Lettera aperta di Sasha Waltz e Johannes Öhman, direttori artistici dello Staatsballet Berlin

di Giada Feraudo
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Viviamo in un momento di grande incertezza e di indefinito cambiamento.

Nelle ultime settimane è stato chiesto a tutti noi di rimanere a casa, mettendo in atto misure di restrizione collettive per fermare la diffusione del virus. I teatri sono chiusi. I danzatori si allenano a casa, per prepararsi al giorno in cui potranno far ritorno in sala. Mancano a tutti noi la comunicazione diretta e il contatto fisico, le esperienze collettive che sono il teatro, la danza, i concerti e il cinema. Stiamo diventando dolorosamente consapevoli di ciò che stiamo perdendo.

Questo fenomeno ci unirà come società, come comunità europea e mondiale, oppure ci allontanerà? Si sta aprendo per noi un’opportunità storica di considerare questa crisi come un’occasione per cambiare la nostra società in un modo sostenibile e orientato al futuro, necessario per far fronte alle sfide del cambiamento climatico. Il pianeta Terra è vulnerabile e anche noi, come esseri umani, lo siamo, ovunque e in ogni paese.

Tutti noi stiamo lottando contro le conseguenze di questa crisi.
I teatri, come molti settori della vita pubblica, soffrono moltissimo delle correnti restrizioni.
Qui allo Staatsballet dobbiamo rivedere i nostri piani, trovare modi nuovi per comunicare con il nostro pubblico e sviluppare nuovi format dal momento che per questa stagione non ci saranno più rappresentazioni.
Per il momento ci spostiamo verso gli spazi digitali.
Lo Staatsballet considera ciò come una sfida artistica e interagisce creativamente con essa.
Stiamo già vedendo quello che i danzatori sviluppano in quanto collettivo creativo in tali eccezionali circostanze.

L’arte è inventiva e resta viva anche senza un palcoscenico fisico!
Questa libertà persiste.

I direttori artistici Sasha Waltz e Johannes Öhman

Foto: André Rival

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