Le abbondanti nevicate di questi giorni non hanno scalfito l’attesa e l’affetto della cittadinanza di Avellino per l’arrivo in città di Carla Fracci, l’étoile italiana più amata nel mondo. Un amore mai nato perché la ballerina milanese non aveva mai ballato prima d’ora in Irpinia per poi, con un insperato colpo di coda, riuscire a realizzare il sogno di centinaia e centinaia di appassionati provenienti dal centro e dalla provincia. Sin dalla conferenza stampa di presentazione dello spettacolo “Shéhérazade e le mille e una notte” di giovedì gremita come non mai, con ben trenta operatori della stampa locale e regionale per un evento nell’evento. L’occasione galeotta dell’amore tardivo tra Avellino e la sua musa è stata dettata dalla Shéhérazade di Fredy Franzutti, direttore del Balletto del Sud e coreografo del titolo esotico in scena al Teatro Carlo Gesualdo irpino.
La conferenza stampa tenuta in un hotel del centro è stato dunque il primo passaggio di Carla Fracci in città, accogliendo una platea di curiosi ed appassionati che hanno arricchito di significati la presentazione dello spettacolo e dell’etoile stessa. Al suo fianco sedeva, come sempre, il marito e regista teatrale Beppe Menegatti, il coreografo Fredy Franzutti ed il responsabile del Teatro Pubblico Campano Mario Crasto de Stefano. In quella sede Beppe Menegatti ha sancito definitivamente il grande amore della ballerina e donna Carla Fracci per il sud, conosciuto sempre meglio in questi ultimi anni, anche per merito di Fredy Franzutti che ha voluto spesso con sé l’icona italiana del balletto classico. A rafforzare oltremodo queste convinzioni ci ha pensato lo stesso regista dichiarando che dobbiamo assolutamente rinnegare l’inquinamento e la muffa del nord. Qui al sud si respira un’aria di grande partecipazione emotiva e culturale, necessaria per una sempre migliore produzione artistica possibile e per questo Carla ama venire e restare nelle città meridionali con grande piacere. E poi non dimentichiamo che Carla ha la stessa tensione emotiva che Eduardo riusciva ad infondere nei suoi testi teatrali e, a maggior ragione, potete capire bene quanto Carla possa essere legata indissolubilmente alla città di Napoli.
Del resto lo scorso 26 ottobre è rimasto negli annali della danza al Teatro di San Carlo di Napoli, con ben due serate dedicate all’etoile scaligera con l’inequivocabile titolo di “La musa della danza: auguri Carla!”. Una festa preparata a Napoli e non nella sua natia Milano, proprio a dimostrazione dell’affetto e dell’incredibile stima che il popolo campano della danza ha voluto mostrarle sempre. Ed in questa nuova occasione avellinese ci risiamo con i numeri e con la partecipazione emotiva, con un Teatro Carlo Gesualdo pieno come un uovo in attesa della rappresentazione di “Shéhérazade e le mille e una notte”, atto unico in cinque quadri ispirato ai racconti d’Oriente di Antoine Galland sulle esotiche melodie di Nikolaj Rimskij-Korsakov. Un titolo che vedrà naturalmente Carla Fracci nel ruolo della regina Thalassa nella celebrazione dei fasti del mondo musulmano passato, da Baghdad alla potente città di Palmira. Un excursus storico ma soprattutto artistico e culturale sul quale la stessa Carla Fracci ha voluto imprimere il proprio input.
Sono orgogliosa di essere qui ad Avellino, lo ammetto. E soprattutto mi commuove tutto questo affetto e tutta questa partecipazione calorosa della gente comune. E’ bellissimo poter contare su tutte queste persone che si muovono apposta per te! Del resto non avevo dubbi. Mi sono informata sulla città e sulla sua storia e ho scoperto molte tradizioni che vanno lontane nel passato e questo mi è piaciuto moltissimo. Avellino è una città che merita la grande danza e questo spettacolo di Fredy Franzutti è il giusto riconoscimento a tanta cultura di danza. Non a caso mi va di ricordare alle nuove generazioni ed agli appassionati di tutte le età degli immani sacrifici a monte di una carriera nel mondo della danza. Io mi faccio portavoce ed esempio vivente di queste premesse e sono felice di poterlo fare anche qui ad Avellino.
E quale migliore coreografo poteva seguire l’étoile Carla Fracci di questi anni se non un istrionico Fredy Franzutti? Il direttore del Balletto del Sud è stato sempre capace di scardinare i canovacci tradizionali del balletto classico, apportando di volta in volta accorgimenti essenziali ma di grande impatto sul pubblico e sulla critica. Del resto la compianta decana dei critici italiani Vittoria Ottolenghi aveva immediatamente scovato il coreografo leccese dal novero degli emergenti indicandolo tra le firme più interessanti del panorama nazionale. E quelle premesse si sono rivelate fondatissime, soprattutto stando ad osservare i successivi titoli e le costanti innovazioni librettistiche e coreografiche. Fino a questa Shéhérazade, cucita addosso alla sua compagine cosmopolita ed alla figura della regina Thalassa di Carla Fracci. Un valore aggiunto inestimabile che sta accompagnando l’ensemble in una tournée di sold out e di un crescente entusiasmo dappertutto. Onori ed oneri di un sodalizio che ha attraversato l’innevata provincia irpina per riaccendere la passione coreutica di una città da sempre innamorata di Carla Fracci ma che non aveva mai potuto sussurrarglielo.