Prima di diventare un film, Chorus Line è stato un musical teatrale da record: 6.137 repliche allo Shubert Theatre di Broadway, dodici nomination ai Tony Awards di cui nove vittorie, miglior spettacolo della stagione secondo il New York Drama Critics’ Circle, Premio Pulitzer per la drammaturgia e un totale di 277 milioni di dollari incassati tra il 1975 e il 1990! Quando si cominciò a parlare di versione cinematografica alcuni registi rifiutarono l’incarico per timore che un musical teatrale così conosciuto non potesse avere lo stesso successo sul grande schermo. Alla fine i produttori convinsero Richard Attenbotough, premio Oscar 1982 per Gandhi. A Chorus Line, lo spettacolo teatrale da cui è ripresa la trama, era stato scritto da James Kirkwood e Nicholas Dante e musicato da Marvin Hamlish per la regia di Michael Bennett. Nella versione per il cinema, ci furono modifiche e aggiunte ai numeri musicali (è il caso di “Surprise, Surprise” che valse al film la nomination all’Oscar per la migliore canzone originale).
Uscito nel 1985, il film costò 27 milioni di dollari e ne incassò solo 14 ma il successo di Chorus line si vede nel lungo periodo: anche dopo il cinema e fino ai giorni nostri, questo musical cult è stato riproposto in diverse versioni teatrali in tutto il mondo.
La pellicola si apre con una panoramica sull’isola di Manhattan che ci accompagna fino a Broadway dove vediamo una lunga coda di persone fuori dal teatro in cui il regista e coreografo Zach (Michael Douglas, perfetto in questo ruolo) sta sottoponendo i ballerini ad una dura selezione per il suo prossimo spettacolo. I candidati sono tantissimi ma apprendiamo presto che ci sarà posto solo per otto persone, quattro donne e quattro uomini. Zach è alla ricerca della bravura tecnica ma anche della personalità e della giusta motivazione professionale e, dopo varie scremature, chiede agli ultimi diciassette selezionati di raccontarsi. Come in una sorta di psicodramma, il palcoscenico raccoglie le storie di vita di ognuno dei danzatori e ci si affeziona pian piano a tutti i personaggi. Il regista spiega che probabilmente ci sarà qualche battuta di copione da imparare ma che non vuole vedere la recitazione: “Basta che siate esattamente quello che siete. Per me è altrettanto importante di come ballate”. Ogni storia diventa un numero musicale trascinante di alto livello di danza e canto. In modo inaspettato, alla selezione si presenta anche Cassie con cui Zach, in passato, ebbe una relazione d’amore e professionale terminata per scelte di lavoro. Cassie è incredibilmente brava ed ha bisogno di un contratto ma Zach l’allontana più volte dall’audizione. Per lui è fuori discussione inserire una prima ballerina nella “fila” (a chorus line, appunto) che lui sta cercando di creare. Le offre addirittura un aiuto economico ma Cassie vuole ballare (Let me dance for you!) e la sua determinazione verrà premiata.
Al termine della giornata, gli otto “survivor” della lunga audizione ottengono un contatto di sei mesi. Ma il film ha un ulteriore lieto fine: Zach e Cassie si riappacificano e ci fanno sperare nella continuazione della loro storia e in conclusione, nella storica coreografia anni ’30 a cui tutti associamo Chorus Line e di cui conosciamo qualche passo e certamente la musica, scopriamo che i ballerini da otto diventano di più: Zach ha preso tutti i beniamini a cui ci siamo affezionati durante il film che, ballando sulle note di “One” si moltiplicano, riempendo l’intero palcoscenico anche grazie all’effetto dato dagli specchi e dall’uso dinamico della macchina da presa (che possiamo notare durante tutto il film girato quasi interamente in interni, al celebre Mark Hellinger Theatre di New York).
La pellicola vanta un cast strepitoso, ad esempio Terrence mann, nel ruolo dell’assistente coreografo Larry, noto anche per le sue interpretazioni in “Les Misérables”, “Cats” (Rum Tum Tugger) e “The Beauty and the Beast”. La giovane e timida Kristine, che si presenta in audizione con il marito, è invece interpretata da Nicole Fosse figlia di Bob e dell’attrice e ballerina Gwen Verdon.
Nel film viene citato più volte un altro capolavoro, Scarpette rosse (per cui vi rimando al numero www.dancehallnews.it/scarpette-rosse-il-grande-classico-amato-da-tutti) “Ha cambiato tutta la mia vita” dice qualcuno.
Chorus line, sia nella versione teatrale che cinematografica, è tra i primi spettacoli ad affrontare temi come la liberazione sessuale e l’individualismo (siamo negli anni ’80, un’epoca di trasformazioni: voglia di apparire a tutti i costi, nuove tecnologie, tanta musica, la competizione nel mondo del lavoro, le droghe, il disimpegno politico, il consumismo…)
Il sogno di Broadway appartiene un po’ a tutti coloro vicini al mondo dello spettacolo. Rappresenta l’America che ci piace, quella che balla, quella che premia il talento, quella multirazziale, quella che fa sognare.
Questo è il tipico film su cui sarebbe interessante un confronto generazionale: ai ragazzi di oggi, così abituati (oltre che a un’altra America) a talent show, reality e social network che regalano notorietà a chi è abbastanza convincente, che impressione farebbe questo film che per anni ha ispirato tanti pur mettendoli davanti al duro lavoro e al sacrificio come condizioni indispensabili per raggiungere il successo?
Genere: musicale
Anno: 1985
Regia: Richard Attenborough
Sceneggiatura: Arnold Schulman (su libretto dell’omonima produzione teatrale)
Fotografia: Ronnie Taylor
Montaggio: John Bloom
Scenografia: Patrizia von Brandenstein
Costumi: Faye Poliakin
Coreografie: Jeffrey Hornaday
Interpreti: Michael Douglas (Zach); Terrence Mann (Larry); Alyson Reed (Cassie); Michael Blevins (Mark Tobori); Yamil Borges (Diana Morales); Jan Gan Boyd (Connie Wong); Sharon Brown (Kim); Gregg Burge (Richie Walters); Cameron English (Paul San Marco); Tony Fields (Al DeLuca); Nicole Fosse (Kristine Evelyn Erlich-DeLuca); Vicki Frederick (Sheila Bryant); Michelle Johnston (Bebe Benson); Janet Jones (Judy Monroe); Pam Klinger (Maggie Winslow); Audrey Landers (Val Clarke); Charles McGowan (Mike Cass); Justin Ross (Greg Gardner); Blane Savage: (Don); Matt West (Bobby).
Musica: Marvin Hamlisch
Colonna sonora: I Hope I Get It; Who Am I Anyway?; I Can Do That; At the Ballet; Surprise, Surprise; Nothing; Let Me Dance for You; Dance: Ten, Looks: Three; What I Did for Love; One (Finale).
Prodotto da: LY FEUER ERNEST H MARTIN
Distributore: CDE
Paese: USA
Lingua originale: inglese
Durata: 113 min
Premi – Il film ha avuto molte nomiantion:
1986- Academy Award per la migliore canzone originale (Surprise, Surprise); per il miglior montaggio; per il miglior sonoro.Golden Globe Award per miglior film, musical o commedia; per miglior regista cinematografico. BAFTA Award per miglior sonoro; per miglior montaggio. 1987- Japan Academy Award al miglior film in lingua straniera.