Per la rassegna Palcoscenico Danza sarà in scena a Torino, l1 e il 2 aprile, presso la Sala Grande del Teatro Astra, lo spettacolo dal titolo Petites Pièces. Protagonisti saranno i danzatori della formazione parigina I funamboli; le coreografie sono firmate da Fabio Crestale.
La serata nasce grazie a una serie di fortunate collaborazioni artistiche con artisti di fama internazionale come Alessio Carbone, primo ballerino allOpéra di Parigi, Juliette Hilaire, anchessa danzatrice dellOpéra, e Alberto Pretto, danzatore presso la compagnia Les Ballets Trockadero de Monte Carlo.
Lo spettacolo si compone di sei Petites Pièces, appunto, ovvero sei brevi coreografie, inframezzate da momenti musicali interpretati dal pianista Ugo Mahieux e dal violinista Arnaud Nuvolone, che accompagneranno dal vivo i danzatori in alcune coreografie.
Le Petites Pièces su cui lavora la ricerca coreografica di Fabio Crestale vogliono offrire allo sguardo dello spettatore un punto di vista su spiragli di vita e si propongono come uno studio, unindagine sulle relazioni, sugli scambi e sulle interazioni che si intrecciano fra gli individui.
Sei sono le coreografie che compongono il programma della serata: si inizia con una performance di Francesca Domenichini, che prevede lassenza di luci e linterazione con il pubblico, per proseguire con De vino corpus, in cui i due danzatori protagonisti, come due fauni del mondo antico, celebrano le virtù conviviali del vino.
Scarpette rosse, è il titolo della coreografia successiva, danzata da Alberto Pretto, che interpreta, en travesti, una parodia del celebre film omonimo
Completamente differente è lo stile di Ame qui vive, su musica di Arvo Part, una coreografia nata dalla collaborazione con Arnaud Nuvolone, primo violino, e Ugo Mahieux, pianista, entrambi artisti dellOpéra di Parigi, e interpretata dai ballerini Pedro Lozano Gomez, Francesca Domenichini e Juliette Hilaire.
Segue Opposé, coreografia creata da Fabio Crestale per Maggiodanza nel 2013, su musiche di Philip Glass, qui interpretata da Alessio Carbone e Juliette Hilaire. Nella pièce due persone si muovono in scena: sono figure impaurite, che si animano come bambini al buio, agitandosi e cercandosi vicendevolmente, che si nutrono di angoscia, lacerazioni emotive, convulsioni del cuore che nascono dallo stomaco e vanno suscitando ora speranza, ora devastazione.
In chiusura di serata lultima coreografia, Al muro, un passo a due fra Carbone e Crestale, un duetto su musiche di Arvo Part e Bach che prende spunto dalle suggestioni che nascono dallincontro tra persone diverse.
In collaborazione con il festival INTERPLAY, la serata del 2 aprile sarà aperta dal solo Occhi, realizzato dal pluripremiato coreografo piemontese Andrea Gallo Rosso.