L’incredibile storia della vita della Prima Ballerina del Dutch National Ballet Michaela Mabinty DePrince , (resa nota a livello internazionale quando nel 2014 uscì il libro autobiografico : “Taking Flight: From War Orphan to Star Ballerina”), ha talmente colpito la famosa popstar Madonna, da arrivare a decidere di dirigere un film dal titolo “Taking Flight”, dedicato proprio alla vita della DePrince.
Ma cosa c’è di così straordinario nella vita di questa ballerina? La risposta è: praticamente tutto.
Nata in Sierra Leone e rimasta orfana in tenera età a causa della guerra, Michaela ha dovuto da subito combattere contro l’ignoranza e la cattiveria delle persone che, a causa della sua vitiligine, la isolavano e la consideravano la figlia del demonio.
Rinchiusa in orfanotrofio e tenuta lontana dal resto dei bambini a causa della sua malattia, Michaela ritrova la speranza quando due pensionati americani, genitori già di cinque figli, decidono di adottarla e la portano con loro negli Stati Uniti per iniziare una nuova vita.
Il suo primo incontro con la danza avviene però quando ancora si trova in Africa quando rimane colpita dalla copertina di una rivista che le arriva tra le mani per caso, e dove era ritratta una ballerina.
Arrivata in America, Michaela esprime molto presto il desiderio di iniziare a frequentare lezioni di danza classica. Assecondata dalla sua famiglia adottiva di Philadelphia, la ragazza vede in pochi anni fiorire il suo talento, confermato dall’ottenimento di una borsa di studio per studiare alla Jacqueline Kennedy Onassis School of Ballet dell’American Ballet Theatre per la sua esibizione al Youth America Grand Prix.
E’ il 2011 e l’organizzazione del Youth America Grand Prix decide di realizzare un documentario intitolato “First Position” che avrebbe seguito lei e gli altri candidati al concorso e proprio in questa occasione il mondo viene a conoscenza della sua storia.
Nel 2012, si diploma alla Jacqueline Kennedy Onassis School of Ballet dell’American Ballet Theatre di New York e si unisce al Dance Theatre di Harlem, ma il suo debutto professionale è nel ruolo di Gulnare in Mzansi Productions e nella prima del South African Ballet Thatre in Le Corsaire nel 2012.
Nel luglio 2013 entra a far parte della compagnia junior del Dutch National Ballet di Amsterdam, la prima volta per una ballerina di origine africana, e, successivamente, viene promossa ad éleve, poi Coryphée, Grand Sujet ed infine nominata Prima Ballerina del Dutch National Ballet.
La storia di Michaela è l’espressione di una vita permeata fin dall’inizio di una serie di grandissime difficoltà, all’apparenza insormontabili, ma che si sono poi tradotte in una occasione unica di realizzazione personale. Nonostante i numerosi episodi di discriminazione personale, legati alla sua vitiligine, e razziale (come quando ad otto anni, le è stato detto che non poteva interpretare Marie nello Schiaccianoci perché “l’America non è pronta per una ballerina nera”), Michaela non si è mai persa d’animo e ha continuato a combattere come una guerriera fino ad arrivare ad essere considerata il Cigno Nero del Balletto Classico americano.
Madonna parlando di lei dice: “La storia di Michaela ha avuto un profondo impatto su di me, come artista e attivista che comprende le avversità. Abbiamo un’opportunità unica di dare spazio a quanto accaduto in Sierra Leone e permettere a Michaela di dare voce a tutti gli orfani con cui è cresciuta. E’ un onore portare in vita la sua storia”.
Ma, a mio avviso, la DePrince è soprattutto un grande esempio di vita a cui attingere, un modello di forza, determinazione e coraggio a cui tutti noi dovremmo guardare per trovare nuova ispirazione.