Lo stato di emergenza che stiamo attraversando ha portato a galla verità e consapevolezze importanti che stanno alla base della vita degli esseri umani: la socialità, la relazione, la fiducia, la gratitudine, la necessità di eliminare il superfluo, la consapevolezza di sé stessi e del proprio mondo, l’ascolto imprescindibile con il proprio io, il valore del respiro e del proprio tempo.
Io credo che abbiamo la possibilità di regalarci un mondo nuovo e soprattutto di insegnare alle generazioni future che il mondo lo possiamo far rinascere partendo da noi stessi.
Credo, altresì, che il concetto di libertà oggi abbia finalmente trovato la sua giusta coscienza dentro ognuno di noi.
La forza del nostro Paese si chiama CULTURA e al suo interno convive tutto ciò che concorre sul piano intellettuale, morale e psicofisico alla formazione dell’individuo.
Le arti, lo sport, il benessere psicofisico, l’istruzione sono diritti fondamentali dell’essere umano e forme di ribellione contro il materialismo. Ho chiesto più volte ai mie allievi il motivo per cui danzano e la risposta universale è stata “perché ci rende felici”.
Gli artisti, gli insegnanti, gli educatori, gli operatori culturali e la famiglia (anche la politica dovrebbe) oggi più che mai sono chiamati a compiere una rivoluzione sociale non individuale. Per quel che riguarda il nostro settore, il pubblico tornerà a teatro se la corporeità avrà un nuovo valore.
Se l’espressione personale dell’artista avrà il potere di valorizzare il vissuto e lo sviluppo dello spettatore.
Se la diversità sarà riconosciuta all’unanimità come ricchezza.
Se l’esperienza teatrale sarà la ricerca e l’analisi di un impegno personale a collaborare per un obiettivo comune.
Se valorizzare l’esperienza del fanciullo sarà l’urgenza basilare non per evidenziarne limiti e difetti ma per cantare insieme un inno alla libertà.
L’artista, lungimirante e penetrante accoglie il diverso e non si mette sul piedistallo della sua onnipotenza.
Il biglietto di ingresso è un vaccino contro l’odio, l’intolleranza.
L’arte è una guida, è senso di appartenenza, è cultura.
L’arte non è esasperazione e soprattutto non è un patrimonio esclusivo. È prendersi delle responsabilità collettive.
Ѐ festa, convivenza, è IMMUNITÀ DI GREGGE.
Ilaria Chinello