LA ROYAL ALBERT HALL CHIUDERÀ ENTRO POCHI MESI SENZA AIUTI ECONOMICI

di Susanna Mori
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La Royal Albert Hall potrebbe essere costretta a chiudere per sempre le sue porte se entro il suo 150 °anniversario, marzo 2021, non riceverà fondi sostanziosi. “Se continua l’emorragia di denaro che stiamo avendo in questi mesi, saremo costretti a chiudere” ha riferito l’Amministratore Delegato, Craig Hassall.

La sala concerti di West London ha perso circa 12 milioni di sterline di entrate potenziali da quando è stata costretta a chiudere a metà marzo.

Boris Johnson ha annunciato che i teatri e le sale da concerto potranno riaprire dal 4 luglio, ma non per esibizioni dal vivo, lasciando l’Albert Hall nella situazione “più pericolosa” che abbia “mai affrontato”, secondo il CEO Craig Hassall, “Il sostegno del governo è stato molto obliquo e vago, nonostante tutto il settore abbia fatto pressioni forti e coerenti. Downing Street (cioè il governo britannico, ndr)” a tutt’oggi non ha ancora offerto date precise per i teatri affinché possano riprendere gli spettacoli dal vivo con il pubblico in sala.

Non ci sono indicazioni da parte del governo su quando possiamo aprire o su come possiamo aprire.” prosegue Hassall “Senza queste informazioni è impossibile per noi ricominciare a lavorare – e questo interessa l’intero settore“.

La Royal Albert Hall ha stipulato un prestito di 5 milioni di sterline per sopravvivere, ma ha bisogno di ulteriori 5-10 milioni di sterline per evitare di chiudere all’inizio del prossimo anno, secondo le notizie ufficiali.

Potrebbe essere dichiarato insolvente in anticipo se il programma di cassa integrazione del governo non fosse mantenuto per quei luoghi che non sono in grado di riaprire.

La recente riduzione della distanza sociale obbligatoria da due metri a uno, lascia l’Albert Hall in grado di riempire solo un terzo dei suoi posti a sedere, ma come sappiamo, la maggior parte degli spazi teatrali e dei concerti richiede una capacità dell’80% per ottenere un profitto.

Fino a quando i locali non potranno aprire senza le distanze sociali, l’industria della musica dal vivo è finita“ha sottolineato Hassall.

In un’intervista della scorsa settimana, Hassall aveva dichiarato che si pensava di aprire la sala ad un pubblico ridotto tra ottobre e novembre, insistendo però sul fatto che si trattava solo di “una misura provvisoria” per attirare le persone nel teatro.

Circa l’80 per cento dei concerti ospitati dal teatro, provengono da promotori esterni che affittano lo spazio e molti di loro non sarebbero in grado di trarre profitti nemmeno se si mantenesse solamente la regola del “1 metro di distanza”.

Descrivendo l’effetto della pandemia, Hassall ha dichiarato: “È l’evento più negativo nella storia della Royal Albert Hall ed è devastante e pericoloso per tutto il settore culturale. Non posso esimermi dal sottolinearlo pesantemente.

L’Amministratore Delegato ha anche affermato di aver parlato con i capi di altri importanti locali di Londra, tra cui il Royal Opera House, il National Theatre, il Barbican e The Old Vic e di essere in contatto con il Lincoln Center e la Carnegie Hall di New York e il Sydney Opera House per individuare soluzioni che possano essere utili a tutti.

Ultimo della lista ma non a livello d’importanza, Hassall ha anche avvertito dei pericoli che i gruppi teatrali regionali dovranno affrontare, in particolare il fatto che quest’anno potrebbero non essere in grado di mettere in scena pantomime. “La pantomima è un evento molto importante per il pubblico Britannico. Per molti teatri regionali la stagione di pantomime a Natale è la loro fonte principale di denaro e di fondi per tutto l’anno, e il momento di pianificare la stagione delle pantomime è oggi, non il mese prossimo. La situazione è disperata per il settore creativo in tutto il Regno Unito.”l

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