La parola “valore” si intreccia profondamente con le coreografie presentate in questa serata. Entrambe indagano e celebrano il significato profondo delle tradizioni, dei legami comunitari e del sacrificio collettivo. La Sagra della Primavera di Stravinskij e il Tarantismo condividono elementi rituali, primitivi, e una forte connessione con la danza come espressione di energia fisica e spirituale che lega l’individuo al ciclo della vita e alla natura.
L’appuntamento con i danzatori dell’Eko Dance Project è domenica 2 febbraio 2025, al Teatro Superga di Nichelino (To), alle ore 20.45.
La Sagra della Primavera (versione ridotta da La sagra della Primavera, il rituale del ritorno. Riadattamento: Pompea Santoro)
Coreografia: Roberta Ferrara, con la partecipazione dei danzatori
Consulenza artistica: Pompea Santoro
Assistente: Giorgia Bonetto
Musica: Igor Stravinskij
Luci: Mattia Tauriello
Costumi realizzati da Yumi Studio
Originariamente nata dalla collaborazione tra Eko Dance Project e Equilibrio Dinamico, La Sagra della Primavera, il rituale del ritorno è stata creata a quattro mani da Roberta Ferrara e Pompea Santoro. La produzione iniziale prevedeva un dialogo tra le musiche di Igor Stravinsky e le composizioni elettroniche di Benedetto Boccuzzi. In questa versione ridotta la narrazione si concentra esclusivamente sull’energia dirompente delle musiche di Stravinsky. Al centro dello spettacolo c’è l’intera comunità, che si offre in sacrificio collettivo: un popolo che si abbandona al ritmo travolgente, muovendosi insieme verso l’ignoto, verso il mistero più profondo dell’esistenza umana. Attraverso una danza rituale gli individui scelgono di affrontare e dare un senso alla morte, trasformandola in un’esperienza condivisa di scoperta e rivelazione.
Il Rituale delle Tarante
Coreografia: Nicola Simonetti
Consulenza artistica: Pompea Santoro
Assistente: Giorgia Bonetto
Musica: Paolo Bonvino, Orchestra Popolare la notte della Taranta e canzoniere Grecanico Salentino
Luci: Mattia Tauriello
Design Costumi: Michele Gaudiomonte
Nato da un’idea di Pompea Santoro e del coreografo pugliese Nicola Simonetti, lo spettacolo racconta la storia della pizzica salentina, antica danza usata dalle donne per liberarsi dalle restrizioni sociali fingendo di essere morse dalla “taranta”. Ispirato da questa tradizione della sua terra e dal documentario di Ernesto de Martino, il coreografo esplora il legame tra spiritualità e ribellione. Sul palco, una donna-ragno avvia un viaggio tra mito e realtà, mettendo in luce le contraddizioni della tradizione e l’influenza del culto religioso. La pizzica, in passato espressione di ribellione e corteggiamento, diventa infine simbolo di gioia collettiva e guarigione.