La danza nel cinema: Dirty dancing, trent’anni di balli proibiti

di Fabiola Di Blasi
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Sono passati esattamente trent’anni dall’uscita nelle sale cinematografiche di Dirty Dancing, diretto da Emile Ardolino, regista americano di origini italiane. E’ impressionante pensare a questo film come a un progetto a low budget (6 milioni di dollari) conoscendo il successo che ha avuto in seguito e gli incassi che lo hanno fatto entrare nella storia del cinema. Il film è stato girato nel 1986 con un cast formato da attori ancora poco conosciuti e deve la sua affermazione a due elementi: la musica e il ballo.

La storia è molto semplice: durante l’estate del 1963 gli Houseman, tipica famiglia dabbene composta da padre, madre e le due giovani figlie Lisa e Frances detta “Baby”, decidono di passare l’estate in un villaggio turistico presso i monti Catskill, nella East Coast degli Stati Uniti. In questa occasione, Baby entra in contatto con Johnny e Penny, insegnanti di danza dell’hotel, e con i loro “balli proibiti” che si svolgono lontano dagli occhi dei turisti. Penny (interpretata dalla bravissima Cynthia Rhodes che aveva già partecipato, tra gli altri, a Flashdance e Staying Alive) è una ex rockette dal fisico mozzafiato che ad un certo punto scopre di essere incinta e decide di interrompere la gravidanza anche se è illegale. Si affida però alla persona sbagliata ed è il padre di Baby, medico, a salvarla e a curarla. Il tema è delicato e viene anche chiesto alla sceneggiatrice di tagliare quella parte ma lei si oppone perché la scena è indispensabile alla trama del film. E’ questo evento, infatti, a permettere un avvicinamento tra i due protagonisti: Johnny ha ormai bisogno di un’altra partner per le sue esibizioni imminenti e tutti gli elementi portano a Baby che non è certo una ballerina ma è tanto attratta da Johnny da accettare di prendere una lezione dietro l’altra da lui per imparare in fretta e affiancarlo nei suoi numeri.

Ça va sans dire, i due si innamorano, il padre di lei non vuole, Johnny viene licenziato e alla fine torna all’hotel solo per “riprendersi” la donna (“Nessuno può mettere Baby in un angolo”) e danzare insieme a lei il pezzo che hanno provato, davanti a tutti gli ospiti del villaggio. Il lieto fine c’è, vediamo la famiglia di Baby rivalutare Johnny e, cosa ancor più entusiasmante, tutti i personaggi ballare insieme sulle travolgenti note di (I’ve Had) The Time of My Life. 

La colonna sonora del film ha venduto nel mondo 42 milioni di copie ed ha vinto l’Oscar e il Golden Globe; i due interpreti, Bill Medley e Jennifer Warnes, si aggiudicarono un Grammy Award per il miglior duetto. Un’altra nota interessante sulla musica riguarda la bellissima canzone “She’s Like The Wind” cantata da Patrick Swayze e scritta dal medesimo con la collaborazione di Stacy Widelitz.

Dirty Dancing è un film appassionante visto in tutto il mondo e amato da intere generazioni (è il primo ad aver venduto un milione di copie in cassetta) e fa sognare soprattutto per il rapporto tra i due protagonisti Johhny e Baby (che in realtà sul set ebbero parecchi problemi: avevano già recitato in un film insieme e non andavano per nulla d’accordo). Esiste una lunga scena tagliata di un ballo al tempo giudicato troppo hot, oggi facilmente reperibile in rete. Diverse sequenze non facevano parte del copione, e sono frutto di improvvisazioni o reazioni spontanee degli attori piaciute al regista. La risata di Baby quando Johnny le sfiora il braccio, per esempio, è reale in quanto l’attrice soffriva il solletico. Il film è leggero ma non mancano riferimenti ad eventi storico-politici troppo importanti perché la sceneggiatrice potesse ometterli da una pellicola ambientata negli anni ’60. Mi riferisco alla guerra in Vietnam e al discorso di Martin Luther King per i diritti degli afroamericani, “I have a dream”.

Anche se per noi è certamente impossibile immaginare questo film con un altro attore protagonista, Patrick Swayze non fu la prima scelta per il ruolo di Johnny; prima di lui Val Kilmer rifiutò l’offerta e Billy Zane sostenne il provino ma non fu preso perché incapace di ballare. Patrick Swayze rifiutò poi il sequel che gli fu proposto. Il film ha avuto una rivisitazione nel 2004, Dirty Dancing 2, ambientata a Cuba e più edizioni in versione musical andate in scena in tutto il mondo. Il Grandview Palace, il resort usato come location del film, è stato distrutto dalle fiamme nel 2012 ma alcune parti, come l’Hotel Kutsher, erano rimaste intatte…purtroppo sono state demolite ed oggi sul posto sorge un centro benessere. Vista la sfortuna che ha colpito anche alcuni interpreti, non manca chi parla di “maledizione del film Dirty Dancing”…ma forse è il caso di lasciare questi discorsi ai superstiziosi e continuare a sognare e ballare davanti alla TV quando, almeno una volta all’anno, ci viene riproposto il film in Italia. Certe pellicole non invecchiano, al limite ci ricordano le battute (e le coreografie) che ormai conosciamo a memoria!

Genere: musicale, sentimentale
Anno: 1987
Regia: Emile Ardolino
Sceneggiatura: Eleanor Bergstein
Coreografie: Kenny Ortega
Fotografia: Jeff Jur
Montaggio: Peter C. Frank
Attori: Jennifer Grey, Patrick Swayze, Cynthia Rhodes, Jerry Orbach, Jane Brucker, Kelly Bishop, Max Cantor, Lonny Price, Jack Weston, Wayne Knight, Miranda Garrison.
Prodotto da: Linda Gottlieb, Eleanor Bergstein
Distributore: Life International
Paese: USA
Lingua originale: inglese
Durata: 100 min
Box Office: globalmente 213.954.274 dollari 

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