L’8 luglio del 2014 ci lasciava Silvio Oddi. Arrivederci Silvio…

di Francesco Borelli
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Il tempo passa, inesorabile. A volte i ricordi delle persone sbiadiscono fino a diventare nuvole impalpabili, lontane e invisibili. Altre volte invece la memoria rimane viva, e in alcuni tristi anniversari, galoppa inafferrabile riportando alla mente immagini, momenti condivisi, voci e volti.  Sono trascorsi quattro lunghissimi anni. L’8 luglio del 2014 il mondo della danza piangeva la perdita improvvisa di un artista grande. Silvio Oddi se ne andava, tra lo stupore, triste e colmo di lacrime, di danzatori, ballerini, coreografi e addetti ai lavori.

Fisico statuario, gambe che toccavano il cielo, tecnica pulita, esecutore preciso, interprete duttile, danzatore carismatico, partner prediletto di una strepitosa Cuccarini. Silvio Oddi era questo e molto di più. Inizia gli studi di danza allo Ials di Roma e, ancora diciassettenne, comincia la sua carriera televisiva a Fantastico, programma storico della Tv Rai degli anni ‘80-‘90. Grazie a Lorella Cuccarini diventa primo ballerino, affiancandola in tanti programmi di grande successo come Buona Domenica, Trenta ore per la vita, La Stangata. Si trasferisce a Londra, poi a Montecarlo. Fonda una sua compagnia e si fa portavoce di una danza di qualità ben lontana dal circo degli ultimi anni fatto di starlette e coreografie vuote finalizzate a stupire l’occhio ma non a rendere omaggio a un’arte sopraffina come la danza. Desiderava questo, Silvio: affrancare il balletto da una banale spettacolarizzazione propria di chi l’arte, probabilmente, non sa neppure che cosa sia. Intanto migliaia di danzatori in erba vedono in lui l’esempio, il modello da imitare, il ballerino che si desidera essere. E si cresce, si studia e si migliora con davanti agli occhi esempi positivi. Eh sì, Silvio è stato questo per tantissimi di noi. Ci ha donato la consapevolezza che senza il sacrificio, lo studio e l’impegno non si arriva da nessuna parte. Un faro in una Tv in cui la popolarità si confonde con la professionalità e propone, ahimè, modelli vacui e frivoli.

Un danzatore completo e poliedrico, artista grande ma prima di tutto un essere umano semplice e alla mano che amava la danza e mai, l’aveva tradita. Fedele a sé stesso e al proprio credo Silvio ci ha lasciati l’8 luglio di qualche anno fa. Ma vive, prepotente e bello, nella memoria di tutti noi. Di coloro che guardandolo si sono innamorati della danza e ad essa hanno dedicato, poi, la propria intera vita.

Un grande abbraccio Silvio.

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