Intervista a Francesco Mazza, uno dei tre finalisti italiani al Prix de Lausanne 2018

di Francesco Borelli
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Francesco, da poco la notizia che sarai tra i tre finalisti italiani di uno dei concorsi di danza più celebri e importanti al mondo. Come hai accolto la comunicazione?

Con moltissima ansia. Quest’anno ho inviato nuovamente la mia candidatura ma non avevo particolari pretese: concorrendo nella categoria dei grandi la selezione si basava molto più sulla tecnica che sulle doti e le qualità fisiche. Giunta la mail in cui mi si comunicava la notizia, non ci volevo credere. Sono entusiasta e carico. Spero di dare il massimo.

Sei uno dei tre finalisti italiani. Il nostro paese, sempre più, si distingue per grande qualità e talento. Se dovessi immaginare il tuo futuro, ti vedi in Italia o all’estero?

Sinceramente mi vedo danzare in un grande teatro europeo, magari a Kiev, la maison della vera danza. Certo, rappresentando il mio paese con orgoglio e grande soddisfazione.

La vita è l’arte degli incontri. Ci sono persone cui devi dire grazie?

Innanzitutto la mia insegnante Barbara Scaramuzzi: ha sempre creduto in me e non ha mai smesso di farlo. Ogni giorno mi fa dono del suo tempo, dedicando al suo lavoro tutto l’amore e la dedizione possibile; riesce a mettermi alla prova nel modo giusto, consapevole dei miei limiti e dei miei punti di forza. Mi ha trasmesso umiltà e forza al contempo, e mi ha insegnato l’importanza del lavoro, dell’impegno e della dedizione. Poi Luca, persona meravigliosa che ha fatto dei suoi sogni la mia forza regalandomi, sempre, la consapevolezza che si possa raggiungere ogni obiettivo, anche quello più difficile. Infine i miei genitori: ho una grande mamma e un grande papà e fin da quando ero bimbo, si sacrificano per me al fine di aiutarmi e condividere, assieme, il mio grande e bellissimo sogno.

Che cosa speri per il tuo futuro?

Spero di ballare, tanto e ovunque. Di calcare i palcoscenici più importanti del mondo, di ricoprire ruoli prestigiosi e affiancare grandi ballerine. Ce la farò? Chissà…Ma sognare non costa nulla.

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