Lo Schiaccianoci, si sa, è la favola di Natale per eccellenza, il balletto più rappresentato durante le feste, la storia più bella e magica che si possa regalare a un pubblico di ballettomani o a chi, semplicemente, ama lasciarsi andare a quei sogni di bambino relegati, a volte, in fondo al cuore.
Rendere tutto questo in una nuova versione, al di là della musica di P.I.Tchiajkovskij e del racconto di Eta Hoffmann, non è semplice. Facile scadere nel banale, nel trash, nell’ovvio.
Non è il caso di Luciano Cannito. Con la classe e l’eleganza proprie di questo gentile signore dalla danza italiana, “Lo schiaccianoci” vive ancora una volta nel pieno della sua bellezza e regala emozioni e meraviglia seppure rappresentato in un luogo che non è il teatro nel quale ci si immaginerebbe di veder realizzato un balletto di questo tipo, ma in una struttura, Atlantico Live, trasformata per l’occasione in un immaginifico villaggio di Natale.
Ѐ la vigilia di Natale e in casa Stalhbaum si attendono gli ospiti. Drosselmayer, nelle vesti di un mendicante è ignorato da chicchessia. La piccola Clara è l’unica che gli si avvicina porgendogli un dono. Per ricompensare la generosità della bambina, Drosselmayer si trasforma in un mago regalandole una notte magica.
Il segno che vorrei sottolineare” – dichiara Luciano Cannito – “è la lettura più onirica che ho preferito dare a questa mia edizione. Drosselmeyer di solito alquanto nebuloso e in qualche modo inquietante, è qui rappresentato come un elegante personaggio dalle magiche proprietà; una specie di angelo custode di hollywoodiana memoria, per intenderci”.
Drosselmeyer è, infatti, la figura chiave del balletto e Manuel Paruccini ha lo stile necessario per rendere il mistero e l’eleganza di questo straordinario personaggio. Danzatore di immensa esperienza, Paruccini è ancora una volta impeccabile: danza, eleganza, interpretazione. Nulla è lasciato al caso. Ogni gesto parla e racconta.
La coppia di primi ballerini ospiti, Xenia Ovsianick e Dinu Tamazlacaru, già Principal Dancers del Teatro dell’Opera di Berlino, interpretano la Fata Confetto e il principe Schiaccianoci. Lei, elegantissima danzatrice, ci regala una Fata Confetto dalle linee morbide e dal lavoro pulito e attento. L’uso delle braccia è preciso, ogni testa curata, raffinata nella variazione e complice nel pas de deux. Lui è principe e partner perfetto. Salti, pirouttes, tecnica di passo a due, leggerezza. Tutto è ineccepibile.
Il corpo di ballo e i solisti di Roma City Ballet Company mostrano pulizia tecnica e un ottimo lavoro di insieme, magistralmente guidati da Cannito che valorizza l’unicità di ciascuno, regalando infine una omogeneità necessaria a un corpo di ballo.
Il valzer dei fiocchi di neve che chiude il primo atto e il divertissement del secondo non deludono le aspettative. Dalla danza spagnola fino al valzer dei fiori, i danzatori, molti dei quali giovanissimi e provenienti dalle migliori accademie nazionali e internazionali, danzano con passione e assoluta padronanza del mezzo tecnico, divertendo e divertendosi.
Questa versione del balletto è stata creata per il Teatro Massimo di Palermo e poi ripresa al Teatro San Carlo di Napoli. La suddetta edizione, invece, è stata espressamente prodotta da Fabrizio Di Fiore Entertainment, lungimirante produttore che crede nei giovani e si adopera per valorizzarne la crescita e l’esperienza, mentre i costumi sono stati creati da Giusi Giustino e le scene da Italo Grassi.
Lo spettacolo è andato in scena dal 23 dicembre fino al 6 gennaio con una buona affluenza di pubblico, nonostante la difficile situazione attuale che, ancora una volta, danneggia il mondo del teatro e della cultura.
Chapeu quindi al Maestro Luciano Cannito che, ancora una volta, ci regala un sogno degno di chiamarsi tale.
Crediti fotografici: Valerio Polverari