Le ventiquattro primavere di Jacopo Tissi

di Giada Feraudo
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Ventiquattro anni oggi, originario di Landriano, un  paese nella provincia di Pavia, Jacopo Tissi, primo italiano al Balletto del Bolshoi di Mosca, è ormai molto conosciuto nell’ambiente e la sua carriera è in rapida ascesa.

A poco più di due anni dall’annuncio della sua decisione di lasciare il Teatro Alla Scala, dove è cresciuto, Jacopo è diventato, lo scorso luglio, Solista Principale della prestigiosa compagnia russa, è cresciuto molto a livello artistico e gira il mondo per interpretare i grandi ruoli del repertorio. Molto atteso è stato, lo scorso settembre, il suo ritorno sul palcoscenico del Piermarini come interprete del personaggio di Solor, ne La Bayadère di Yuri Grigorovich.

Nel corso di questi mesi in Russia, afferma, le opportunità sono state tantissime, paragonabili forse a dieci anni di esperienza altrove.

Per lui tutto ebbe inizio a cinque anni, quando scoprì la danza guardando in tv Il Lago dei Cigni. Fu un vero e proprio colpo di fulmine, che da allora ha influenzato per sempre la sua vita.

Il passo verso il successo è stato abbastanza breve per Jacopo Tissi, e soprattutto rapido, ma lui è un ragazzo con i piedi per terra, conscio della sua posizione di privilegiato ma anche degli sforzi necessari per continuare a vivere il proprio sogno. «La buona sorte aiuta» ammette, «ma non è abbastanza. Bisogna essere bravi a cogliere le possibilità e rimane la materialità dell’impegno continuo».

Alla Scuola di Ballo della Scala è cresciuto, come un po’ tutti quelli della sua generazione, seguendo Roberto Bolle, al quale spesso viene comparato fisicamente (Jacopo è alto 190 cm), un paragone che lo lusinga, ma ogni artista è unico e irripetibile, si sa, e Tissi sta sviluppando la sua carriera in modo differente.

Jacopo Tissi ha avuto la grande opportunità di essere accolto nella compagnia del Bolshoi grazie al Maestro Makhar Vaziev, già direttore del ballo scaligero, che, lasciata l’Italia per Mosca, dopo alcuni mesi ha voluto offrire a Jacopo la possibilità di continuare con lui il lavoro iniziato a Milano, avendo visto nel giovane artista nostrano grandi potenzialità di cui oggi stiamo apprezzando i primi eccellenti risultati.

Vive appieno le esperienze attuali e ha aspettative per il futuro: «Non posso dire di avere un’ ambizione verso la televisione, ma sicuramente Roberto e altre star come Baryshnikov sono diventati dei divi al di là della danza e hanno fatto altri progetti, in tv, nel mondo della moda e del cinema, perchè no… Sarebbe molto interessante e una cosa nuova da provare».

Buon compleanno da parte di tutta la redazione di DHN.

Crediti fotografici: Pierluigi Abbondanza

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