Il repertorio del Novecento prende il via dai primi anni con le turbolenze poi rivoluzionarie dei Ballets Russes di Serge Diaghilev, con una serie di titoli sempre più audaci rispetto ai ballettoni del recente Ottocento. E poi quel repertorio si è man mano arricchito di contenuti e forme nuove, sempre alla ricerca di uno smalto differente rispetto al passato con o senza spartiti inediti. Del resto la musica e la danza non sempre hanno camminato a braccetto, tutt’altro! E tra i titoli più significativi che sono emersi nel secolo scorso senz’altro possiamo e dobbiamo citare la “Terza Sinfonia” di John Neumeier, ispirata e tratta dall’omonima opera del compositore ceco Gustav Mahler.
La “Terza Sinfonia” è una coreografia volutamente non narrativa, firmata dal coreografo statunitense John Neumeier, notoriamente avvezzo ad un repertorio più narrativo o comunque non astratto. La “Terza Sinfonia” è articolata nei sei movimenti intitolati “Ieri, Estate, Autunno, Notte, Angelo, Ciò che mi racconta l’amore” con l’intento coreografico di trasformare in movimento le emozioni ed i sentimenti da essa suscitati, sperimentando le possibilità di sviluppare una drammaturgia partendo direttamente dalla musica anziché dalla narrazione di una storia. Presentata in prima assoluta il 14 giugno 1975 ad Amburgo, e in prima italiana dieci giorni dopo a Venezia, in Piazza San Marco, la “Terza Sinfonia” di Gustav Mahler e di John Neumeier è un classico della coreografia novecentesca e uno dei lavori più significativi del direttore dell’Hamburg Ballet.
L’occasione di ricordare questo balletto di rara bellezza ce l’ha condotto l’Hamburg Ballet all’Opera di Firenze nello scorso week end, esattamente quaranta anni dopo la presenza della compagine di John Neumeier alla quarantesima edizione del Maggio Musicale Fiorentino. Una ricorrenza festeggiata in pompa magna con la “Terza Sinfonia” nuovamente sul piedistallo e le attenzioni della pigra critica italiana. Del resto la musica è stata la scelta e prediletta piattaforma sulla quale il coreografo ha voluto costruire quel piedistallo e Firenze ne ha potuto godere in abbondanza con le tre rappresentazioni e le “Guide all’ascolto” opportunamente realizzate.
Tutto parte dalla scarna precisazione dello stesso compositore Gustav Mahler, nome e cognome quasi indissolubili dal titolo della coreografia di John Neumeier. Tutti sanno che quella terza sinfonia sia la sua ma ci pare altrettanto oltraggioso non citarlo nel titolo definitivo di “Terza Sinfonia” di Gustav Mahler. Ci perdonino i lettori ma questa precisazione ci è parsa davvero necessaria. Così come ci pare giusto riportare pedissequamente le parole dello stesso compositore sul fatto che la mia “Sinfonia” sarà qualcosa che il mondo non ha ancora udito. La natura parla qui dentro e racconta segreti tanto profondi che forse ci è dato presentire solo nel sogno. Talvolta mi sento veramente a disagio e mi pare di non essere io a comporre: proprio perché riesco a realizzare ciò che voglio.
Purtroppo le buonissime intenzioni del coreografo e del compositore poi fanno a pugni con la realtà di questi anni fiorentini ed italiani sui generis. Dopo la chiusura del Maggio Musicale Fiorentino l’unico virgulto pare l’abbia dato solo il ricordo dell’ultimo grande direttore Evgenij Polyakov scomparso venticinque anni fa. Ci si aspettava qualcosa ed invece si è nuovamente piombati nel silenzio, fatta salva questa triplice rappresentazione dell’Hamburg Ballet di John Neumeier. La “Terza Sinfonia” è stata probabilmente l’ultima sinfonia di un ideale spartito coreutico che per tutto il 2017 non ne prevede altre degne di nota. Che a Firenze sia rimasta la sola fiera della danza di questo febbraio ci sembra quasi offensivo ma tant’é…