Arrivava così, come una nuvola bianca, come un’entità che si manifestava all’improvviso, come le villi in Giselle ed era impossibile non notarla, anche in mezzo alla folla. Carla Fracci, un nome che è diventato leggenda e che racchiude le memorie di un’epoca gloriosa per la danza, avrebbe compiuto oggi 88 anni.
Carla, all’anagrafe Carolina, era figlia di Luigi Fracci, alpino, sergente maggiore in Russia poi tranviere dell’ATM, l’azienda di trasporti milanese, e di Santina Rocca, operaia della Innocenti. Nata a Milano poco prima della guerra e orgogliosa delle sue origini semplici, raccontava di essere stata sfollata con la famiglia in provincia di Mantova e poi a Cremona. Un’infanzia senza giocatoli se non le bambole cucite dalla nonna. Dopo la guerra, la famiglia si trasferì in una casa popolare di Milano. La piccola Carla non sognava di diventare ballerina, pensava che avrebbe fatto forse la parrucchiera ma si dilettava a danzare e aveva uno spiccato senso del ritmo… Fu un’amica di famiglia a insistere perché facesse l’esame di ammissione per la Scuola di ballo del Teatro alla Scala che allora era pubblica e quindi accessibile a tutti. Fu la svolta della sua vita.
Particolarmente significativo l’incontro con Margot Fonteyn quando Carla era ancora giovanissima: “È stato il sole, la luce che mi è apparsa”, ha detto. Si diplomò nel 1954, entrò nel corpo di ballo, fu solista e nel 1958 fu nominata prima ballerina. Nel 1957 si esibì al Festival internazionale del Balletto di Nervi (Genova) fondato da Mario Porcile e Ugo dell’Ara, nel Pas de quatre accanto alle stelle Alicia Markova, Yvette Chauviré e Margrete Schanne.
Da allora, Carla Fracci ha calcato i più importanti palcoscenici del mondo e ha avuto come partner i più grandi artisti della storia della danza: Rudolf Nureyev, Erik Bruhn, Mikhail Baryshnikov, George Iancu, Paolo Bortoluzzi, Amedeo Amodio, Massimo Murru, Roberto Bolle, per citarne alcuni. Étoile internazionale, è rimasta sempre legata alla Scala. Il suo nome rimanda subito ai ruoli del balletto romantico, uno su tutti, suo cavallo di battaglia di cui è universalmente riconosciuta come maggiore interprete, Giselle.
Ha diretto il corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli, dell’Arena di Verona (che oggi, purtroppo, non esiste più), del Teatro dell’Opera di Roma. Ha ricevuto innumerevoli premi e onorificenze, è comparsa in tv non solo in sceneggiati come “Verdi” di Renato Castellani, sulla vita del celebre compositore in cui la Fracci interpretava il ruolo di Giuseppina Strepponi, ma anche nei balletti di repertorio che venivano ospitati negli studi televisivi e nei programmi di varietà. Anche in tempi più recenti, è stata ospite di trasmissioni che trattavano della sua arte.
Carla Fracci sosteneva che la danza non può essere legata solo alle celebrità ma che i talenti che ci sono nelle scuole private vanno supportati. Più volte ribadì l’importanza di portare l’arte di Tersicore in mezzo alla gente, di renderla democratica e non destinata solo a un pubblico privilegiato dimostrando di avere da sempre una visione aperta e proiettata verso il futuro.
«Io ho fatto spettacoli dappertutto. Ho danzato nei tendoni da circo, nelle piazze, nelle chiese. Volevo che quest’arte non appartenesse solamente ad una élite. E anche quando ero impegnata sulle scene più importanti del mondo, sono sempre tornata in Italia per danzare ovunque».
E ancora, al Corriere della Sera “Tra le mie più grandi soddisfazioni non c’è solo quella di aver danzato nei più grandi teatri del mondo, ma anche di aver portato il balletto nei posti più remoti, nelle periferie, e di aver trasmesso a tanti giovani questa passione.”
Carla Fracci si è spenta il 27 maggio 2021 nella sua casa di Milano lasciandoci un’eredità immensa. Dal 1964 era spostata con il regista Beppe Menegatti con cui ha avuto il figlio Francesco.
Per lei, la commozione generale e una pioggia di omaggi da parte delle massime cariche dello Stato, dai media e sui social: teatri, Festival, esponenti del settore, colleghi, insegnanti, amici, pubblico di ieri e di oggi, allievi… Chiunque abbia approcciato la danza ha avuto il mito di Carla Fracci. Chi non l’ha incontrata in teatro o in sala ballo, l’ha vista in televisione e sui giornali perché la sua carriera da sogno è stata lunga, ricca e ha raggiunto tutti.
“Con Maria Taglioni Carla Fracci è stata la personalità più importante della storia della danza alla Scala” ha dichiarato il Sovrintendente del Teatro alla Scala Dominique Meyer. “Ho avuto il piacere di accoglierla diverse volte alla Scala dove veniva spesso e a gennaio siamo stati felicissimi di riaverla a trasmettere la sua esperienza alle giovani interpreti dell’ultima Giselle, che è stata per tutti un momento indimenticabile. La penseremo sempre con affetto e gratitudine, ricordando il sorriso degli ultimi giorni passati insieme, in cui si sentiva tornata a casa”.
Negli anni ’70, Eugenio Montale le dedicò la poesia “La danzatrice stanca”.
Nel 1981 il New York Times la definì “Prima ballerina assoluta” titolo riservato a pochissime artiste eccezionali.
Nell’autunno 2021, in Italia, è andato in onda il film “Carla”, una coproduzione Rai Fiction – Anele con Alessandra Mastronardi nel ruolo della protagonista.
Con questo breve riassunto della sua carriera, noi di Dance Hall News desideriamo oggi, nel giorno del suo compleanno, porgere nuovamente omaggio alla Signora della Danza, una stella che non smetterà mai di brillare. Con gratitudine.