La danza nel cinema: West Side Story

di Fabiola Di Blasi
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America, anni ’50. Nel West Side, quartiere popolare di New York, due gang rivali, i “Jets” (americani) e gli “Sharks” (portoricani) sono in lotta per il territorio. La storia d’amore tra Tony (Richard  Beymer) e Maria (Natalie Wood), appartenenti alle due bande avversarie, fa esplodere odi e passioni. I due si innamorano a prima vista durante un ballo e iniziano a frequentarsi in segreto, sognando di sposarsi. Anche Tony viene coinvolto nella lotta tra bande ma si reca sul luogo in cui è stata programmata una rissa con l’intento di fermarla. Purtroppo tutto degenera e a pagare con la vita è Riff, il migliore amico di Tony. Quest’ultimo, in preda alla rabbia, uccide Bernardo, fratello della sua adorata Maria. Quando la giovane viene a conoscenza dei fatti, chiede informazioni su Tony, uscendo allo scoperto davanti a Chino, il portoricano che, almeno nelle speranze della famiglia di Maria, potrebbe essere il suo futuro sposo. L’unica a capire Maria, nonostante sia in preda al dolore, è Anita, fidanzata di Bernardo che decide di recarsi nel locale frequentato dai Jets per avvisare Tony che Maria non potrà andare al loro appuntamento. Il tentativo non va in porto in quanto i jets aggrediscono Anita e lei, per vendicarsi, dice che Maria è stata uccisa da Chino per gelosia. Tony va allora a cercare Chino ma vede la sua amata e, mentre i due si corrono incontro, Chino, a distanza, spara e uccide Tony che muore tra le braccia della sua Maria. E’ solo questo drammatico evento insieme alle accuse che Maria fa a tutti i membri delle bande, a svegliare le coscienze dei ragazzi che portando via insieme il corpo di Tony decretano al fine dei loro scontri.
Questa, in poche righe, la trama di West Side Story, uno dei più grandi successi cinematografici mondiali, vincitore di dieci premi Oscar!
Trasposizione moderna di Romeo e Giulietta di Shakespeare, West Side Story, uscito nelle sale nel 1961, racconta una storia senza tempo, sempre attuale se pensiamo a temi come l’odio razziale, l’integrazione, la violenza, la paura… Capuleti e Montecchi si trasformano in “Jets” e “Sharks” ma la vicenda è molto simile a quella ambientata a Verona ed ha un finale che fa riflettere e che lancia un messaggio positivo di fratellanza.
Definito “tragedia musicale”, West Side Story arriva sul grande schermo dopo il successo dell’omonimo musical di Broadway del 1957, con la regia e le coreografie di Jerome Robbins, andato in scena ininterrottamente per quattro anni.
La musica, di qualità eccezionale e memorabile, è del grande Leonard Bernstein che più volte si è occupato di raccontare temi sociali attraverso la sua arte. La danza e la recitazione vengono inseriti nel film in modo crescente partendo dallo schiocco di dita per arrivare al ballo. Ogni passo, movimento e posizione del corpo nello spazio esprime al massimo i sentimenti dei personaggi al fine di tenere lo spettatore nella tensione del dramma che le coreografie e la musica magnificano e intensificano.
Il lavoro dei ballerini sul set fu molto impegnativo: per tre mesi si provarono le coreografie originali, quelle del musical teatrale, alle quali però, durante le riprese, il co-regista Jerome Robbins continuò ad apportare piccole modifiche arrivando a girare più e più volte la stessa scena. Per i ballerini fu una grande fatica e alcuni riportarono danni fisici anche perché le coreografie, studiate per il palcoscenico, erano difficili da eseguire sul cemento. Riguardo a Jerome Robbins, Rita Moreno (Anita) ha dichiarato: “Riusciva a farti tirare fuori il meglio. Riusciva a farti andare molto oltre quello che pensavi fosse il tuo meglio. Arrivavi molto più in alto. Io lo veneravo. Come quasi tutti i ballerini, credo.” A causa del suo essere troppo esigente e perfezionista, Robbins fu licenziato prima della fine delle riprese e il lavoro fu portato avanti dal solo Robert Wise. Le coreografie restano, comunque, uno dei motivi del successo di WSS.
Le scene in esterni furono girate in strade periferiche di New York allora chiuse al traffico e in zone decadenti e malfamate, tanto che la produzione si trovò a fare i conti con la presenza di vere bande della zona. Alcuni loro membri furono assunti per controllare l’area delle riprese.
Memorabile l’apertura del film, costruita in modo perfetto: una ripresa aerea ci mostra Manhattan, con il traffico, i ponti, i parchi, i grattacieli e ci accompagna infine nei bassifondi, dove è ambientato il film e dove i ragazzi cominciano a danzare. La forza delle prime immagini di West Side Story ritorna poi in alcune sequenze e riesplode nei titoli di coda.

Premi:
1961 – National Board of Review Award (Migliori dieci film)
1961 – New York Film Critics Circle Award (Miglior film)
1962 – Premio Oscar (Miglior film a Robert Wise; Migliore regia a Robert Wise e Jerome Robbins; Miglior attore non protagonista a George Chakiris; Miglior attrice non protagonista a Rita Moreno; Migliore fotografia a Daniel L. Fapp; Migliore scenografia a Boris Leven e Victor A. Gangelin; Migliori costumi a Irene Sharaff; Miglior montaggio a Thomas Stanford; Miglior sonoro a Fred Hynes e Gordon Sawyer; Miglior colonna sonora a Saul Chaplin, Johnny Green, Sid Ramin e Irwin Kostal; Nomination Migliore sceneggiatura non originale a Ernest Lehman)
1962 – Golden Globe (Miglior film commedia o musicale; Miglior attore non protagonista a George Chakiris; Miglior attrice non protagonista a Rita Moreno; Nomination Migliore regia a Robert Wise e Jerome Robbins; Nomination Miglior attore in un film commedia o musicale a Richad Beymer)
1962 – Directors Guild of America (Migliore regia a Robert Wise, Jerome Robbins e Robert E. Relyea – Assistente Regista)
1962 – Grammy Award (Miglior colonna sonora a Saul Chaplin, Johnny Green, Sid Ramin e Irwin Kostal)
1962 – Laurel Award (Miglior film musicale; Miglior attrice non protagonista a Rita Moreno; Migliore fotografia a Daniel L. Fapp; Nomination Miglior attore non protagonista a George Chakiris; Nomination Miglior colonna sonora a Saul Chaplin, Johnny Green, Sid Ramin e Irwin Kostal)
1962 – Writers Guild of America (Migliore sceneggiatura a Ernest Lehman)
1963 – Premio BAFTA (Nomination Miglior film)
1963 – Sant Jordi Award (Miglior film straniero a Robert Wise e Jerome Robbins)

Genere: musicale
Anno: 1961
Regia: Jerome Robbins,  Robert Wise
Soggetto: Romeo e Giulietta, di William Shakespeare
Sceneggiatura:
Ernest Lehman, Jerome Robbins, Arthur Laurents dall’omonimo musical teatrale.
Interpreti: 
Natalie Wood (Maria); Richard Beymer (Tony); Russ Tamblyn (Riff); Rita Moreno (Anita); George Chakiris (Bernardo); Simon Oakland (capitano Schrank); Ned Glass (Doc); William Bramley (sergente Krupke); Tucker Smith (Ice); David Winters (A-rab); Eliot Feld (Baby John); Suzie Kaye (Rosalia); Tony Mordente (Action); Susan Oakes (Scarafaggio); Bert Michaels (Snowboy); David Bean (Tiger); Robert Banas (Joyboy); Anthony ‘Scooter’ Teague (Big Deal); Harvey Evans (Mouthpiece); Tommy Abbott (Gee-Tar); Gina Trikonis (Graziella); Carole D’Andrea (Velma); Jose De Vega (Chino); Jay Norman (Pepe); Gus Trikonis (Indio); Eddie Verso( Juano); Jaime Rogers(Loco); Larry Roquemore (Rocco); Robert E. Thompson (Luis); Nick Navarro (Toro); Rudy Del Campo (Del Campo); Andre Tayir (Chile); Yvonne Wilder (Consuelo); Joanne Miya (Francisca).
Fotografia: Daniel L. Fapp
Montaggio: Thomas Stanford
Musiche: Leonard Bernstein
Supervisione musicale: Johnny Green, Saul Chaplin, Irwin Kostal, Sid Ramin.
Coreografie: Jerome Robbins
Scenografia: Boris Leven, Victor A. Gangelin
Costumi: Irene Sharaff
Produzione: Robert Wise
Paese: Stati Uniti d’America
Lingua originale: inglese
Colore: colore
Durata: 151 min
Link al trailer: www.youtube.com/watch?v=NF1L3NorO3E

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