La stagione di danza 2017-2018 del Teatro di San Carlo di Napoli volge al termine con un capolavoro in prima nazionale ed un corpo di ballo in gran spolvero. Scriviamo de “La signora delle camelie” di Derek Deane, in scena ancora in questi giorni fino a sabato 22 settembre. Un titolo ma soprattutto una coreografia mai vista prima a Napoli, con la novità assoluta legata allo stile classico contemporaneo voluto imprimere dal coreografo per arricchire oltremodo il repertorio fisico dei ballerini del Teatro di San Carlo e dello stesso cartellone storico del Massimo partenopeo.
Qui Giuseppe Picone ha spinto oltre i propri limiti la compagnia, scegliendo un nome forte della coreografia mondiale, evidentemente esperto ma anche assai esigente. Il corpo di ballo ha risposta in scena come si voleva, soprattutto per la verve delle tante scene collettive e l’interpretazione dei due protagonisti di casa Anna Chiara Amirante ed Alessandro Staiano, ormai sempre più padroni del proprio palcoscenico e del proprio pubblico. Non tutte le repliche hanno purtroppo registrato un gran seguito, soprattutto per la cattiva abitudine di affollare i palchetti nei titoloni del repertorio visto e rivisto in tutte le salse. Qui è però mancata la capacità di auto-emancipazione degli appassionati, pigri e disattenti rispetto ai nomi proposti in calce al titolo quali Derek Dean, appunto, il compositore statunitense Carl Davis e finanche l’Orchestra Giovanile di Riccardo Muti “Luigi Cherubini”.
Ma è soprattutto la scena che avrebbe meritato maggiori applausi e minori posti vuoti in platea! In primis per l’impegno profuso nei nove mesi di gestazione di questa prima assoluta a Napoli, con un Giuseppe Picone tuttofare capace di soddisfare tutte le richieste del coreografo british ospite. E poi l’acquisto dei preziosissimi costumi da Zagabria per migliorare sempre più l’appartenenza del corpo di ballo a questo titolo nuovo di zecca. Ed ancora le scenografie essenziali, talvolta intime ma funzionali allo scorrere dei centocinque minuti di musica. E che musica! Qui l’ultraottantenne Carl Davis ha davvero seguito le orme del coreografo che, come ha più volte ribadito, mi ha seguito passo passo nella realizzazione contestuale di azione e musica, proprio come i Marius Petipa ed i Piotr Ilich Ciaikovskij di fine Ottocento.
Infine loro, gli interpreti. Quelli davvero attesi sul palco a meritarsi il futuro della danza da queste parti. Tutti giovani, in gran parte provenienti dalla Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo stesso, i ragazzi di Giuseppe Picone si sono calati nella parte con determinazione, proprio quella che gli aveva chiesto Derek Deane quando ammoniva il mondo della danza intero a non saper più rappresentare in scena le emozioni dei personaggi. Quel monito globale poteva diventare in breve tempo tutto made in Naples ed invece, dopo uno sforzo collettivo del corpo di ballo, si è pensato meno ai contratti e più alle rappresentazioni con un bellissimo salto di qualità. Con il valore aggiunto degli ospiti Maria Yakovleva ed Istvàn Simon nei ruoli di Marguerite ed Armand oltre alla convincente interpretazione di Claudia D’Antonio.
Del resto è proprio sui giovani che Derek Deane voleva puntare. A cominciare con un registro stilistico più adatto a loro, sia in platea che sul palco. Così come ai giovani ha voluto puntare con l’utilizzo delle video-proiezioni con camelie a go go ed una specchiera gigante utile e scorgere il corpo di ballo da molteplici punti di vista. Senza dimenticare i tanti giovani in buca dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” diretti da Nicola Giuliani. Ennesima idea di Riccardo Muti, l’orchestra ha impreziosito il restyling de “La signora delle camelie” appannaggio delle nuove generazioni. Una buona chiosa di stagione, dunque, in attesa del “Grand pas classique” del 27 e 28 ottobre prossimo, inedito omaggio al repertorio romantico en passant da “Coppelia” a “Raymonda” fino a “Il lago dei cigni” con l’etoile Giuseppe Picone alla guida dei suoi baldi giovani per ripartire alla grande con la stagione 2018-2019.