Lia Courrier: “Considerazioni per un ultimo numero di stagione”

di Lia Courrier
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Finite le lezioni di danza nelle scuole, finiti i saggi, anche noi qui a DHN ci prepariamo ad una breve pausa estiva : quello di oggi è l’ultimo articolo della stagione.

È stato un anno faticoso, questo, per me, sia per il mio lavoro che dal punto di vista personale, due aspetti estremamente interconnessi. In questi anni di grande e profondo cambiamento interiore, desiderato e cercato con ogni atomo e ogni aspetto del mio essere, mi sono resa conto di quanto questo movimento abbia effetti spontanei anche sul mondo esterno, sulle relazioni con le persone e ovviamente anche con il lavoro, con la danza.

Grazie al cammino di consapevolezza che sto percorrendo sono riuscita a applicare un certo distacco, a ridurre notevolmente l’attaccamento che nutrivo nei confronti della danza e di tutto quello che ruota attorno ad essa, una presenza così apparentemente imprescindibile da ciò che sono. Questa distanza dalla danza mi ha permesso di avere uno sguardo lucido e disincantato su questo mondo, il che non vuol dire che la danza per me abbia perso la sua scintilla, ma che io non sono più sotto il suo incantesimo e quindi posso scegliere di stare con lei solo fin quando la sua presenza aggiunge bellezza, piacere e gioia alla mia esistenza, scegliendo di poterne fare a meno quando il contesto diventa ostile.

Per molte persone questa cosa può sembrare ovvia, ma chi ha avuto la fortuna di vivere una grande passione, una di quelle per cui l’obiettivo da raggiungere viene prima di tutto, addirittura prima di sé stesse, sa bene quanto questo atteggiamento privo di attaccamento possa rappresentare una grande conquista verso una vita più equilibrata e sana. È stato un processo molto lungo, iniziato molti anni fa, che poi mi ha portato a incontrare strumenti e pratiche utili per accelerarne il completamento. Uno dei risultati più belli di quest’apertura del cuore e della mente è stato scoprire tante altre passioni e talenti che dimoravano in me ma che erano stati sacrificati in nome di Tersicore; nonché il piacere di coltivare tanti interessi anche molto lontani dalla danza e dall’arte, che prima non trovavano posto per esprimersi, perché l’intero mio essere era rivolto verso un’unica direzione.

La scrittura è stata una di queste scoperte, una pratica molto privata nelle prime sperimentazioni, almeno fino a che l’energia infusa in quest’attività progressivamente sempre più importante, non mi ha portata ad incontrare Francesco Borelli,  Direttore di Dance Hall News, che concedendomi questo spazio mi ha permesso di aprirmi al mondo e raggiungere i tanti lettori che in questi anni mi hanno sostenuta.

Alla fine di ogni stagione è un piacere e un dovere per me ringraziare tutti coloro che ogni settimana si ritagliano un tempo per leggere ciò che scrivo, senza di voi queste pubblicazioni non avrebbero alcun senso. Grazie per i messaggi privati ricevuti, per i commenti, per le visualizzazioni, per le condivisioni. Ognuna di queste azioni per me conta veramente molto non tanto in termini di visibilità sul web, un aspetto di cui mi importa veramente poco, ma perché spesso scrivo concetti impopolari, su argomenti di cui nessuno ha voglia di parlare e ogni settimana (il direttore mi è testimone) temo sempre che l’articolo possa cadere nel vuoto, non suscitare interesse o peggio, muovere una tempesta di commenti negativi. A parte qualche rarissimo caso in cui effettivamente qualche leone da tastiera ha fatto la sua comparsa, per il resto la discussione si è sempre mantenuta con una certa pacatezza nei toni, una rarità di questi tempi. Ringrazio quindi dal profondo del cuore ognuno di voi, cari lettori, per la profondità e l’attenzione con cui esaminate ciò che scrivo, per le belle riflessioni che avete condiviso con me e per la modalità utilizzata nella scelta delle parole, per l’eleganza e la gentilezza.

La rubrica SetteOtto, nata esattamente il 9 di Aprile del 2015, rappresenta per me una zona franca, un luogo in cui posso raccontarmi con una certa intimità e onestà ad un pubblico composto per la maggior parte da persone che non conosco se non attraverso il web, ma con cui evidentemente condivido molto e che sento vicine. Questo aspetto del web è sempre stato per me estremamente affascinante: raggiungere il cuore di persone di cui non conosco neanche il volto ma con cui magari abbiamo scambiato opinioni, sogni, progetti, dubbi, risate in lunghi carteggi che vanno avanti per giorni. Questo accade costantemente con alcuni di voi che attraversate queste pagine digitali e non potete neanche immaginare quale rete di connessione si sia creata grazie a queste relazioni che potrebbero sembrare effimere e invece a volte si sono trasformate in sodalizi profondi e duraturi, persino più di quelli nati con coloro che conosco personalmente da decenni.

Sono sempre stata una persona controcorrente, e questo non deve essere tradotto come un atteggiamento di presunta superiorità, di un’attitudine “snob”. Non si tratta mica di una scelta ma di un modo di essere e di guardare al mondo che spesso comporta non pochi problemi, dal momento che la tendenza naturale è sempre in direzione diversa da quella verso cui la società mi chiede di andare. Nei 48 anni che ho vissuto in questo corpo ho imparato ad accettare ogni aspetto della mia personalità, consapevole che non sono sola, che là fuori nel mondo molte altre persone si sentono esattamente come me, come salmoni che risalgono il fiume. La scrittura mi ha fatto dono di poter contattare queste anime irrequiete con cui esiste una comprensione implicita proprio in virtù del contesto appena descritto.

Un ultimo ringraziamento, ma non meno importante, è per il nostro Direttore Francesco Borelli che con pazienza e puntualità tiene a bada questa inusuale redazione in cui non ci sono critici ma solo persone che la danza l’hanno vissuta e la vivono direttamente sulla propria pelle. Una scelta coraggiosa, questa, che però per me ha sempre avuto un senso molto chiaro e che fa ogni giorno di Dance Hall News una rivista per i danzatori, fatta dai danzatori.

Non mi resta che augurare quindi a tutti una buona estate, in attesa di riprendere contatto con le pubblicazioni settembrine. Che sia della mente, del corpo o dello spirito, buon riposo a tutti voi.

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