āCi vediamo domani, ciao tesoro, mi raccomando puntuali, ordinate, forza andate, ogni sera piĆ¹ tardiā¦ā.
Queste sono le solite, ma anche le ultime parole che ci siamo scambiati nei corridoi della scuola, nelle sale, negli spogliatoi prima del divieto assoluto, prima di questo tremendo periodo che ci ha tolto tutto.
Pandemia la chiamano; che parola terrificante, non possiamo abbracciarci, non possiamo stare insieme, e soprattutto non possiamo danzare, almeno allāinterno delle nostre sale. E allora, che si fa? Ecco che ognuno nel suo piccolo ha cominciato a danzare come il titolo di un celebre film āda soloā che poi da soli non siamo mai.
Quando si danza si ĆØ carichi di amore, di emozioni, di sensazioni, che prendono forma e danno vita al linguaggio del movimento, del corpo e dellāanima. Credo che in un momento come questo non ci siano nĆ© vincitori nĆ© vinti, credo che tutti nel nostro piccolo abbiamo svolto un meraviglioso lavoro.
Sapete perchĆ©? perchĆ© abbiamo lavorato con il nostro Io, con il nostro vissuto, abbiamoĀ utilizzato il linguaggio piĆ¹ bello del mondo, quello del corpo che poi non ĆØ altro che un riflesso delle nostre anime. Di sicuro la Morale ĆØ che stiamo alzando gli occhi al cielo, abbiamo capito che āADESSO TUTTO CIĆ CHE ABBIAMO SIAMO NOI STESSI E I NOSTRI LEGAMI INDISSOLUBILIā.
In tutto questo caos ovviamente cāĆØ anche tanta paura, la paura di non rialzare le serrande, di non aprire piĆ¹ le porte della nostra scuola, perchĆ© lāarte in un paese come lāItalia non fa piĆ¹ da padrona, e questo ĆØ molto triste, ed ĆØ lƬ che comincia lo sconforto di essere soli, abbandonati. Ma bisogna pensare positivo, dobbiamo farlo per quelle piccole allieve che quando entrano in sala ti scrivono messaggi di amore, che progettano di sposarsi con te e danno anche i nomi ai futuri figli ma che poi vedono Bolle in televisione e ti tradiscono subito.
Che tenere!!! Per tutte quelle allieve che ti dicono che in sala si sentono a casa, che si sentono in una grande famiglia, si perchĆ© una scuola di danza ĆØ una famiglia, una grande famiglia il cui cognome ĆØ SOGNATORI. E allora per concludereĀ mi viene in mente una frase di Frank Herbert che perĆ² mi sento di modificare e adattare alla nostra situazione per la Paura che stiamo provando noi tutti:
āLa paura uccide la mente. La paura ĆØ la piccola morte che porta con sĆ© lāannullamento totale. Presto saremo pronti a guardare in faccia la nostra paura ma non ORA. Permetteremo che ci calpesti e ci attraversi, e quando sarĆ passata non ci sarĆ piĆ¹ nulla, soltantoĀ NOI ci saremo e la nostra Danza, ancora piĆ¹ carica di vissuto e di emozioni.ā
Leonardo Salvato