Lia Courrier ci racconta tutti i “viziacci” dei danzatori. Quale sarà il primo?

di Lia Courrier
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Quando ascolto cosa pensano dei ballerini le persone che non sono del settore, affiora sul mio volto un sorriso che non è di scherno o presa in giro ma di tenerezza, perché l’immaginario sulla misteriosa vita condotta da coloro che vengono visti solo sulla scena, spesso percepiti come apparizioni soprannaturali, è pregno di una certa immeritata poetica e vive di quell’aura magica che il palco dona a chiunque lo calpesti. A sentire alcune descrizioni della vita immaginata dei danzatori, questi sono cherubini leggiadri che si nutrono di nuvole e fanno la pupù arcobaleno come quella degli unicorni.

Nella realtà di cui ho fatto esperienza, invece, soprattutto in riferimento a coloro che appartengono alla mia generazione, ho potuto constatare con mano quanto i danzatori siano dei soggetti tendenti al vizio e alle cattive abitudini, molto più di quanto si possa immaginare.

La rivelazione che sorprende più di tutte, solitamente, è quando parlo della presenza perenne del tabacco nella vita di molti danzatori. Anche se non fumi in prima persona ti devi sorbire il fumo passivo degli altri perché tendenzialmente al ballerino piace fumare. Adesso le cose sono molto diverse rispetto a quando ero giovane io, ormai fumare è considerata da tutti un’attività nociva alla salute e non è un vanto rivelare di essere dipendente dal tabacco, ma ai miei tempi non era neanche ancora stata approvata la legge che impedisce di fumare nei luoghi chiusi, così poteva capitare addirittura che si fumasse dietro alle quinte. Durante uno spettacolo. Non parlo di sentito dire, ma di eventi in cui ero presente di persona. Uscire dalla scena imbucando una quinta in cui sembrava fosse stato acceso il barbecue, è un’immagine che ricordo molto bene. Così come ricordo bene le ballerine avvolte in tutù candidi e teste piumate, con le scarpette da punta ancora ai piedi e la sigaretta tenuta all’angolo della bocca con un atteggiamento degno dei personaggi di Sergio Leone. Il fumo spezza la tensione e scandisce le pause durante le prove, purtroppo, però, lavora quotidianamente per il progressivo e totale annichilimento di quella che rappresenta il principale approvvigionamento di energia vitale, ossia la funzione respiratoria. Sigaretta dopo sigaretta il corpo viene privato della sua vitalità, ossidandosi e invecchiando precocemente, eppure i ballerini riescono ad entrare in scena ed eseguire la loro parte alla perfezione anche quando tabagisti incalliti. Beata gioventù…finché dura.

Quando lavoravo ancora sul palcoscenico le serate sembravano non finire mai. Dopo lo spettacolo, per stemperare l’onda chimica che il corpo produceva come naturale reazione all’esperienza della performance davanti al pubblico, si rimaneva ancora insieme per cenare ad ore impossibili per poi continuare anche dopo in giro per locali, magari accompagnando le chiacchiere con un dink. Un drink in una mano e la sigaretta nell’altra, ovviamente, perché l’alcool è una vasodilatatore e la sigaretta un vasocostrittore e quindi le due cattive abitudini spesso vanno a braccetto. Ogni sera era l’ultima sera, ci si prometteva prima di andare a letto con la voce roca, e invece poi il giorno dopo si era ancora lì a bere, mangiare a notte fonda e fumare: quanto di peggio si possa fare per essere in forma per la lezione del mattino.

Per fortuna oggi osservo come molti danzatori abbiano una maggiore cura nei confronti dello stile di vita a cui attenersi, consapevoli di fare un lavoro in cui il corpo è lo strumento. Cercano di seguire un sano regime alimentare, di costruirsi una cultura sull’argomento, con grande curiosità, forti anche del fatto che oggi sul web si può avere accesso ad una enorme letteratura di settore, che parla di sostenibilità, qualità e valori nutrizionali dei cibi, che ai miei tempi non era neppure immaginabile. Alcuni di loro cercano di curare i piccoli infortuni, che fanno parte della quotidianità del danzatore, con metodi alternativi e naturali, senza ricorrere ai farmaci per ogni minimo dolorino. Anche se non sono proprio tutti così, percepisco la presenza di una massa critica che costituisce la nuova tendenza del danzatore: un po’ meno bohemien e dissoluta, e un po’ più consapevole.

Tuttavia osservo una buona parte di loro ancora del tutto intenzionata a perseguire con le vecchie, insane tradizioni, ed eccoli i miei allievi nelle pause, fuori nei cortili, con qualsiasi situazione meteorologica, con l’immancabile sigaretta in mano o appesa all’angolo della bocca. Per di più tra una lezione e l’altra o peggio ancora, prima di cominciare la giornata, alla mattina presto, magari dopo un caffè. Da parte mia non posso che cercare di consigliare loro di rivalutare le proprie abitudini, e di essere io stessa in prima persona un esempio di comportamento per loro, attraverso le mie azioni. Ma certo sono consapevole che loro sono giovani, e vivono una età in cui ci si sente invincibili e forse anche un po’ immortali, tutti i consigli che gli adulti possono elargire vengono vissuti come le chiacchiere di un noioso ‘matusa’, per citare un appellativo d’antan come me, e d’altra parte è giusto che anche loro si vivano la fase di ribellione in santa pace. Basta non esagerare. La sigaretta è un po’ una maschera Rock ‘n roll dietro a cui si nasconde il tenero vulnerabile, ma nel resto del mondo ormai fumare è considerato retrò, un gesto che puoi vedere solo nei vecchi film francesi in bianco e nero. Quanto ci sembrerebbe strano adesso vedere un film in cui gli attori tabaccano di continuo.

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