Lia Courrier: “Alimentazione naturale, perché il cibo non sia solo nutrimento per il corpo ma anche per l’anima”

di Lia Courrier
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Dopo la pubblicazione del numero sui DCA (Disturbo del Comportamento Alimentare), una lettrice mi ha chiesto di parlare di educazione alimentare, un argomento di cui solitamente non parlo volentieri, per almeno due motivi: il primo è che non sono una nutrizionista e quindi, sebbene molto informata sull’argomento, non ho i titoli per poter dare indicazioni; il secondo è perché da anni ho fatto una scelta vegan e biologica, scelta che oggi è divenuta bersaglio di sfogo, assalti rabbiosi, insulti da parte di tutti.

Dopo una prima fase in cui avevo interesse a condividere le notizie che accumulavo con gli studi, ho deciso di non espormi più, perché ero stanca di dover argomentare con chi non riusciva neanche ad ascoltarmi.
Detto questo, la parola dieta incombe sulle ragazze che studiano danza, in particolare nelle formazioni professionali, che sono il mio principale ambito di competenza. Con questa parola, erroneamente portatrice dell’idea di privazione, si indica spesso una progressiva eliminazione degli alimenti dai propri pasti. Quando viene fatto senza il controllo di un professionista, per un periodo abbastanza lungo, questo atteggiamento può compromettere l’equilibrio naturale del sistema. Nel momento in cui il corpo viene privato di un adeguato apporto nutrizionale, infatti, può scegliere di attuare una strategia d’emergenza, rallentando il metabolismo, in risposta al segnale di allarme che un’alimentazione non adeguata al fabbisogno giornaliero può far scattare. Dopo un dimagrimento iniziale – se ottenuto tramite privazione sarebbe più corretto chiamarlo deperimento – si fa sempre più fatica a mangiare senza accumulare. Da qui la tendenza a togliere ancora, peggiorando ulteriormente la situazione.

D’altra parte ci sono persone che invece, in virtù di un metabolismo vivace, possono permettersi di essere delle buone forchette senza ingrassare, ma anche in questi casi bisognerebbe fare attenzione comunque a non esagerare con il cibo, privilegiando alimenti che ci portino energia (qui intesa non come calorie ma come energia vitale, vibrazionale) e sostengano la vita, evitando quelli che non solo non ci nutrono, ma contengono elementi tossici.

La dieta dovrebbe essere una questione di qualità, non di quantità.
A volte basta usare parole diverse per vedere le cose da un altro punto di vista. Al posto di parlare della dieta, userei il concetto di alimentazione naturale, un’idea di nutrizione positiva per tutti, in particolare per chi utilizza il corpo per il proprio lavoro, come fanno i danzatori. Un’alimentazione naturale dovrebbe tenere conto innanzitutto della tipologia di persona, e per questo ci sono tantissimi approcci che guardano al corpo con questa particolare attenzione, tra i quali trovo molto efficaci la Macrobiotica, che valuta l’impatto energetico del cibo sull’organismo, oppure l’Ayurveda, che utilizza un sistema di classificazione della tipologia di corpi, per formulare un’alimentazione che bilanci e sostenga carenze ed eccessi nelle tendenze che ci compongono. Ma non sono i soli. Ognuno può trovare supporto nell’approccio con cui ha più risonanza.

Il cibo industriale è composto da alimenti morti, privi di vibrazioni, si tratta di prodotti altamente processati, che durante la lavorazione perdono ogni fattore nutrizionale. Proprio per questo vengono spesso addizionati con sostanze chimiche ed esaltatori della sapidità, che servono a dare sapore e colore a quell’alimento, ma che ovviamente rendono questo cibo inadatto alla nutrizione, nel senso più alto del termine. È un cibo che tutti dovremmo evitare di mangiare, preferendo materie prime, naturali e consumate nel modo più semplice possibile. Frutta fresca, vegetali di stagione, legumi, cereali in chicco o farine biologiche, preferibilmente non bianche.

Lo so cosa state pensando: questa alimentazione la può seguire solo chi ha tempo e denaro. Vi dico che spesso io non ho nessuno dei due, eppure cerco comunque di tenere sotto controllo quello che introduco nel mio organismo: è proprio il cibo che poi andrà a formare le mie cellule. Cosa esiste di più importante? Preferisco risparmiare in altri ambiti. Sappiate che dopo qualche difficoltà iniziale, giusto il tempo di organizzarsi, sarà sempre più facile e veloce predisporre un pasto sano e nutriente, o una merenda per i bambini che hanno appena finito la lezione di danza. Gettate via tutte le merendine, patatine, salatini, bibite zuccherate e date loro cibo che sostenga la vita. È un dono importante che potete scegliere di fare per la loro salute presente e futura.

L’alimentazione naturale ci consente di essere i principali responsabili della nostra nutrizione, senza delegare le aziende a fornirci il loro cibo spazzatura, che non è etico né per il nostro organismo, né per l’ambiente, poiché spesso il cibo industriale viene venduto in confezioni che producono rifiuti. Mangiare cibo naturale e biologico è un cambiamento decisivo che possiamo fare nella nostra esistenza, portando consapevolezza, qualità e etica al quotidiano rito della nutrizione, per farlo diventare un momento importante di connessione con sé stessi.
Da fare rigorosamente seduti e masticando con calma.

Per i detrattori del biologico (un sistema che non fa bene solo all’organismo umano , ma anche a quello di Gaia), sappiate che sono stati presentati diversi studi, come ad esempio quello del Parlamento Europeo dal titolo “Human health implication of Organic food and Organic agriculture” che mettono in luce come il cibo biologico aiuti a purificare il corpo da pesticidi e metalli, con un maggiore apporto di fattori nutrizionali fondamentali.

In una società che ci chiede solo di essere consumatori compulsivi, con le pubblicità che ci martellano per farci credere che le aziende siano davvero interessate alla nostra salute e alla nostra felicità, un piccolo atto rivoluzionario è proprio quello di ritornare alla sacralità dell’atto della nutrizione, alla gratitudine per avere accesso al cibo, al rispetto della Terra e degli animali, al non mangiare più di quello che serve, evitando gli sprechi.

Perché il cibo non sia solo nutrimento per il corpo ma anche per l’anima.

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