale CheBanca! di Milano e quindi tutte le repliche milanesi programmate dal 30 gennaio al 15 marzo 2020, sono cancellate.
“Siamo dispiaciuti di non poter presentare Mary Poppins un’altra volta a Milano, ma circostanze non prevedibili all’interno di WEC lo rendono impossibile”. Giorgio Barbolini, presidente di WEC.
TicketOne, quale soggetto che agisce in nome e per conto dell’organizzatore, procederà ai rimborsi non appena ricevute chiare istruzioni che dipendono da WEC S.r.l.
A seguire il comunicato del Teatro Nazionale CheBanca!:
Il Teatro Nazionale CheBanca! è desolato di dovervi informare che il produttore WEC ci ha comunicato che, per sopraggiunti impedimenti, si trova nell’impossibilità di portare in scena lo spettacolo “Mary Poppins – Il Musical” presso il nostro teatro.
Il Teatro Nazionale CheBanca! è solito portare in scena i migliori spettacoli, con grande rispetto per i propri clienti.
Siamo quindi dispiaciuti che questa produzione sia stata cancellata e del disguido creatovi.
Tutti i clienti che hanno acquistato i biglietti direttamente al Teatro Nazionale CheBanca! saranno rimborsati recandosi alla biglietteria del teatro.
“Gravi impedimenti, circostanze non prevedibili” sono stati il modo gentile per sottintendere un vuoto di bilancio causato dal dover ricostruire tutte le scene, perché quelle usate al Nazionale erano tecnicamente incompatibili col palco del Sistina, e dalle spese di trasferta, il che ha fatto schizzare i costi della permanenza a Roma attorno ai 3 milioni e 200mila euro a fronte di un incasso di 2 milioni e 200mila.
Questa è stata la spiegazione che Giorgio Barbolini, presidente della società produttrice dello spettacolo ha provato a dare al giornalista de Il Giorno Andrea Spinelli in una sua intervista del 26 gennaio (https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/mary-poppins-1.4999563), partendo dal trionfo incassato dal kolossal disneyano un anno fa al Teatro Nazionale.
Il successivo tentativo di chiedere un sostegno a Stage Entertainment, la multinazionale olandese proprietaria del Teatro Nazionale – che si era detta pronta ad accollarsi le 54 repliche rimanenti – è stato smorzato definitivamente dal «no» di Disney Theatrical Productions, Cameron Mackintosh, ed MTI – Music Theatre International, arrivato venerdì scorso, segnando i destini dello spettacolo (continua a raccontare Barbolini).
In una nota del Teatro Sistina:
La direzione del Teatro intende precisare che il Sistina è del tutto estraneo alle cause che avrebbero portato a questo annullamento. Lo storico teatro italiano, diretto da Massimo Romeo Piparo, è stato infatti erroneamente associato alle problematiche finanziarie legate al Musical.
“Mary Poppins”, andato in scena a Roma dal 24 ottobre al 6 gennaio, ha avuto al Teatro Sistina un solido successo, con tutte le ultime 15 date sold out e un incasso di quasi 3 milioni di euro. Un eccellente risultato quindi, ottenuto anche grazie al sostegno e all’impegno della direzione, di tutto lo staff e delle maestranze del Sistina, che hanno affrontato con grande spirito collaborativo le difficoltà produttive avute fin dall’inizio dalla WEC. Tali problemi, che hanno fatto slittare di una settimana l’inizio delle rappresentazioni (causando non pochi disagi al Sistina e al pubblico romano), sono interni alla società e non dipendono minimamente dal Teatro Sistina, che al contrario ha collaborato alla buona riuscita dello spettacolo.
«Già a luglio la produzione di Mary Poppins versava in serie difficoltà, tant’è che il Teatro Sistina è intervenuto per sostenere la produzione e permettere di proseguire. Ancora a ottobre la produzione rinviava di una settimana il debutto per le proprie difficoltà, causando un danno al nostro teatro. Questa è una chiara evidenza di come i problemi venissero da lontano – dichiara Massimo Romeo Piparo, Direttore Artistico del Teatro Sistina, sottolineando che – a Roma Mary Poppins ha fatto registrare 70.964 presenze per un incasso di 2.747.095,00€: un grandissimo successo e record di incassi, quindi, tutt’altro che un disastro. In un teatro come il Sistina, con un titolo internazionale di tale rilevanza si diventa ricchi, non si fallisce, come ci insegnano prodotti analoghi tipo Mamma Mia!, Jesus Christ Superstar, Billy Elliot, Rugantino, Il Marchese del Grillo, per citarne solo alcuni».
Così, dopo le 71.000 presenze per 63 rappresentazioni al Teatro Sistina di Roma e le 200 repliche e 200.000 spettatori lo scorso anno al Teatro Nazionale CheBanca! Di Milano, ora “Mary Poppins il musical” lascia 20.000 spettatori in attesa di un rimborso dei biglietti già acquistati.
Ma la cosa più grave è che “Mary Poppins il musical” lascia 32 attori e ballerini, un’orchestra dal vivo e tutte le maestranze tecniche backstage ufficialmente senza una prospettiva di lavoro.
Dal fronte artistico nessuna dichiarazione, se non quella della protagonista Giulia Fabbri su Facebook:
«Sono a conoscenza da circa 24 ore di questa dolorosa notizia, ed ora che è stata ufficializzata sento l’assoluto bisogno di scusarmi con le persone che hanno acquistato un biglietto per venirci a vedere, benché ovviamente io non sia in alcun modo coinvolta con le circostanze che hanno portato a questo risultato.
Uno spettacolo così non dovrebbe fare questa fine, io e i miei colleghi ci siamo impegnati ogni singolo giorno per renderlo grande, lo abbiamo difeso, ci abbiamo messo dentro tutto ciò che avevamo da dare, ma noi siamo attori, e il nostro mondo inizia e finisce delineato dalle quinte.
Eppure non mi do pace, due anni di duro lavoro, tanto impegno, grandi risultati, gli occhi della gente alla fine, è veramente finita così?!
Vi chiedo scusa, vi chiedo scusa perché so che chi sceglie lo spettacolo dal vivo lo fa con passione, lo fa facendo lo sforzo di muovere una famiglia, lo fa organizzando una trasferta dalla propria città, lo fa perché il divano e Netflix sono meravigliosi a fine giornata, ma lo scambio umano diretto con degli attori che stanno davanti a te su un palco è un’altra cosa, e io ogni volta che ci salgo su un palco sento una grande responsabilità, e la sento anche adesso che la promessa di sei settimane di spettacoli è stata infranta, per quanto sappia benissimo di non avere potere su una cosa del genere. Ho fatto la mia ultima replica e non lo sapevo, avrei ringraziato delle persone, lo faccio adesso:
Ringrazio i miei colleghi, le persone che insieme a me hanno dato cuore a questo spettacolo, vi voglio bene.
Ringrazio orchestra e tecnica, colleghi anche loro, fusi con noi cast, persone uniche e grandi professionisti.
Ringrazio il team creativo, hanno il mio affetto, il mio rispetto e la mia gratitudine.
Ringrazio ogni singola persona che in questi due anni ha deciso di venire a vederci.
Ho il cuore spezzato, ma sono circondata dall’amore, e l’amore guarisce.»
Sui social la solidarietà attorno ai colleghi di “Mary Poppins” è tanta, ma al contempo sorgono grandi dubbi e poca fiducia nel futuro del Musical in Italia. Se nemmeno uno degli spettacoli considerati “big” ce la può fare, quale può essere il destino del teatro musicale italiano?
Ricordiamo che la produzione italiana dello spettacolo è curata da un consolidato team di creativi, riconosciuto e apprezzato anche nel West End, fra i quali il regista Federico Bellone (“Newsies” della Disney, “Dirty Dancing” in Inghilterra, “A Qualcuno Piace Caldo”) e la coreografa Gillian Bruce (“Newsies” della Disney, “Frankestein Jr.” “La Vedova Allegra” per il Teatro alla Scala).