Ancora per questa settimana lascio che i miei pensieri seguano quel filo rosso che collega, nel mio cuore, tutte le posizioni e i passi del balletto da me più amati. Oggi parlo di écarté devant e derriere: sorelle di sangue della seconda posizione, ma più dinamiche e complesse, poiché abbandonano la rassicurante bidimensionalità dell’en face per dirigersi coraggiosamente verso le diagonali, offrendo allo spettatore una nuova inesauribile collezioni di dettagli da ammirare e gustare.
Quando il corpo si posiziona in diagonale, infatti, il volume e le traiettorie dei vari segmenti del corpo si mostrano in tutta la loro interezza, dinamizzando la figura, creando un primo piano, un piano intermedio (in cui si trova il centro del corpo), ed un terzo piano, verso il fondo, il più lontano dallo sguardo dello spettatore, ma comunque ben visibile. Il primo piano si impone spavaldo e conquistatore, per evidenziare, ingrandire un dettaglio avvicinandolo all’occhio dell’osservatore con fare ammiccante. Il piano intermedio è il centro, la stabilità, la casa a cui poi si fa sempre ritorno, la radice che sostiene tronco e rami. Il terzo piano è l’evanescenza, la lontananza, ciò che sta per andare via, quindi l’elemento nostalgico della forma.
Tutto questo, nell’insieme, rende la figura più stratificata, tridimensionale e sfaccettata.
In pratica l’écarté consiste nel sostenere una gamba alla seconda posizione, che sia appoggiata a terra o a grandi altezze, solitamente con il braccio corrispondente sollevato in alto, o in prima posizione, e l’altro alla seconda, con l’intero corpo orientato verso la diagonale: quando la gamba poggia sulla diagonale dietro, la posizione si chiama derriere, mentre quando la gamba punta verso la diagonale davanti, abbiamo a che fare con un écarté devant.
Osservo sempre grandi difficoltà nell’eseguire questa posizione, poiché questo piccolo ma significante spostamento del corpo sulla diagonale, soprattutto quando si esegue con la gamba in alto, come ad esempio in un adagio o nei grand battement, porta spesso a perdere il controllo delle relazioni tra le varie parti del corpo, in particolare l’orientamento di spalle e fianchi, così il corpo diventa poco leggibile nella sua interezza, non c’è chiarezza nella comunicazione, e la posizione perde splendore.
L’atteggiamento della parte superiore del corpo, le spalle e la testa, è molto importante per l’efficacia di un écarté, poiché peculiare per ognuna delle due posizioni: nell’écarté devant abbiamo la gamba ben visibile in primo piano, mentre il braccio alla seconda si spinge verso il terzo piano, prolungando la direzione della gamba. Il viso in questo caso è rivolto trionfalmente verso il braccio in alto, con lo sguardo fiero puntato oltre il gomito. Nel caso dell’écarté derriere, invece, è la gamba la nota nostalgica della posizione, poiché si trova ad occupare il terzo piano, mentre il braccio alla seconda, mesto e delicato, emerge timidamente in primo piano. Il viso è rivolto proprio nella sua direzione, e l’intero corpo ha questa attitudine un po’ discendente e riflessiva, in virtù della quale la gamba, sebbene lontana, rimane ben visibile e protagonista.
Trovo queste due posizioni deliziose come due pasticcini, così simili ma anche così diverse, che ogni volta mi ritrovo ad eseguirle o osservarle attraverso i corpi dei miei allievi, mi appaiono sempre come una perfetta concettualizzazione estetica dell’alba e del tramonto.
Il sorgere del sole è un momento energico, di accensione, virile, forte, esattamente come per me è l’écarté devant, con quel piede così vivacemente presentato e gli occhi maestosamente diretti verso l’astro nascente, con l’ottimismo e la pienezza di una nuova giornata che inizia, ricca di nuove opportunità. Questa posizione esprime forza, potenza, radicamento, stabilità, controllo ed una certa esuberanza. L’écarté derriere, per contro, mi rimanda all’idea del tramonto, all’appropinquarsi della fase femminile della giornata: la notte stellata e il sorgere della luna. Questa posizione esprime una certa fragilità, un ritirarsi in sé stessa, con quello sguardo che segue l’ultimo raggio di luce svanire dietro al profilo dell’orizzonte. Una posizione intimista e romantica, anche un po’ malinconica, con quella gamba che sembra quasi sospendersi da sola, neanche sostenuta dallo sguardo.
Ogni volta che penso a queste due posizioni sorelle, ma non gemelle, mi rendo conto di come anche il più esiguo dei dettagli possa modificare sostanzialmente ciò che una forma comunica: un semplice spostamento da una diagonale all’altra risveglia nella mia mente e nel mio sentire tutte queste immagini evocative, e delle sensazioni ad esse collegate, che hanno un significato per me e lo infondono anche al mio racconto, quando eseguo un écarté devant o derriere, nelle mille occasioni in cui può essere inserito: dal più languido écarté derriere in un adagio in centro o alla sbarra, al più dinamico écarté devant, per esempio, di un fouettés à l’Italienne.
Danziamo l’alba e il tramonto, quindi, lasciandoci pervadere dall’energia di questi due momenti.
Evviva l’écarté!
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Una lezione perfetta da manuale!