In scena “Lo Schiaccianoci” di Giuseppe Picone al Teatro San Carlo di Napoli

di Massimiliano Craus
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A Natale ogni mondo è paese, soprattutto se scriviamo di danza e di spettacoli natalizi. Naturalmente ci riferiamo all’ennesima presentazione de “Lo Schiaccianoci”, nel merito in scena al Teatro di San Carlo di Napoli da sabato 29 dicembre all’altro sabato del 2019, la vigilia dell’Epifania con i bimbi della città ad aspettare la Fata Confetto e la Befana prima di tornare a scuola! Un balletto immaginato per i bambini eppure una storia tortuosa che ha cambiato parecchie facce della stessa medaglia prima di diventare la coreografia di Lev Ivanov nel lontanissimo 1892.

“Lo Schiaccianoci” in questi giorni rappresentato sul palcoscenico del Teatro di San Carlo appartiene alla storia personale di Giuseppe Picone: prima etoile di mezzo mondo, poi coreografo già di questo titolo al Teatro Massimo di Palermo ed infine direttore nel suo teatro cittadino. Un viaggio come quello di Clara che, accompagnata dal valzer dei Fiocchi di Neve, ha lasciato le sue rassicuranti quattro mura per un sogno meraviglioso. Lo stesso del giovane Giuseppe Picone che ha sognato e fatto sognare molti appassionati in ogni dove ed oggi, con il suo prezioso mandato sancarliano, dirige i suoi baldi giovani alla scalata di palcoscenici sempre più internazionali.

Già parzialmente agguantati con la settembrina prima rappresentazione de “La signora delle camelie” (di cui abbiamo peraltro già scritto, ndr) ed ora con “Lo Schiaccianoci” bello e pronto ma con in vista il prossimo “Lago dei cigni”, nella doppia data di marzo e giugno. Ma procediamo con ordine. Dal 29 dicembre al 5 gennaio sono previste dieci repliche con ben otto diversi interpreti protagonisti. Un surplus di nomi e di rappresentazioni per il grande pubblico che già si è accaparrato la stragrande maggioranza dei biglietti a disposizione. Del resto lo stesso Giuseppe Picone aveva previsto tutto: dopo “La signora delle camelie” ho voluto aggiustare il tiro, riportando il grande e numeroso pubblico della città e delle regioni limitrofe in sala a gustarsi le musiche di Piotr Ilich Ciaikovskij. Così come faremo la stessa operazione nei due distinti appuntamenti con il “Lago” a marzo e giugno, così da tenere calde le poltrone in vista del prossimo appuntamento di settembre dove ho deciso davvero di giocarmi la faccia. Con “Il sogno di una notte di mezza estate” voglio riunire una volta per tutte il pubblico con il suo corpo di ballo in un’operazione artistica e culturale davvero impegnativa per tutti noi. Per questa ragione mi è assai utile questa versione de “Lo Schiaccianoci” a Natale, un appuntamento imperdibile e fidelizzante quanto mai.

Ed a scorgere il programma di sala pare proprio che non manchino gli effetti speciali: quattro cast con due ospiti di primissimo piano quali Vadim Muntagirov e Lauren Cuthbertson a farla da padroni in un contesto molto made in Naples, ma soprattutto di chiarissima matrice sancarliana. A cominciare dalle scene di Nicola Rubertelli, i costumi di Giusi Giustino e le luci di Carlo Netti, oltre alla firma coreografica di Giuseppe Picone e la bacchetta armena di Karen Durgaryan al debutto al Teatro di San Carlo. A cornice delle altre tre coppie di protagonisti Alessandro Staiano, Salvatore Manzo e Danilo Notaro accompagnati da Claudia D’Antonio, Annachiara Amirante e dalla stella del Teatro dell’Opera ungherese Tatiana Melnik.

Balletto in due atti e tre scene, basato su uno scenario di Marius Petipa dalla versione di Alexandre Dumas padre del racconto di  E. T. A. Hoffmann, il coreografo nonché direttore Giuseppe Picone ci ha spiegato che “per accentuare l’atmosfera da sogno di questo splendido balletto, dallo scorso anno ho voluto inserire altri elementi sempre di Nicola Rubertelli all’interno della scenografia: un nuovo albero di Natale, una nuvola che fa volare lo Schiaccianoci nel mondo della Fata Confetto e altri pannelli scenici per le danze di carattere. La coreografia si distacca dalle innumerevoli versioni del titolo che ho danzato nel corso della mia carriera. Qui, ho voluto segnare un netto contrasto tra la realtà di Clara e il suo mondo fantastico animato dalla Fata Confetto separando i due ruoli per cui ho scelto due diverse interpreti”. Occasione imperdibile dunque per scoprire gli ultimi progressi fatti registrate dal giovane ensemble e, perché no, aspettare con ulteriori buoni motivazioni il futuro bianco delle ali dei tanti attesissimi cigni di primavera.       

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